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Stato di attuazione del PNRR; il Ministro per gli Affari Europei Tommaso Foti: 'Ogni euro del PNRR deve creare valore'

Data: 17/03/2025
Numero: 448
Soggetto: Camera dei Deputati

Discussione della mozione Richetti ed altri n. 1-00410 concernente il monitoraggio e lo stato di attuazione del PNRR

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TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. Sembra, signor Presidente, il minimo poter intervenire dopo le numerose richieste, che sono state più volte riservate su agenzie, comunicati e quant'altro, che il Governo non debba sottrarsi al confronto parlamentare. In verità, devo dire che il Governo è presente. Mi dispiace che, dopo soltanto alcuni interventi, molti dei pochi presenti si siano dileguati: erano 20 e siamo rimasti in molto meno. È pur vero che questo è un consesso che, in questo momento, non necessita del numero legale, però penso che, se si vuole il confronto, bisognerebbe poi praticarlo e non soltanto enunciarlo sulle agenzie o sugli articoli di stampa (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Probabilmente sbaglio nel voler replicare e dare dei dati, perché sono state presentate delle sentenze su questo piano, e sono sentenze, però, che a volte fanno acqua da tutte le parti. Ho sentito, ad esempio, evocare la Spagna. La Spagna è indubbiamente la Nazione che, con l'Italia, ha richiesto più risorse. A proposito di risorse, iniziamo a dire quali sono le risorse, perché la Commissione europea ha stanziato 359 miliardi di sovvenzioni, cioè fondi a fondo perduto, delle quali l'Italia se ne è aggiudicati 72, cioè il 20 per cento. Poi vi sono prestiti per 291 miliardi: l'Italia ne ha 122,2, pari al 42 per cento, cioè il nostro è un piano che è per due parti composto da debito e per un terzo composto da sovvenzioni. Lo dico perché, a volte, si dice perderemo i fondi: ma quali fondi? Le sovvenzioni, perché quelli a fondo perduto, fino a prova contraria, possono essere sempre comunque richiesti in qualsiasi sede e anche, posso dire, con tassi di interesse magari diversi, essendo mutate, rispetto ad allora, le condizioni anche sotto questo profilo. Ma visto che mi si è detto della Spagna, proviamo a fare un esercizio. L'Italia ha 194,4 miliardi a disposizione; ha ad oggi ottenuto 122,3 miliardi, pari al 63 per cento della dotazione complessiva. Ha speso il 52 per cento di quanto ha ottenuto, cioè dei 122 miliardi. La Spagna ha 163 miliardi assegnati; ad oggi ne ha richiesti 48, pari al 30 per cento, cioè la Spagna ha richiesto meno di quanto l'Italia, a tutt'oggi, ha speso. Lo dico per coloro i quali, legittimamente, avendo un furore antigovernativo e antinazionale, vogliono fare esempi senza conoscere, evidentemente, la questione. Andiamo avanti. Cosa è stato fatto? Ho sentito solo enunciare tutte le cose che non sono state fatte. Possiamo enunciarne anche qualcuna che è stata fatta? Ad esempio, l'eliminazione di 40 discariche abusive, la riqualificazione di 10 stazioni ferroviarie nel Mezzogiorno, l'attribuzione di 118.372 borse di studio per l'accesso all'università, 16.000 borse di studio per dottorati in ricerca applicata, pubblica amministrazione e patrimonio culturale, la realizzazione di 480 centrali operative territoriali per quanto riguarda la sanità, l'apertura di 38 case di comunità, la realizzazione e messa in funzione di 2.500 apparecchiature sanitarie, 14 ospedali di comunità attivati. Ho citato soltanto alcuni di questi dati perché, nella catastrofe generale, parrebbe quasi che un Governo di incapaci debba prendere lezione da persone che, evidentemente, hanno la laurea nelle spese inutili. Effettivamente, basterebbe vedere gli ultimi 5 anni precedenti a questa legislatura per vedere quale disastro si è prodotto per quanto riguarda il debito pubblico italiano. Ma poiché sono i numeri che parlano e non le parole, mi permetto di fare un rilievo di questo