Rassegna Stampa

L'era dell'imballo riciclabile 'Rivoluzionera' il mercato'

Data: 21/03/2023

Un traguardo per arrivare prima di tutti. «Oggi quel che conta è la reputazione»

Gli ospiti, in primo piano i parlamentari Tommaso Foti e Elena Murelli

Si chiama Remopack l'ultima frontiera di Nordmeccanica. E' il progetto in corso di realizzazione insieme al Centro di ricerca interdipartimentale per il packaging (Cipack) all'Università di Parma (rappresentata dal rettore): si tratta di realizzare sistemi per la produzione di un packaging alimentare totalmente ecologico e riciclabile. Investimento di circa 6 milioni con un apporto governativo del ministero delle imprese e del Made in Italy di 2,7 milioni di euro «Sarà una rivoluzione per il mercato entro due o tre anni» dice Vincenzo Cerciello, direttore tecnico dell'impresa di Strada Orsina, e prosegue: «abbiamo investito in ingegneria e in ricerca, in innovazione e sostenibilità con adesivi innovativi, senza solventi». Ora si tratta di arrivare, entro un paio d'anni, all'imballaggio totalmente riciclabile, ma capace di garantire la sicurezza degli alimenti, per esempio. Altre direttive europee sul punto usciranno nel 2025, bisogna essere pronti e Nordmeccanica non vuole lasciarsi sfuggire questo primato mondiale. Già oggi l'impresa è partner delle grandi aziende chimiche che testano e sviluppano i loro adesivi su macchine che escono da questi stabilimenti e anche la concorrenza di Nordmeccanica si avvale poi di questi prodotti. «La parola che fa piacere oggi e che conta è "reputazione", fornire il meglio della tecnologia che c'è sul mercato». Il 5 per cento di investimenti in ricerca sul fatturato stanno a dimostrarlo. Poi un cenno sulla carenza di figure tecniche competenti di cui c'è bisogno, è stata mostrata la foto di tre bambini a cui si accende sulla testa una lampadina. « Dovremo andare alle materne e negli asili dice scherzosamente Vincenzo per trovare competenze giovani..., e bisogna presentare progetti innovativi ai giovani perché si sentano parte dell'impresa, dove tutti si muovono insieme». Anche nei due anni della pandemia sono state consegnate 500 macchine, governando all'occorrenza l'allestimento da remoto: «senza mai un ritardo e una penalità, anche Siemens ci ha supportati, come le piccole officine, una filiera solida, in un caso abbiamo consegnato prima che il cliente fosse pronto con il capannone». L'azienda piacentina è stata raccontata in tutti i suoi aspetti, a cominciare dai sei stabilimenti, quattro in Italia ( a Piacenza tre stabilimenti ricoprono un totale di 30mila mq), uno in Cina, a Shanghai e uno negli Stati Uniti a New York.

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