Rassegna Stampa

Reboli, oggi l'ultima partita - attesi tifosi da tutta Italia

Data: 23/04/2022

Il funerale alle 11 allo stadio Garilli. Ieri sfilata di amici e colleghi alla camera ardente

Anche il meteo si è allineato alla mestizia della giornata. La bara di Davide Reboli arriva su una Mercedes argento ed è accolta dallo stadio da una pioggerella all'inglese e da non più di una decina di gradi. La adagiano sotto un gazebo bianco, montato ai piedi di quella Curva Nord che è stata la sua casa per decenni, prima che venisse chiusa. Sulla cassa di legno, la maglietta biancorossa con "Reboli" sulla schiena e una foto incorniciata di Davide che scandisce cori con un megafono fra le mani, intorno striscioni e corone di fiori di familiari e amici. Inizia così, con la camera ardente, il lungo saluto al capo ultrà più famoso d'Italia, morto all'improvviso: avrebbe compiuto 53 anni all'inizio di settembre. Il comitato d'accoglienza, spontaneo, vede ovviamente in prima fila i fratelli Paolo, Emanuele (in piumino Piacenza Calcio) e Daniele (Cece), la sorella Carla. Per loro sono abbracci continui, pacche sulle spalle, ma i "fratelli" della Curva riescono anche a stemperare l'emozione profonda, a ricordare i momenti nei quali Davide sapeva, pur nell'ambito di una fede cieca e assoluta, fare ridere. «Per lui c'era solo il Piace - ricorda Simone -, ma quello grande e imbattibile. Vedeva il presente come un momento di passaggio per tornare in cima al calcio». «Ogni volta che lo incontravo - ricorda Cristiano Scazzola, l'allenatore di oggi - mi chiedeva solo una cosa: vincere. E mi ricordava solo questa frase: mister, noi siamo il Piace...». La sua scomparsa ha fatto letteralmente il giro del mondo: centinaia di migliaia di visualizzazioni, i video delle ramanzine alla squadra riproposti in ogni dove. Alla commemorazione di venerdì sera allo stadio c'erano anche quattro ultras del Bayern Monaco, oltre a quelli di tante altre società, comprese quelle tradizionalmente rivali: Cremonese e Reggiana. Ieri mattina si sono visti i rappresentanti delle Curve di Juventus e Bologna. Quelli dell'Inter lo hanno ricordato con uno striscione a San Siro: "Adesso veglia sul tuo Piacenza". E stamattina, quando alle 11 ci saranno i funerali, è previsto davvero il boom: già annunciata l'adesione di tutte le società vicine, ma anche di Foggia, Catania, Casarano, Palermo e Bari. Ci dovrebbe essere anche Pippo Inzaghi, che nelle scorse ora ha parlato al telefono con Emanuele. Torniamo alla camera ardente all'aperto di ieri. In mattinata, ecco un pezzo di quel vecchio Piace che lui tanto amava: De Vitis, Moretti, Lucci, Piovani. Li ha incitati per anni fino a seccarsi la gola, non lo hanno dimenticato. Sempre in mattinata, ha fatto un passaggio anche il questore Filippo Guglielmino, anche a prendere visione della situazione logistica in vista del rito di stamattina, è passato l'onorevole Tommaso Foti, è passato il direttore sportivo Massimo Cerri, decine e decine di tifosi di oggi e di ieri, rappresentanti del calco dilettantistico. C'è anche Marco Scianò, direttore generale biancorosso. Lo stadio è rimasto aperto fino alle 20, dalla tarda mattinata ha smesso di piovere, la fine dell'orario lavorativo ha accelerato l'afflusso. Fra i tanti, una coppia con il piccolissimo figlio, che aveva appena lasciato l'ospedale. Dunque, oggi il funerale: appuntamento alle 11 sempre allo stadio, ma questa volta sotto il settore distinti, diventato il centro del tifo negli ultimi anni, che ospiterà la prevedibile massa di partecipanti. Sarà il saluto finale, che si svolgerà in rigoroso silenzio, ma non la cancellazione del ricordo. Davide è stato personaggio, a modo suo, in vita come nella morte. Sempre fedele a se stesso e alla logica ultrà, dalla quale è facile dissentire in certi casi, ma che ha sue regole precise.

Libertà

facebbok

Rassegna Stampa

TommasoFoti
powered by Blacklemon Srl