tipo. Questo piano si regge anche su 270.406 progetti. Ebbene, di questi 270.406 progetti, ne sono stati completati e sono stati già chiusi 164.566, pari al 60,86 per cento; quanto al valore dell'importo, è pari a 46,43 miliardi, che, su 141 miliardi 740 milioni, quanto si compone il paniere di tutti gli interventi, è pari al 33 per cento. Non mi pare che aver ultimato il 60 per cento - tra ultimato e in fase di ultimazione il 60,86 per cento - dei progetti dovrebbe essere preso come un dato negativo: in primo luogo, perché è offensivo rispetto a tutte le amministrazioni che già si sono attivate per concludere quei progetti; in secondo luogo, perché è evidente che, quanto al valore, prima si concludono i progetti che hanno un minore impatto economico e quelli successivi sono quelli che hanno maggiore impatto economico. Vedete, probabilmente qualcuno dimentica, tra i tanti dati che si leggono, un dato che è particolarmente significativo, che è quello relativo alle opere pubbliche in Italia e ai tempi medi di realizzazione. Sono dati che sono forniti da associazioni terze e, quindi, penso che il valore del PNRR vada valutato anche in questo. Fino a due anni fa, per realizzare un'opera compresa tra 0,5 e 1 milione di euro, tra la scelta del progetto e il collaudo del progetto si impegnavano 5 anni; per opere da 2 a 5 milioni, si impegnavano 6,7 anni. Avete presente, se dovessimo rispettare questi tempi, quanto dovrebbe essere prorogato il PNRR per riuscire ad andare al punto? Perché noi siamo partiti da questa realtà, non da un'altra realtà. Questa è una realtà certificata, non è una realtà aumentata o una forma di immaginazione collettiva. Sono i dati ricavabili dalle fonti alle quali ci si riferisce in materia di appalti. Allora, mi sia consentito anche di dire che spesso e volentieri si fa una polemica inutile quando si dice: ma i soldi del Sud vanno al Sud o non vanno al Sud? Anzitutto, dobbiamo stabilire quelle che sono le risorse stanziate da quelle che sono le risorse spese, perché voi capite benissimo che se si riservano alla stazione appaltante il 40 per cento delle risorse e poi se ne spendono molte meno, non è colpa della scelta in cui e a cui si attribuiscono le risorse; tutt'al più è la lentezza con cui le stesse vengono spese, ma è tutto un altro ragionamento. In ogni caso, per quanto riguarda il Sud, al Sud sono riservati 59,3 miliardi, pari al 40,85 del totale delle risorse territorializzabili al Sud. Questo è un dato: avevo promesso che ci sarebbe stato nella relazione, ed è uno dei motivi - la relazione - per cui viene convocata la prossima settimana la cabina di regia, dopodiché verrà inviata al Parlamento in modo che il Parlamento possa avere tutti i dati che richiede. Ma anche sotto questo profilo, perché continuare a dire che i dati non sono disponibili? Vi è una pigrizia da parte di chi lo dice, perché basterebbe andare sul sito Italia Domani e sono tutti dati aperti: ognuno può andare a vedere singolarmente lo stato di progetto per progetto. Consiglierei anche di farlo e magari qualcuno potrebbe avere amare sorprese anche in ordine all'efficienza di alcune regioni o alla sedicente efficienza di alcune regioni. Quanto, poi, al fatto che alcuni enti locali - questo è vero - avevano un problema di cassa, anche questa - scusatemi - è una motivazione che andava bene fino al 31 dicembre, ma dal 4 gennaio è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale la possibilità per gli enti locali di richiedere direttamente il 90 per cento dell'importo del progetto al MEF e viene erogato. Qui si apre un altro problema che mi permetto di riferire, cioè noi stiamo facendo parecchie cabine di regia, a partire dalle regioni, e vi è anche una tendenza a dire: ma alla fine, dato che a caricare i dati sulla piattaforma Regis si fa fatica o si impegna troppo tempo, intanto andiamo avanti e poi certificheremo la spesa. Non dico che sia il sistema migliore. È un sistema, è una scelta che è