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La premier a Tripoli: 'Stop ai trafficanti' Critica dura di Sea-Watch, lei risponde

Data: 18/07/2024

La lotta ai trafficanti di esseri umani deve essere il caposaldo della gestione dei flussi migratori. Giorgia Meloni ha creato una coalizione su questo fronte nell'ambito del G7 e punta in questo senso a una più stretta collaborazione anche con i Paesi del Nord Africa. Inclusa la Libia, dove la premier assieme al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha partecipato al Trans-Mediterranean Migration Forum, puntando sull'assunto che «i migranti illegali sono nemici di quelli legali: negli ultimi anni in Italia non abbiamo potuto consentire di venire a molti migranti legali perché ne avevamo troppi irregolari». Il governo di unità nazionale di Tripoli, guidato dal primo ministro Abdul Hamid Mohammed Dabaiba, fra i tanti problemi di un Paese spaccato in due e in costante instabilità, deve gestire la presenza di «2,5 milioni di stranieri, la maggior parte dei quali entrati in Libia irregolarmente », come ha spiegato in questi giorni il ministro dell'Interno ad interim Emad Trabelsi. E il ruolo delle organizzazioni criminali dietro il fenomeno è descritto dai racconti dei migranti soccorsi dalle navi delle Ong, come quelli salvati a fine giugno dalla Geo Barents. Delle ultime ore è un esposto alla Procura di Roma di Mediterranea Saving Humans, contro «la cosiddetta Guardia costiera libica » che, con una delle motovedette donate nel 2018 dall'Italia, il 4 aprile ha aperto il fuoco contro naufraghi e soccorritori durante un intervento della Mare Jonio in acque internazionali. E un'altra ong, la Sea-Watch International, sui social ha attaccato Meloni e Piantedosi per aver accolto l'invito in Libia: «Di qualunque cosa parlino, probabilmente mira ad aumentare il numero di uccisioni nel Mediterraneo. Auguriamo loro tutto il peggio ». Meloni ribatte: «La ONG Sea Watch, che non ha nulla da dire sugli scafisti che si sono arricchiti uccidendo migliaia di persone, augura a noi "tutto il male possibile dal profondo del cuore" perché andiamo in Libia a confrontarci su come fermare l'immigrazione illegale creando sviluppo»

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TommasoFoti
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