Rassegna Stampa

Centrodestra: 'Qui la locomotiva' Ma tra pochi giorni sara' in Abruzzo

Data: 04/02/2023

Il sindaco di Castel di Sangro: «Stiamo facendo un museo ferroviario il mezzo a vapore verrà valorizzato, idem la partnership con Piacenza»

Fa discutere l'improvvisa uscita dal letargo in cui da decenni era caduta la locomotiva a vapore lasciata nell'incuria in un'area periferica lungo via Diete di Roncaglia all'unico riparo di una tettoia. Il risveglio seguito alla delibera della giunta che dispone la donazione del cimelio ferroviario al Comune di Castel di Sangro (L'Aquila) che l'ha richiesta per farne pezzo da esposizione permanente è accompagnato da polemiche subito sollevate dall'opposizione consiliare di centrodestra: prese di posizione e raccolte di firme (v. articolo a lato) per protestare contro il trasferimento e perorare la «valorizzazione della locomotiva a livello locale». Iniziative a tempo scaduto, vien da dire alla luce dello stato di avanzamento della pratica. Interpellato da "Libertà", il sindaco di Castel di Sangro, Angelo Caruso, spiega che la ditta per il trasporto in Abruzzo del mezzo storico «è già stata ingaggiata », e «nel giro di una decina di giorni » la locomotiva sarà a destinazione. Per essere collocata non davanti alla stazione della cittadina abruzzese, come era sembrato leggendo la delibera di giunta che parla di esposizione «negli spazi antistanti la stazione ferroviaria» (v. "Libertà" di ieri), bensì «nel parco ferroviario museale che stiamo allestendo», fa sapere il sindaco: «Abbiamo una linea regionale che è stata soppressa, o meglio riconvertita su binario Fs, e le aree che si sono liberate le abbiamo destinate a zona residenziale e altre funzioni, ma anche valorizzando i particolari aspetti ferroviari e gli elementi che già ci sono come i binari su cui posizionare i pezzi museali di cui ci stiamo dotando, abbiamo già due vagoni storici». Della presenza a Piacenza di una locomotiva a vapore idonea al sito in allestimento Caruso spiega di essere venuto a conoscenza tramite il Dopolavoro ferroviario della sua città. In effetti è il Dopolavoro piacentino ad avere avuto dal 1994 il mezzo in comodato gratuito dal Comune per custodirlo nell'area di proprietà di RfI (Rete ferroviaria italiana) in via Ongina, dirimpetto alla Cementirossi, dove da tempo era stato collocato. A «circa tre mesi fa» il sindaco di Castel di Sangro fa risalire l'invio a Piacenza della manifestazione di interesse per la locomotiva. Destinatario Palazzo Mercanti che ne è proprietario dal 1991, quando l'aveva acquistata al prezzo di 1.666.000 lire (oggi pari a 860,42 euro). « Il Comune di Piacenza verrà valorizzato, ne sarà evidenziato il ruolo di partner nell'allestimento del museo e si darà conto della storia piacentina della locomotiva », assicura Caruso. Nel motivare l'assenso alla richiesta di Castel di Sangro, la giunta ha spiegato che a monte c'è la volontà comunicata di recente da Rti di «riutilizzare e riqualificare l'area» di via Ongina liberandola dalla locomotiva. Il Comune «non ha a disposizione un luogo ove poter tenere in deposito il bene e non vi è un luogo ove si possa esporlo al pubblico », viene annotato. Oltretutto «la locomotiva versa in totale stato di degrado e abbandono, necessitando di costosi lavori di ripristino e manutenzione straordinaria, inoltre anche l'area di deposito si trova in stato di incuria tale che non è ipotizzabile prevederne l'accesso per consentire, a chi interessato, di vedere la locomotiva». E, considerato infine che «il bene è stato inventariato » nel gennaio 2016 «con valore stimato pari a 1 euro totalmente ammortizzato», la richiesta di Castel di Sangro «risulta accoglibile, atteso il perseguimento dell'interesse pubblico: da un lato, infatti, si solleva il Comune di Piacenza, senza che si sostenga alcuna spesa, dall'obbligo di recuperare il bene (con elevati costi a carico dell'Ente) e di trovarne un'allocazione stabile (allo stato, non risulta nemmeno ravvisabile una sistemazione provvisoria) e, dall'altro lato, si ripristinerebbe e valorizzerebbe un bene che si sta deteriorando, la cui storia è legata al Comune di Piacenza, con conseguenti vantaggi in termini di conoscibilità e visibilità della nostra città». Via libera, dunque, alla cessione sotto forma di «donazione di modico valore» al Comune abruzzese a cui spettano cura e spese di recupero e trasporto. Risale ai primi anni Ottanta il dibattito che attraversò la politica piacentina sulla collocazione della locomotiva a vapore. "Libertà" lo ricostruiva in un articolo dell'agosto 2009 in cui parlavano i protagonisti dell'epoca: «Era stata un'idea di Bruno Montanari, assessore provinciale al Bilancio e Patrimonio e soprattutto capostazione di lunga carriera che si adoperò per far acquisire alla comunità piacentina una vecchia locomotiva a vapore», ricostruiva Carlo Berra, la sua idea «era di collocarla, come un grande giocattolo per i bambini, ai giardini della stazione, ma l'operazione, non so perché, non venne conclusa». Il sindaco del tempo, Stefano Pareti, annotava che «per la collocazione servivano una cifra non indifferente e il permesso della Soprintendenza ai beni ambientali, abbiamo lasciato perdere». E Aldo Lanati, assessore alla Cultura di quella giunta, riferiva di restauri svolti all'ex Arsenale a metà anni '80. Nel 1994 l'allora consigliere comunale Tommaso Foti, con una interrogazione, poneva la questione della locomotiva a vapore abbandonata, prima sui binari dell'ex linea ferroviaria per Bettola sotto il tunnel di viale Patrioti, poi su un binario morto della stazione. A quel punto veniva presa in consegna dal Dopolavoro ferroviario che la spostava nella suddetta area di via Ongina.

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