stata opportunamente o meno valutata dai singoli, ma non se ne può far colpa al Governo, come non si può fare colpa al Governo - scusatemi - se in un appalto alla fine una ditta appaltatrice lascia a metà i lavori di un comune. Mi dispiace, ma non è un problema che è in capo al Governo. Possiamo collaborare, laddove possibile, con l'ente locale per cercare di risolvere il problema, ma non si può pensare che, su 270.000 progetti, i 270.000 progetti debba risolverli il Governo, perché forse qualcuno li ha anche presentati quei progetti. Torno a ripetere che il dato che ho prima riferito, del 60 per cento tra progetti conclusi e in fase di conclusione, già qualcosa vuol dire rispetto anche - lo dico chiaramente - a due valutazioni: abbiamo 50 miliardi di obbligazioni giuridicamente vincolanti e 90 miliardi di impegni già operanti per quanto riguarda gli altri progetti. Vi è un 5 per cento dei progetti che - onestamente va detto - o non sono partiti o, addirittura, non si riescono a monitorare. Ma è colpa del Governo se chi è titolare del CUP non mette il codice del CUP, e quindi non riusciamo a trovare la sua posizione all'interno della banca dati, o è colpevole chi non inserisce nella banca dati i codici come dovrebbe fare, secondo non solo il buonsenso ma anche secondo le norme vigenti? Quindi, in conclusione, io non sono tra coloro i quali dicono che tutto va bene. No, assolutamente! Dico che stiamo monitorando e stiamo premendo sugli enti attuatori, che sono parecchi, diversi, in un piano così complesso, perché vi sia un'accelerazione sotto il profilo dei lavori e sotto il profilo della spesa. Per quanto riguarda, infine, un tema che è stato qui richiamato e che, secondo me, è un tema molto serio, ho sentito dire che l'avvento del centrodestra al Governo ha lasciato spazio a quasi vicende di truffe o alla possibilità di aver aperto alle truffe. Mi dispiace che qualcuno non si ricordi dell'articolo 3 del decreto-legge n. 19 del 2024 proprio in tema di misure antifrode. Mi dispiace che qualcuno si dimentichi che sono state allargate le competenze al COLAF, perché prima erano riservate soltanto ai fondi di coesione e sono state aperte queste competenze anche a tutti i fondi del PNRR. Mi dispiace che qualcuno ignori che sono stati stipulati, nel frattempo, 397 protocolli d'intesa tra Guardia di finanza e soggetti attuatori del PNRR. È vera una cosa, che la procuratrice della Corte dei conti europea ha detto: in Italia vi è un numero molto più significativo che in altri Paesi di sospette frodi, ma il motivo non è dato dalla vera effettuazione delle frodi; è che in Italia i controlli si fanno, mentre da altre parti non si fanno. Allora, mi pare che sia, questa, una fonte sicuramente autorevole, anche perché - e concludo - quando si dice e si chiede - ed è legittimo chiederlo - di fare una Commissione che abbia la funzione di verificare le spese del PNRR, faccio presente che le spese del PNRR non le verifica l'Italia: le verifica la Corte dei conti europea e tutto quanto noi attestiamo, in termini di raggiungimento degli obiettivi, di raggiungimento di spesa, effettuazione della spesa e collaudo, ha un rilievo ben diverso da quanto la Corte dei conti europea può fare in termini di verifica e di controllo. Quindi, anche sotto questo profilo, sgombrerei il campo da facili illazioni, perché non soltanto questo è un Governo serio, non soltanto questo è Governo capace, ma questo è un Governo responsabile e che si assume tutte le responsabilità, ivi compresa anche quella di poter prevedere - e sarà portata in Parlamento nel momento in cui dovesse esservene effettivamente la necessità - una riprogrammazione del PNRR su alcune misure che non hanno dato l'esito soddisfacente o che ci aspettavamo, ma proprio perché le risorse le vogliamo utilizzare - e non buttare - siamo disposti anche a una riprogrammazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

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