Rassegna Stampa

Commissioni parlamentari - Ultime trattative tra i partiti

Data: 08/11/2022

Slitta al Senato la riunione degli organismi permanenti per votare i loro Presidenti

Slitta da mercoledì a giovedì il voto per i presidenti delle Commissioni permanenti in Senato. La scelta, che invece non riguarderà la Camera, sarebbe motivata dalla volontà di anticipare a dopodomani la votazione sull'aggiornamento della Nadef e la relazione sullo scostamento di bilancio, ma anche dal braccio di ferro interno agli azionisti di maggioranza per aggiudicarsi i posti di vertice. Al sudoku delle presidenze, l'ultima chance per i partiti di aumentare il proprio peso parlamentare, partecipano tanto il centrodestra, quanto le opposizioni (ma queste ultime solo per le Commissioni di garanzia e speciali). Tutti saranno impegnati nelle limature fino all'ultimo momento utile. Le 24 commissioni permanenti - 14 a Montecitorio e 10 a Palazzo Madama - sono tasselli essenziali nell'azione di governo. Nel centrodestra dovrebbe tenere l'intesa di massima sulla distribuzione. A FdI, secondo l'accordo raggiunto, andrebbero metà delle presidenze, ovvero 12 (7 alla Camera e 5 al Senato). La ratio è quella di «incrociare» il più possibile ciascun ministero con i presidenti delle relative commissioni, in modo tale che se un ministro viene da una forza politica, questi incarichi (salvo alcune eccezioni) vadano alle altre. Nel partito di Giorgia Meloni resta da riempire anche la casella dei capigruppo con in pole i nomi di Lucio Malan per il Senato e Tommaso Foti per la Camera. Alla Lega dovrebbero spettare sette presidenze (4 a Montecitorio e 3 a Palazzo Madama). In questo quadro Forza Italia incasserebbe cinque presidenze (3 alla Camera e 2 al Senato).Altrettanto complicata è la trattativa tra i partiti dell'opposizione su Vigilanza Rai e Copasir. Per il Comitato per la Sicurezza crescono le quotazioni del dem Francesco Boccia (insidiato da Enrico Borghi e Lorenzo Guerini), mentre per la Vigilanza si fanno i nomi di Stefano Patuanelli e Alessandra Todde, entrambi del M5s. Il terzo polo, rimasto a bocca asciutta sulle vicepresidenze, sta sulle barricate pronto a contendere il ruolo al Movimento con Maria Elena Boschi.

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