Rassegna Stampa

Multa bis per la sosta torna la protesta ma non si puo' levare

Data: 16/12/2022

Invano nel mirino dell'ex giunta, resta vigente la doppia sanzione per posteggio vietato. Tarasconi: «Mani legate, è nell'appalto col gestore»

« Al momento, essendo in contratto, non possiamo fare nulla. In sede di ricontrattazione bisogna capire se si può modificare». Per la doppia multa per divieto di sosta non è ancora tempo di de profundis. Lo fa sapere la sindaca Katia Tarasconi alzando bandiera bianca di fronte a previsioni contrattuali che, a quanto pare, rendono blindato il doppio bollettino da pagare in caso di veicoli in sosta vietata, modalità sanzionatoria che ciclicamente solleva la protesta degli automobilisti (l'ultima su "Libertà" del 13 dicembre) e contro la quale si era scagliata la giunta Barbieri promettendo di eliminarla.

Patto a insaputa dell'utente 
Nel mirino non è la sanzione strettamente stradale per chi non espone il tagliando del parcometro o prolunga più del dovuto il parcheggio sulle strisce blu, ma quella aggiuntiva per violazione del contratto tra chi posteggia e il concessionario della gestione della sosta a pagamento. Accade infatti che tra l'automobilista e il gestore si perfeziona tacitamente, all'insaputa del primo, un contratto di natura privatistica giustificato con la necessità di intensificare la lotta all'evasione tariffaria. Non è un obbligo, ma una facoltà che la normativa dal 1997 consente ai Comuni di inserire negli appalti di concessione e che nel 2020 è stata inquadrata all'interno dello stesso Codice della Strada.

Il contratto del 2012 
A Piacenza optò di avvalersene la giunta Dosi che nel dicembre 2012 aggiudicò il bando per la gestione per 27 anni dei parcheggi a pagamento in tutta la città (2.600 strisce blu): in sostanza dall'1 gennaio 2014 chi sosta irregolarmente, oltre alla multa prevista dal codice della strada (42 euro o 25 euro), deve pagare una penale così determinata: 20 euro per le strisce blu più a ridosso del centro, 15 per gli altri posteggi, 8 per chi non rinnova il tagliando. Una parte dell'introito va al Comune, una parte al gestore che inizialmente era Apcoa, poi Piacenza Parcheggi e oggi Global parking solution (Gps).

« La questione è complessa, tocca competenze amministrative trasversali, ma la risolveremo perché è una promessa da mantenere, oltretutto è una battaglia della Lega e vogliamo portarla a casa», dichiarava un anno e mezzo fa l'allora assessore (leghista) alla mobilità Paolo Mancioppi, assicurando che non sarebbe rimasto lettera morta l'impegno preso nel 2019 dalla giunta Barbieri di togliere le doppie multe.

L'impegno del centrodestra 
La protesta degli automobilisti la coalizione di centrodestra in carica dal 2017 l'aveva fin da subito fatta sua. Fino a formalizzarla nella primavera 2019 in consiglio comunale dove a larghissima maggioranza (astenuto il Pd) fu approvato un ordine del giorno (odg) della Lega, appoggiato anche da FdI, per chiedere alla giunta di eliminare le doppie multe. «Un atto punitivo verso i cittadini », le definì Lorella Cappucciati (Lega) nel presentare l'odg , «una cosa sgradita da tutti, chi prende la multa la deve pagare, ma pagarne due è eccessivo: avremo 100mila euro in meno sul bilancio del Comune? Dispiace ma occorre rispondere ai cittadini. Un'amministrazione di centrodestra le tasse le toglie». E anche se dalla maggioranza una voce autorevole come quella di Tommaso Foti (FdI ) si levò a suggerire di approfondire la questione con gli uffici legali («La doppia sanzione è un beneficio per Apcoa e pure per il Comune, consiglierei di agire con prudenza e di far vagliare bene la cosa dall'avvocatura comunale perché Apcoa è brava a gestire parcheggi, ma anche nel fare cause»), l'odg trovò la robusta sponda dell'assessore Mancioppi che si disse pronto ad assecondare la richiesta.

Il nodo di piazza Cittadella 
A due anni di distanza (v. "Libertà" 10 aprile 2021), Mancioppi ribadiva l'impegno all'abolizione (« La questione sta a cuore all'amministrazione»), non mancando peraltro di rimarcare polemicamente che si trattava di qualcosa «ereditato da altri». Sottolineatura in cui si poteva cogliere l'implicito riferimento a un dato nuovo rispetto all'odg di due anni prima. E cioè lo spinosissimo negoziato in atto da settembre 2020 con Gps (ex Piacenza Parcheggi) che riguarda l'appalto da 12 milioni assegnato nel 2012 dal Comune non solo per la gestione delle strisce blu, ma anche per la realizzazione di un posteggio interrato in piazza Cittadella e la riqualificazione dello spazio in superficie. Di tutta evidenza l'intreccio con il nodo delle doppie multe. Partendo dalla richiesta del concessionario di ridefinire l'equilibrio economico-finanziario dell'appalto tenendo conto dell'impatto dell'epidemia sugli introiti della sosta a pagamento la cui gestione è in corso dal 2013, nella trattativa inevitabilmente è entrato ciò che più premeva all'amministrazione di centrodestra: dallo stralcio del posteggio interrato, sin qui mai iniziato e di cui la sindaca Barbieri aveva sempre lasciato intendere che avrebbe fatto volentieri a meno, all'eliminazione della doppia multa per la sosta irregolare.

La multa bis vince le cause 
Il tavolo per il riequilibrio economico- finanziario la ex giunta, a riprova di quanto fosse spigoloso, lo ha tenuto aperto fino alle elezioni dello scorso giugno. Al pettine della nuova amministrazione i nodi sono giunti insoluti, come le parole della sindaca sulle doppie sanzioni dimostrano. E i cittadini multati continuano a dover pagare due volte. Salvo ricorsi che però sin qui non risultano avere avuto grande accoglimento. Per la verità, nell'agosto 2016, la Corte di Cassazione, pronunciandosi su un caso di sforamento orario del ticket partito dal Tribunale di Chiavari, aprì una strada mettendo uno spartiacque tra illecito amministrativo e inadempimento contrattuale. In soldoni: sì all'iIllecito amministrativo - e dunque alla sanzione destinata alle casse del Comune - che però non si trasforma in inadempimento contrattuale, ovvero il secondo bollettino da pagare al gestore dei parcheggi. E d'altra parte fin da subito tra i legali prevaleva lo scetticismo sul fatto che la pronuncia della Cassazione si traducesse in un conseguente univoco orientamento da parte dei giudici di pace chiamati a valutare i singoli casi.

Libertà

facebbok

Rassegna Stampa

TommasoFoti
powered by Blacklemon Srl