Camera

Sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali; ancora un voto di fiducia per tenere in pieni una maggioranza disarticolata

Data: 17/05/2021
Numero: 509
Soggetto: Camera dei Deputati

Disegno di legge: S. 2144 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41, recante misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all'emergenza da COVID-19 (Approvato dal Senato) (A.C. 3099) 

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TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, signor rappresentante del Governo, devo supporre che l'antico detto latino pecunia non olet sia stato trasformato, in questa Aula, in pecunia olet, perché, evidentemente, parlando di 32 miliardi e non avendo interlocutori da alcuno dei banchi degli altri gruppi parlamentari, devo supporre che il denaro puzzi, anziché, tradizionalmente, non puzzi. Ma noi, invece, vogliamo far presente che spendere 32 miliardi di euro, così come era stato autorizzato lo scostamento ai tempi del Governo Conte, e non avere la possibilità neppure di discutere un emendamento appartiene a una illogica situazione che ha assunto, in questa legislatura, i caratteri della intollerabilità, perché io posso capire, noi possiamo capire, Fratelli d'Italia capisce che vi possono essere un provvedimento d'urgenza, due provvedimenti d'urgenza, ma non può essere che dall'inizio di questa legislatura solo, e nel nome dell'urgenza, legiferi il Governo, e, più significativamente, quando interviene il Parlamento, la parola passi o a una Camera o all'altra, ma mai vi è un passaggio completo in tutte e due le Camere, di modo che tutte e due le Camere possano congiuntamente contribuire alla modifica delle norme. C'è anche una tendenza in questo Paese che andrebbe un attimo discussa: scriveva, ieri, un illustre giornalista quale Ferruccio de Bortoli, sulla prima pagina del Corriere della Sera, riferendosi alla sollecitazione per l'approvazione delle riforme legate al PNRR, che non sarebbe fuori luogo che i Presidenti delle Camere dicessero: quest'anno le vacanze non le facciamo, abbiamo troppo lavoro. Mi scusi, Presidente, mi scusi il dottor de Bortoli, in realtà queste Camere non ne hanno affatto di lavoro. Non stanno lavorando per il semplice ed unico motivo che a tutto vede e a tutto provvede il provvedimento d'urgenza del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), quasi che qui dovessimo assistere solo ed esclusivamente a un monologo. Allora, signor sottosegretario - vostra eccellenza, che mi sta in cagnesco per quei pochi emendamenti in dozzina e che mi gabella per ostruzionista perché metto le birbe alla berlina - mi consenta di dirlo: non si può andare avanti così, lo dica al Presidente Draghi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Non è possibile che su un provvedimento da 32 miliardi di euro vi siano state cinque ore di discussione in Commissione, e poi la mannaia della chiusura della discussione, e cinque ore in Aula, e poi la mannaia del voto di fiducia! Il decreto in esame è partito, vorrei ricordarlo, con 43 articoli ed è finito con 94 articoli e 399 commi, suddivisi in 5 titoli. Guardate che chi al Senato ha battuto il record del mondo di presentazione degli emendamenti non è l'opposizione di Fratelli d'Italia, che ne aveva presentati 500 (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ma è questa maggioranza disarticolata che ne ha presentati 2.500 ed è pure una maggioranza che si accontenta delle mance, perché su 32 miliardi di spesa il Parlamento è intervenuto motu proprio per l'importo di 770 milioni, il 2,3 per cento! Non vi hanno dato neanche la mancia che tradizionalmente si riserva al cameriere! Mi sia consentito di dire che non c'è bisogno di tenere aperte le Camere se le Camere non sono poi deputate, questo sì, al confronto, perché se le Camere sono aperte ma il confronto è chiuso non serve a nulla tenerle aperte. Noi diciamo, in quest'Aula, basta con questi decreti-legge! Già se ne annuncia un altro; continuate sulla strada che fu del "Conte 1" e del "Conte-bis". Quindi, vale sempre di più il nostro legittimo dubbio che si scrive Draghi e si legge Conte, così come allora, potremmo dire, si scriveva Conte e si leggeva Draghi perché si sentiva già il fiato sul collo di chi sarebbe arrivato. Indennizzi, sostegni, ristori ma invertendo l'ordine dei sostantivi il risultato non cambia: voi non state, questo sì, restituendo alle imprese quello che le imprese hanno perso per la pandemia e lo hanno perso non perché non sono state capaci di lavorare ma perché sono state impossibilitate a lavorare. Anche sotto questo profilo, in Germania si è dato il 60-70 per cento del fatturato perso; noi, quando saremo arrivati alla fine di tutti questi decreti, aggiungendo già i 40 miliardi del prossimo scostamento, se va bene supereremo in alcuni casi il 12- 13 per cento. Su tante urgenze che ha questo Paese e che ci sono in questo decreto-legge, voi credete veramente che, come recita l'articolo 1 -quater, uno dei provvedimenti importanti per il futuro dell'Italia sia l'incremento da 9 a 14 dei componenti della Commissione tecnica responsabile per l'istruttoria delle domande al fondo indennizzo risparmiatori? Cioè, a fronte di un Paese che è allo stremo, voi pensate soltanto ad aggiungere un posto a tavola! Lo dice l'esponente di un partito, e di una tradizione politica, che per le TV libere ha fatto le battaglie quando altri, ai tempi della "legge Mammì", si dimettevano da Ministri facendo o tentando di far cadere il Governo dell'onorevole Andreotti, allora. Ma veramente c'era bisogno di mettere in questo provvedimento e non nella legge di bilancio dello scorso anno i 20 milioni di euro per i fondi alle TV locali? Ma veramente, in questa situazione, occorreva implementare di 1.000 milioni di euro il reddito di cittadinanza? Allora diciamolo fino in fondo, questo è il gioco delle tre carte, perché certo noi siamo d'accordo che si sia intervenuti, come si è intervenuto con l'articolo 38, a favore del sistema fieristico, che è un sistema importante, fondamentale per l'immagine, e non solo, dell'industria, dell'impresa e del commercio italiano; ma che cosa sono quei 150 milioni di euro a fronte dei 460 milioni di euro per i banchi con le ruote che avete voluto riservare in allora nei primi provvedimenti! Quale grande idea perché le scuole avrebbero riaperto! Oggi abbiamo quei banchi che ammuffiscono nei magazzini delle scuole e, nel peggiore dei casi, servono per qualche gara che, come tutti gli studenti anche questi, anche quelli dei giorni d'oggi pensano di poter intraprendere, attestando l'inutilità del mezzo messo a loro disposizione. Quale