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Piano nazionale di ripresa e resilienza; 'Senza modifiche con gli attuali termini e la crisi energetica il piano rischia di essere un fallimento'

Data: 18/05/2022
Numero: 696
Soggetto: Camera dei Deputati

TOMMASO FOTI (FDI). Signor Presidente, illustro appunto l'ordine del giorno a prima firma dell'onorevole Giorgia Meloni, n. 9/3609/44. Devo dire al Governo che questo ordine del giorno è per Fratelli d'Italia fondamentale per quanto riguarda la disponibilità del Governo a ragionare di cose serie. Noi tutti sappiamo, non da oggi ma ormai da un anno, che la crisi energetica ha massacrato il settore delle nostre imprese e soprattutto ha fatto lievitare i costi a livelli impensabili fino ad oggi. È evidente che questo combinato disposto, a cui dobbiamo aggiungere indubbiamente gli effetti della crisi e la guerra tra Russia e Ucraina, portano oggi ad una riflessione complessiva sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, che doveva essere il fiore all'occhiello dell'Unione europea, ma anche il fiore all'occhiello del rilancio del nostro Paese sotto il profilo della situazione economica. Ora, io mi permetto di fare una riflessione: pensate voi veramente che, con quanto è successo, un Piano, che è stato pensato in tutt'altro modo, possa effettivamente rimanere com'è stato pensato, senza cambiare una virgola, e non rendervi conto, invece, che non si chiuderà un cantiere nei termini previsti dallo stesso Piano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Questa cosa porterà ad un duplice danno. In primo luogo, un danno d'immagine, perché se tu programmi e poi non riesci a realizzare nei tempi in cui hai programmato non sei più credibile in Europa; poi, la seconda questione, che tutti nascondono, è il fatto che questo Piano non è un "piano a gratis", ma è un piano che in parte influisce già sull'indebitamento nazionale e per l'altra parte - all'incirca un centinaio di miliardi di euro – viene, sì, dato a fondo perduto ma se vengono tassativamente rispettati i termini di conclusione dei lavori e questi termini, nelle attuali condizioni, non li rispetterà nessuno, perché non solo vi è il problema dell'aumento del costo delle materie prime, ma vi è anche la carenza delle materie prime in questo momento per poter rispettare gli impegni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Allora, signor rappresentante del Governo, me lo consenta: l'articolo 10-septies proroga di un anno i termini per concludere i permessi di costruzione in essere nonché i termini delle convenzioni di lottizzazione previsti, convenzionali. Ciò vuol dire che il Governo si è già reso conto che non riuscirà a rispettare i termini previsti per interventi minimali! E voi pensate di rispettare i termini facendo opere faraoniche, quando li differite per quelle di poche centinaia di migliaia di euro? Se si ragiona così, è un'autentica presa in giro! Allora, noi ci rendiamo conto che non è un problema solo nazionale, ma europeo. Noi ci rendiamo conto che quell'accordo, a suo tempo raggiunto in tutt'altre condizioni, oggi va ridiscusso dall'inizio alla fine. Noi ci rendiamo perfettamente conto che oggi si avverte la necessità che quel piano - la cui utilità torno a ripetere non cerchiamo di mettere in dubbio - venga rivisto. Ma almeno una volta nella vita fatene una giusta: questo Governo accolga l'ordine del giorno a prima firma di Giorgia Meloni! (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

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TommasoFoti
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