Rassegna Stampa

L'Italia pronta a bloccare la norma sulle case green

Data: 14/01/2023

L'Ue vuole accelerare ma il primo voto all'Eurocamera slitta Fdi: «Una patrimoniale camuffata». Non in regola 2 immobili su 3

La presidenza di turno svedese dell'Unione europea si impegna ad approvare la cosiddetta direttiva sulle case green entro sei mesi. Ma l'Italia è pronta a dare battaglia e a bloccare una normativa che di fatto imporrebbe l'obbligo di ristrutturare entro il 2030 due immobili su tre, per renderli più efficienti da un punto di vista energetico. Il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Tommaso Foti, ha infatti annunciato la presentazione di una risoluzione in Parlamento per chiedere al governo Meloni di scongiurare l'approvazione di quella che definisce «una patrimoniale camuffata»: «La casa è sacra e non si tocca», ha affermato, raccogliendo anche il grido d'allarme dei proprietari. Confedilizia prefigura una tensione «senza precedenti» sul mercato delle ristrutturazioni, «una perdita di valore della stragrande maggioranza degli immobili italiani e, di conseguenza, un impoverimento generale delle famiglie». Mentre la presidente dell'Ance, Federica Brancaccio, chiede «subito un sistema strutturato di incentivi statali mirati e stabili». Non sarebbero in regola con le nuove norme, secondo i dati dell'associazione dei costruttori, oltre 9 milioni di edifici su 12,2 milioni. Del resto, il 74% degli immobili, in Italia, è stato realizzato prima dell'entrata in vigore della normativa completa sul risparmio energetico e sulla sicurezza sismica. Gli attestati di prestazione energetica emessi nel 2020 si riferiscono nel 75,4% dei casi a immobili nelle classi più inquinanti: E, F, G. Quest'ultima, in particolare, incide per oltre un terzo (35,3%), secondo il monitoraggio Enea-CTI. La bozza della direttiva, parte del pacchetto Fit for 55, prevede che gli edifici residenziali e le unità immobiliari dovranno raggiungere entro il primo gennaio 2030 almeno la classe energetica E, ed entro il primo gennaio 2033 almeno la classe di D. Sarebbero previste delle eccezioni, a partire da quella per gli immobili riconosciuti di interesse storico. Il testo presentato dal relatore del Parlamento europeo, l'irlandese Ciaran Cuffe (Verdi europei), introduce anche maggiori tutele sociali per i proprietari, con l'utilizzo del Fondo sociale per il clima e dei finanziamenti del Recovery. L'eurodeputato vorrebbe poi inserire nella direttiva ambiziosi target per le pompe di calore e incoraggiare i Paesi Ue a promuovere «ristrutturazioni di comunità» a livello di quartiere. Il primo voto è atteso in commissione industria dell'Europarlamento il 9 febbraio, a oltre un anno da quando il testo è stato presentato dalla Commissione, a dicembre 2021. Ora però Bruxelles vuole accelerare.Ma il percorso si presenta accidentato. E non è un caso che la prima votazione. originariamente prevista per il 24 gennaio, sia slittata, per consentire lo smaltimento degli oltre 1.500 emendamenti pervenuti. Intanto l'europarlamentare di Fdi Nicola Procaccini ha avvisato che il gruppo Conservatori e riformisti si opporrà alla direttiva che, a suo parere, sarebbe un esempio del «cieco fanatismo ideologico» delle politiche ambientali di Bruxelles.

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