Rassegna Stampa

L'Anpi contro Meloni sulle Ardeatine 'Dica che lì morirono gli antifascisti'

Data: 25/03/2024

«La premier parla di massacro nazista» Per l'associazione dei partigiani così si omette il ruolo giocato dal regime

Ancora polemiche sull'omaggio alle vittime delle Fosse Ardeatine. Come un anno fa, quando il ricordo della premier Giorgia Meloni dei «335 italiani innocenti massacrati» sollevò la reazione di Anpi e della sinistra per non avere sottolineato l'estrazione antifascista delle vittime, ora è sempre l'Associazione partigiani ad andare all'attacco. L'Anpi infatti critica il messaggio della presidente del consiglio che parla della responsabilità dei nazisti «dimenticando le responsabilità dei fascisti». «Oggi l'Italia onora e rende omaggio alla memoria delle 335 vittime dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, terribile massacro perpetrato dalle truppe di occupazione naziste come rappresaglia dell'attacco partigiano di via Rasella. L'eccidio è una delle ferite più profonde e dolorose inferte alla nostra comunità e ricordare cosa accadde in quel funesto 24 marzo di ottant'anni fa è un dovere di tutti », ha sottolineato Meloni. Parole che suscitano la reazione dell'associazione dei partigiani. «Ancora una volta la presidente del consiglio omette e confonde. Non parla della responsabilità dei fascisti italiani a cominciare dal questore Caruso che fu condannato a morte per aver approntato la lista di 50 persone da sopprimere. Non dice che le vittime furono in grande maggioranza antifascisti ed ebrei. È la solita rilettura capziosa della storia che tende sempre a coprire le responsabilità dei fascisti e a negare il valore dell'antifascismo», sono le parole di Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale dell'Anpi. E se il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera Tommaso Foti ricorda i «335 italiani trucidati dalle truppe di occupazione naziste» di «orrori del nazifascismo » parla invece, nel suo omaggio alle vittime dell'eccidio, la segretaria del Pd Elly Schlein che stigmatizza anche chi «vorrebbe cancellarne la memoria», un riferimento a chi vorrebbe riscrivere la storia. Il forzista Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera, ricorda «la grande infamia nazifascista » mentre Rifondazione Comunista chiede a «Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e altri esponenti del partito erede del fascismo di chiedere perdono per i crimini commessi contro il popolo italiano». A ricordare quel momento tragico della storia italiana sono state ieri tutte le maggiori istituzioni del Paese. Per il presidente del Senato Ignazio La Russa «quanto avvenne il 24 marzo 1944 è un orrore di fronte al quale ci si può solo inchinare, confidando e lavorando affinché mai più possa ripetersi una simile atrocità». Per il presidente della Camera Lorenzo Fontana si tratta di «una data simbolo della crudeltà dell'occupazione nazifascista, che deve rimanere scolpita nella memoria collettiva ». L'omaggio sul luogo dell'eccidio è stato invece reso dalla ministra per la Cultura tedesca, Claudia Roth, e dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, presente anche il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida per il quale «è un dovere non dimenticare». Dopo avere depositato una corona di fiori davanti alla lapide commemorativa dell'eccidio, i ministri Roth e Sangiuliano si sono recati al Portico D'Ottavia, alla Sinagoga e al Museo Ebraico dove hanno deposto una corona di fiori. «A mia memoria, credo che mai tre ministri, fra cui uno tedesco - fa notare Sangiuliano - si sono recati insieme al sacrario delle Fosse Ardeatine. La memoria è fondamentale affinché nelle coscienze si radichi il rifiuto del male»

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