L'INTERVISTA TOMMASO FOTI / CAPOGRUPPO FDI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI
Fratelli d'Italia è per distacco primo partito in città (31,9%) e in provincia (36,4%). «Un premio alla nostra classe dirigente» dice un entusiasta Tommaso Foti, capogruppo alla Camera di FdI, nel commentare i risultati delle Europee.
Onorevole Foti, a Piacenza un elettore su tre ha scelto Fratelli d'Italia. S'immaginava un consenso così largo?
«Mi immaginavo un risultato positivo, forse non così tanto. Sicuramente ha contribuito un fattore di politica nazionale perché è ovvio che Giorgia Meloni catalizza un consenso personale notevole. Dopodiché a mio avviso è il premio anche a una classe dirigente locale che sa farsi apprezzare. Quindi è un risultato clamoroso in sé, ma meritato».
In città il centrodestra è al 48%, in crescita rispetto alle elezioni Comunali del 2022. È un messaggio anche alla coalizione che governa il Comune?
« Penso che ogni elezione abbia la sua storia e i risultati vadano interpretati nel contesto in cui sono dati. Quando sarà il momento delle Comunali mi auguro che il centrodestra non si faccia trovare impreparato né rispetto alla scelta del candidato sindaco, né rispetto alla coalizione larga né rispetto a un rinnovamento auspicabile almeno per quanto riguarda le tesi progremmatiche ».
Qualcuno parla già di avviso di sfratto per la sindaca Tarasconi. Questo voto è un giudizio sul suo operato dopo due anni di mandato?
« Non sono la persona più adatta. Volontariamente da anni non mi sono più occupato delle vicende del Comune. Tuttavia ritengo che, per quello che leggo o che mi viene riferito, probabilmente una parte di luna di miele con gli elettori si è conclusa».
A livello nazionale FdI registra il 28,8%, qui su base provinciale il 36,4%. Quasi +8%.
«Tale risultato è anche il frutto di una storia locale. Ma inutile negare che sia, in generale, un apprezzamento per le persone che fanno parte di Fratelli d'Italia nei vari livelli, amministrativi, regionali e nazionali che i piacentini riconoscono».
Non c'è più Berlusconi, ma Forza Italia continua a crescere. La stupisce?
«Non più di tanto. È evidente che del centrodestra, oltre alla destra, ci deve essere anche l'area di centro. Un'impostazione che Tajani ha perseguito con determinazione. E i fatti gli danno ragione ».
Qualcuno dice che la Lega sia stata salvata dal generale Vannacci. Lo pensa anche lei?
« Indubbiamente Vannacci ha ottenuto un risultato importante a livello di preferenze. Bisogna però considerare se oltre a portare voti non ne abbia fatti uscire. In ogni caso l'aumento di FdI non va a discapito né di Forza Italia né della Lega che migliorano rispetto alle Politiche. Il saldo nel centrodestra è attivo e passa dal 43,4% delle Politiche al 48 di queste. Conta questo».
Molti temono l'avanzata delle destre in Francia e Germania. Perché sta accadendo questo? È un timore legittimo?
« Noi abbiamo vissuto per anni l'incubo dell'asse franco-tedesco e tutti, è sempre stata una delle grandi accuse che la sinistra al caviale muoveva a Meloni, ci dicevano che essere esclusi da questo asse significava un'Italia emarginata. Ora però vediamo questo: in Francia Macron è costretto a sciogliere il Parlamento perché Le Pen lo doppia. In Germania Scholz vede la sua coalizione ridotta ai mini, con l'Spd che ha ottenuto il risultato più basso della storia e i Verdi che crollano. È evidente che un asse franco-tedesco di questo tipo sarebbe un suicidio politico per chi lo vuole perseguire. Ancora una volta non solo Meloni ha un governo più forte perché legittimato dagli elettori con un aumento considerevole di voti (più di 4 punti percentuali), non soltanto ha ottenuto un risultato personale notevole, ma anche e soprattutto si può presentare al G7 come l'unica leader europea che ha guadagnato consensi. Mentre gli altri li perdono ».
Per chiudere: cosa l'ha sorpresa di più di queste elezioni?
« Non c'è stata quella sorpresa che contraddistingue di solito le Europee. È indubbio che l'assenza degli elettori dalle urne è una questione di cui tutte le forze politiche si devono fare carico. Debbo peraltro dire che, sotto un certo profilo, è anche una risposta che gli elettori hanno dato a un'Europa che negli ultimi anni si è occupata molto del diametro dei piselli e poco degli interessi dei cittadini europei»
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