diritto avete rispettato nel momento in cui, anziché porsi concretamente il problema delle locazioni, che è un problema tra le parti, che doveva vedere lo Stato subentrare per onorare la prestazione della parte debole che non poteva onorarla in relazione ad una situazione di pandemia, voi avete trovato come grande soluzione quella di prorogare, anche in questo provvedimento e nuovamente, gli sfratti? Un problema, questo, che non risolverete certamente per chi oggi avendo l'attività chiusa non riesce minimamente a pensare come uscirne; è un problema che voi scaricate sul privato perché va in fuga lo Stato su questo tema! Si tratta, quindi, di un abuso perché quello degli sfratti da eseguire era già un giudizio emesso dal giudice, non vi era una fase ancora istruttoria. Ancora, abbiamo parlato, in tutte le lingue, di come bello è il made in Italy, dei prodotti genuini, dei prodotti a "chilometro zero" e, forse, proprio per omaggiare quel "chilometro zero", avete pensato di dare euro zero agli agriturismi, neppure capendo che sarebbe bastato accettare l'emendamento presentato da Fratelli d'Italia e avremmo risolto il problema di una prestazione che migliaia di gestori di agriturismo svolgono con un fatturato di 2,5 miliardi di euro l'anno. Poi ancora, cashback e lotteria degli scontrini: 12 miliardi di euro che potevano essere riservati al sistema delle imprese e che si pensa bene di utilizzare, perché vi è un retropensiero profondo per cui chi fa impresa è evasore per definizione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); e allora, poiché deve essere evasore per definizione, mettiamo 12 miliardi e li spendiamo, non nel sistema produttivo, ma per allietare qualche lotteria parassitaria. Ancora, lo diceva prima il collega Caiata, il condono che non è condono, con le cartelle a 5 mila euro ma con i limiti di reddito, quasi ad avere delineato solo un provvedimento che servisse a una cosa e a una cosa sola: sgomberare i magazzini delle agenzie di riscossione che erano pieni di queste cartacce, che tutti sanno costituivano già di per sé dei crediti inesigibili. E, quindi, questo grande afflato nel voler dimostrare ciò che non potete dimostrare e, cioè, un qualche interesse per il Paese. Certo poi ci sono anche dei punti di assenso in questo decreto, lo diceva prima il collega Caiata. Abbiamo detto dall'inizio che andavano aboliti i codici Ateco. Dal primo decreto-legge abbiamo detto che, con i codici Ateco, si sarebbe arrecato un danno al sistema produttivo italiano. Benvenuti, grazie! Dal nostro Governo in esilio apprendiamo che avete capito, dopo un anno, che i codici Ateco andavano aboliti. Così come, fin dal primo provvedimento, vi avevamo detto che, in una situazione quale quella che si profila, bisogna cercare di tornare indietro ed esentare dal pagamento dell'IRPEF quella quota di canone di locazione non percepito ai fini abitativi da parte dei proprietari degli immobili. Anzi, vi avevamo detto: va esteso anche ai locali commerciali, perché non esiste che si paghi un'imposta senza aver incassato il provento su cui quell'imposta viene applicata! Ma anche in questo caso vox clamantis in deserto. Infine, siamo lieti che, grazie ad un nostro emendamento, sia stato possibile acclarare il diritto dei professionisti ad ammalarsi; certo, solo in occasione della vicenda COVID per il momento, ma almeno, con il COVID e lo stato di emergenza in essere, possono ammalarsi, senza dover pagare sanzioni. Pensate, dobbiamo rappresentare come successo politico quello che, in qualsiasi Paese civile, sarebbe stato un diritto naturale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Vado alla conclusione, Presidente. Mi pare che qualcuno, nelle tante dichiarazioni ottimistiche che sono state rese, stia dimenticando qualche dato, ad esempio, che, nel 2024, il nostro debito pubblico sarà oltre 3.000 miliardi. Soprattutto, qualcuno sta dimenticando che, se il rapporto debitoprodotto interno lordo del 2019 era pari a 134,6 per cento - già una misura che è sempre stata individuata come eccessiva e fuori controllo - nel 2020 siamo passati a 155,8 per cento, ma nel 2024 comunque rimarremo al 152,76 per cento. Allora, quando si dice che con il PNRR ci sarà la svolta della ripresa, consentitemelo di dirvelo: non sarà così facile. Anche perché, sommessamente, vorrei far presente che, in uno dei settori, quello delle infrastrutture e dell'edilizia, dove più di ogni altro sarebbe possibile e doveroso intervenire, in questo momento stanno intervenendo altri fattori che vengono dimenticati e trascurati dal Governo. In sei mesi, il ferro, il tondo per cemento, è aumentato del 117 per cento, il polietilene del 48 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), il petrolio del 34 per cento, il rame del 17 per cento e il bitume del 15 per cento. Rischiamo addirittura che alcune imprese fatichino a realizzare le commesse che hanno in portafoglio, perché avevano fatto le gare in ragione di un prezziario e se ne trovano totalmente un altro praticato sul mercato. Allora, questa è una fiducia "spazza migliorie" del decreto, perché vorrei ricordare che il gruppo di Fratelli d'Italia ha presentato su questo provvedimento in tutto venti emendamenti. Regolamento alla mano, signor Presidente, anche se avessimo utilizzato la metà dei deputati, intervenendo per un minuto a titolo personale, li avremmo esaminati in minor tempo, rispetto alle ventiquattro ore che devono trascorrere tra il momento in cui verrà chiesta la fiducia su questo provvedimento e il momento in cui inizierà la chiama per il voto di fiducia! Della Commissione bilancio ho già detto: è stata un plotone d'esecuzione che ha falcidiato i nostri emendamenti con dolosa volontà senza neppure poterne parlare. Allora, non ci stiamo ad un'Aula supina, che si accuccia alla protervia del Governo. Riteniamo e continueremo a ritenere che la nostra battaglia di opposizione, come abbiamo dimostrato anche in questo caso, era una battaglia con stile di maggioranza, con poche e qualificate proposte che non si sono volute esaminare. Ma, attenzione - e concludo -, queste nostre proposte non si sono volute esaminare, non solo per votare o non votare contro le stesse. In realtà, il problema di questa fiducia non siamo noi. È che il Governo mette il bavaglio alla sua strampalata maggioranza, perché è l'unica modalità attraverso la quale riesce a restare in piedi. Come avevamo detto all'inizio, non si possono mettere insieme gli opposti: avete tentato di stravolgere la fisica, ma il risultato lo potete ottenere solo con l'arroganza e la protervia del voto di fiducia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

