Rassegna Stampa

Meno eletti per Piacenza, da 5 potrebbero scendere a 2

Data: 12/08/2022

Da cinque a due parlamentari così rischiamo di "dimagrire"

In base alle indiscrezioni solo Foti (FdI) e De Micheli (Pd) certi di rielezione. La Lega pensa di paracadutare qui Giorgetti

In attesa di conoscere le candidature ufficiali - il termine ultimo per il deposito delle liste è tra il 21 e il 22 agosto - un rischio concreto si staglia all'orizzonte: salvo clamorose sorprese, la pattuglia di parlamentari piacentini pare destinata a subire una pesante cura dimagrante rispetto all'abbondanza che ha contraddistinto la legislatura che si è appena conclusa. Se nel 2018 furono eletti ben cinque piacentini tra Camera e Senato, questa volta a staccare il pass per il Parlamento potrebbero essere solo in due, tre ad essere baciati dalla fortuna. Tale scenario si concretizzerebbe come somma di una combinazione di fattori: la riduzione del numero di parlamentari, da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori; la nuova ripartizione in collegi territorialmente più vasti; e le alchimie dei partiti che, unite agli appetiti dei vari territori, potrebbero penalizzare un territorio, il nostro, meno "potente" rispetto ai cugini di Parma.

L'exploit del 2018 
Breve flashback. Nel 2018 Piacenza salutò con entusiasmo l'elezione di ben cinque rappresentanti di casa nostra tra Camera e Senato: accanto ai veterani Pier Luigi Bersani (Liberi e Uguali), Tommaso Foti (Fratelli d'Italia) e Paola De Micheli (Pd), le new entry furono rappresentate dai leghisti Elena Murelli e Pietro Pisani. L'exploit del Carroccio piacentino fu il frutto anche di una coincidenza fortunata se è vero che Pisani ebbe la certezza di essere candidato nel collegio uninominale del Senato soltanto la sera prima della chiusura delle liste mentre la podenzanese Murelli, collocata al secondo posto nel listino del proporzionale alla Camera, riuscì ad entrare grazie al fiume di voti leghisti che si riversò in quella tornata anche nella nostra regione.

Condizioni mutate 
Oggi le condizioni sembrano mutate. Con i già annunciati ritiri dalla contesa elettorale di Bersani e Pisani, i due ragionevolmente certi di proseguire l'avventura romana sono Foti e De Micheli. Al primo, da ormai trent'anni leader indiscusso del centrodestra piacentino, Giorgia Meloni avrebbe spalancato le porte dell'uninominale della Camera, collegio ritenuto a prova di bomba per la coalizione. Fosse dunque eletto, per Foti sarebbe la sesta legislatura a Montecitorio (non è mai stato senatore), ormai la sua seconda casa fin dal lontano 1996 se si eccetua l'assenza nel quinquennio 2013-2018. L'ex ministra dem, che gode dell'assoluta fiducia del segretario nazionale Enrico Letta, potrebbe essere invece la capolista del proporzionale alla Camera, collocazione che le garantirebbe l'elezione. Per lei, in Parlamento dal 2008, sarebbe la quarta legislatura consecutiva.

Doppia pista 
I giochi per Piacenza potrebbero finire qui. A meno di sorprese favorevoli, si diceva, che portereb- bero a ingorssare la colonia piacentina a tre rappresentanti. Due le piste. Una, che appare ai limiti dell'impossibile, è quella che vedrebbe Forza Italia vincere il braccio di ferro con la Lega per avere un proprio candidato all'uninominale del Senato (altro collegio considerato dal centrodestra sicuro). In tal caso gli azzurri potrebbero inserire in quella casella l'ex sindaca Patrizia Barbieri nonostante i malumori della sezione locale del partito (che invece ha già annunciato di voler punta su Gianluca Argellati, sindaco di Vigolzone). L'altra pista, anche questa disseminata di ostacoli ma più realistica, è che in questo collegio venga inserito un piacentino doc della Lega. «Ma è comunque molto difficile» si lascia scapparequalcuno. A guardar bene le dinamiche di questi giorni interne al Carroccio, infatti, i ragionamenti del trio Salvini-Giorgetti-Calderoli vanno in altra direzione. L'ultima indiscrezione che circola dice che in tale collegio - che comprende le province di Piacenza, Parma e una parte di quella di Reggio Emilia potrebbe essere paracadutato niente meno che lo stesso Giorgetti. Stando ad alcune letture l'eventuale decisione di candidare il ministro dello Sviluppo Economico sul nostro territorio, un "mostro sacro" del movimento, risponderebbe anche alla necessità di evitare pericolosi derby tra le sezioni del partito di Piacenza e Parma. Così fosse tutte le speranze di elezione di un piacentino sarebbero riposte nei collegi proporzionali dove i big leghisti stanno usando il bilancino per non scontentare nessuno tra i territori di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena. E' chiaro però che con i nuovi collegi, Parma parte in vantaggio rispetto a Piacenza. Si dice che con i sondaggi di questo periodo, i posti con elezione garantita per la Lega siano solo quelli da capolista in entrambi i rami del Parlamento: ci sarà spazio per un piacentino? Il consigliere regionale Matteo Rancan ha finora detto che non si sarebbe candidato, ma di fronte a un posto da capolista alla Camera (al Senato non ha l'età per essere candidato) potrebbe anche vacillare. Vox populi dice che, alla fine, un piacentino dovrebbe trovare posto in uno dei listini. Quanto gradito, però, è tutto da vedere.

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