Rassegna Stampa

Ius scholae, effetto Tajani a Piacenza FI segue il segretario e la Lega boccia

Data: 24/08/2024

Scalda il dibattito su possibili nuovi diritti alla cittadinanza in una provincia che è al secondo posto in Italia per numero di studenti stranieri

Tra adesioni convinte, distinguo e contrarietà nette, rimbalza a livello locale il dibattito sullo ius scholae che sta infiammando la scena politica agostana e agita la maggioranza. Un problema che non può non essere sentito a Piacenza, seconda città d'Italia per presenza di studenti di origine straniera: sono il 25,2%, dopo Prato che ne ha il 28%. Da noi, come è facile aspettarsi, le segreterie politiche seguono i leader nazionali, mentre nelle parole dei sindaci del centrodestra emerge qualche sfumatura che rende evidente come, al di là delle contrapposizioni ideologiche, ci siano problemi pratici da risolvere. Partiamo dalle segreterie dei partiti. Misurate suonano le parole di Marcello Minari, segretario piacentino di Forza Italia, secondo il quale Antonio Tajani, nel suo intervento al meeting di Rimini, «ha detto cose di buon senso». E spiega che «essere contro l'integrazione di persone che vogliono lavorare è anacronistico », anche se «bisogna distinguere tra immigrazione legale e illegale». Chiarito ciò, dice di non voler alimentare polemiche. «Come segreteria territoriale non possiamo far altro che seguire le indicazioni di quella nazionale e se questo tema dovrà entrare nell'agenda di governo non spetterà a noi dirlo». Ma tiene a puntualizzare che «ci sono temi molto più importanti e stringenti da affrontare». Più netta la presa di pozione di Luca Zandonella, segretario provinciale della Lega. Gioco facile, per lui, seguire Salvini e i leader del partito nell'op-porsi all'apertura espressa da Tajani verso l'iter di cittadinanza ottenuto al completamento di un ciclo scolastico. «Come Lega siamo assolutamente contrari - dice Zandonella - il tema dello ius scholae non era nel programma di governo. I cittadini hanno votato un chiaro programma, che non può essere cambiato in corso d'opera su un argomento così importante». Passiamo ai sindaci. Paola Galvani, prima cittadina di Rottofreno e dirigente locale di Forza Italia, si dice «in linea con Tajani». Un posizione naturale, spiega, per un partito che rappresenta «il centro moderato, con una visione liberale ed europeista ». E sì, riconosce insieme al segretario nazionale che lo ius scholae non è nel programma di governo. « Ma questo non significa che non se ne possa parlare e che in una coalizioni non possano esserci opinioni diverse». Ricorda come nel comune di Rottofreno l'integrazione dei cittadini stranieri avvenga grazie ad associazioni attive da molti anni. «Un paese civile non può chiudersi in se stesso, deve aprirsi alle culture». Ma le regole, aggiunge, vanno insegnate. « Per esempio, ci sono immigrati che per la prima volta hanno trovato ospitalità nel nostro comune e non avevano idea di cosa fosse la raccolta differenziata. Glielo abbiamo dovuto spiegare». Per il sindaco leghista di Ziano Manuel Ghilardelli «gli stranieri, anche senza cittadinanza, godono già di tutti i diritti fondamentali, dallo studio, all'assistenza». Non vede la necessità di introdurre un ulteriore diritti alla cittadinanza per bambini che abbiano completato un ciclo scolastico, come propone Forza Italia, «anche perché chi ha vissuto ininterrottamente e legalmente in Italia ha già la possibilità di diventare cittadino al compimento del diciottesimo anno d'età». Il problema, piuttosto, sono i tempi della burocrazia. Una riflessione che Ghilardelli fa pensando alle vicissitudini di alcuni concittadini di origine straniera: «Credo che per chi ha il diritto di diventare cittadino italiano le procedure dovrebbero essere snellite, a volte ci vogliono anni per ottenere i documenti. Lasciamo la legge com'è, ma rendiamo l'iter più rapido ». Categorica la bocciatura dello ius scholae da parte della sindaca di Castelsangiovanni Sara Stragliati, esponente della Lega. «Non ce n'è alcun bisogno, in Italia i diritti dei minori sono tutelati e garantiti a tutti i livelli». E spiega di non aver mai ricevuto richieste e lamentele da famiglie straniere sia come sindaca, sia nel suo lavoro di psicologa nei comuni del Lodigiano (Sant'Angelo, Marudo e Borghetto) dove lavora proprio nell'ambito della tutela dei minori. «Non mi pare che quella dello ius scholae sia un'esigenza sentita, mi pare piuttosto una strumentalizzazione politica». «Essere italiano, essere europeo ed essere patriota non è legato a sette generazioni, ma a quello che sei tu», aveva scandito Tajani e Rimini. Dichiarazione che certamente non gradite dal Carroccio. Se lo scontro frontale è tra Forza Italia e Lega, in gioco c'è una maggioranza che comprende anche Fratelli d'Italia, il partito della premier Giorgia Meloni. Per il parlamentare piacentino Tommaso Foti lo ius scholae « Non è una priorità». Intervistato dal Corriere della Sera, il capogruppo di FdI alla camera precisa: «Sullo ius scholae, come sullo ius culturae, bisognerebbe fare un po' di esegesi. È così urgente questa riforma? Da nove anni il Parlamento se ne occupa e non l'ha mai portata a termine. Nel 2015 fu approvato lo ius culturae alla Camera, col Pd al governo. Nel 2017 al Senato fecero mancare il numero legale per non approvarla, altrimenti sarebbe caduto il governo Gentiloni». E sottolinea: « È legittimo che un partito possa sottolineare una proposta che non è nel programma elettorale della maggioranza, né di FdI, né della Lega e nemmeno di FI. È legittimo che Tajani lo ritenga un argomento di discussione, ma lo è anche individuare delle priorità, che poi non toccherebbe certo all'opposizione decidere». Una questione che il sindaco di Alta Valtidone Franco Albertini, esponente di Fratelli d'Italia, liquida come «inesistente, una polemica estiva ». E tra il serio e il faceto fa un paragone con i villeggianti. «D'estate il paese si riempie di gente che ha le seconde case e ognuno ha qualcosa da dire, tutti professori, poi se ne vanno e ritorna la calma». Quindi ragiona: « Mi sembra un falso problema perché percorsi per ottenere la cittadinanza esistono già. Ma non voglio dire che il tema dell'integrazione e degli accoglimenti non sia importante. Sicuramente è un fenomeno che va gestito, altrimenti prende strade sbagliate. Bisogna prima di tutto capire cosa s'intende per integrazione e come affrontarlo ». E conclude: «Non si può essere così arretrati da negare il diritto di cittadinanza agli immigrati, detto ciò non mi pare una questione fondamentale ».

Libertà

facebbok

Rassegna Stampa

TommasoFoti
powered by Blacklemon Srl