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TOMMASO FOTI (FDI). Solo, per far registrare la nostra totale opposizione e il nostro totale dissenso rispetto a quanto testé annunciato dal Ministro D'Inca', a cui vogliamo far presente che erano all'esame di quest'Aula del Parlamento in tutto 26 emendamenti, dei quali 20 del gruppo di Fratelli d'Italia. L'esame degli stessi emendamenti si sarebbe concluso molto prima delle 24 ore previste per dare avvio al voto di fiducia. Per noi questa è evidentemente una forzatura, è una forzatura in termini parlamentari, è una forzatura soprattutto che si ripete ormai periodicamente in quest'Aula, e chi, come noi, ha scelto di stare all'opposizione non può accettare oltre che le regole del gioco siano sconvolte, perché, Ministro D'Inca', se vi fossero stati 500 emendamenti, 600 emendamenti, lei avrebbe avuto una qualche ragione. Non molte, per dire la verità, perché, se il Senato manda i provvedimenti 5 giorni prima della scadenza della loro conversione in legge, è un problema che devono risolvere il Presidente della Camera e il Presidente del Senato: non si può pensare che uno dei due rami del Parlamento debba alzare sempre bandiera bianca. Ma, nel caso di specie, il numero di emendamenti da noi presentati era del tutto garante del regolare svolgimento dei lavori di quest'Aula e della non necessaria posizione della questione di fiducia. Evidentemente c'è una scelta politica: è una scelta politica che non viene rivolta tanto contro di noi, ma quanto per mettere la museruola a questa maggioranza; evidentemente è una maggioranza talmente disarcionata che neppure di fronte a 20 emendamenti riesce ad esprimere una posizione unitaria. Di qui la ferma opposizione al riguardo del gruppo di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

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