SOTTO LA PIOGGIA SCATTA L'APPLAUSO E AL GOTICO IL DIALOGO CON I GIOVANI CHE IMMAGINANO IL FUTURO
La bella lezione di Sergio Mattarella in fondo sta un poche parole e sono una diga contro l'omologazione: « Dobbiamo invece pensare in proprio, è indispensabile. Auguri ragazzi! ». E allora ben venga il Festival del Pensare Contemporaneo, con vivo apprezzamento al «farsi guidare dalla meraviglia» che aiuta i giovani a procedere anche in questa direzione di autonomia e di riflessione critica «a pensare, a riflettere». Reduce dalla premiazione a Roma degli atleti paralimpici, Mattarella ha riflettuto sui temi arrivati da Piacenza via lettera. Con ordine. Il presidente della Repubblica sale al Gotico alle 17.45 precise, preceduto da tre spettacolari corazzieri (super fotografati) e da una piazza ancora bagnata di pioggia, con i primi piacentini che vincono la ritrosia e fanno ali alle transenne, fra un notevole spiegamento di sicurezza. Tutti cercano di scorgere almeno quella capigliatura candida da padre della Patria, come è stato definito. Eccolo finalmente, è venuto per dedicare mezz'ora del suo tempo a 450 ragazzi delle scuole superiori non solo piacentine - grazie alla collaborazione con il ministero dell'Istruzione e del Merito - che lo hanno accolto con lunghi, fragorosi applausi. Mentre il violino del piccolo prodigioso Samuele Palumbo crea l'atmosfera delle grandi occasioni. L'aspettativa cresce, ma ci sono rigidissimi protocolli da rispettare e finalmente Mattarella guadagna la prima fila per ascoltare l'esito dei lavori condotti dagli studenti durante il festival, la loro immaginazione del futuro. Le lettere ne sono il distillato e vengono lette da Noemi Scarico del liceo Respighi, Elena Fugazza del Polo Volta, Carlotta Sali del liceo Cassinari e Tommaso Apponi del liceo Respighi. Ci sono temi struggenti e affermazioni molto mature. Anzitutto la difficoltà della competizione «essere belli e fotogenici, con bei voti, correre verso tante mete, veloci, senza tempo per la noia, ma abbiamo capito che la vita non è una corsa». Meglio una passeggiata, meglio vivere le pause. E poi la differenza tra una Ferrari e una foresta, la prima fatta di pezzi che si possono cambiare, la seconda interconnessa e vivente e nelle lettere emerge anche il tema dell'intelligenza artificiale, il rischio del controllo, di cancellare l'unicità dell'essere umano. E infine viene illuminato il tema della realtà e la responsabilità civica che comporta per immaginare le vie del possibile. Mattarella aggancia le sue parole alle lettere, una ad una, le risposte si declinano in modo specifico ma al tempo stesso con un fondo comune, spesso ripetuto, un continuo ritornare su un'idea, l'importanza del «pensare, del riflettere, di non schierarsi con un sì o un no sulle posizioni altrui». Ecco il primo «esercizio di cittadinanza». Costruire il futuro «non è facile, ma ce lo chiede la Costituzione, ciascuno cercando di contribuire con il pensiero. Ci sono tante app che ci accompagnano, ma c'è anche il rischio di essere incapsulati e di inibire la propria iniziativa». E il pensare richiede tempo, anche durante le vacanze si devono «rifiutare i ritmi frenetici che ne strangolano il senso». Cita lo scienziato e ricercatore Lamberto Maffei, il suo elogio della lentezza, il riappropriarsi del proprio tempo appunto, ma anche lo scrittore Milan Kundera non fosse altro che per il fatto che la velocità «fa dimenticare e la lentezza consente di ricordare le cose». Quasi un invito, pur non esplicito, ad un certo modo di studiare. E la rassicurazione: «Le vostre potenzialità sono grandi». Sul terreno più ecologico, sul paragone tra la Ferrari dai pezzi sostituibili e la foresta, il Capo dello Stato osserva che ogni generazione è chiamata a vivere questo rapporto e nella consapevolezza «che la terra non ha risorse infinite». E' vero che il battito di ali di una farfalla a Tokyo - citato in una lettera degli studenti - può provocare conseguenze imprevedibili dall'altra parte del mondo: « L'imprevedibilità degli eventi è però motivo di meraviglia, non va ignorata ma accolta, continuate a battere le ali!». E in quanto all'intelligenza artificiale, ai timori che suscita, c'è una cosa che ci distingue in modo insuperabile dalle macchine «è la nostra unicità». «Le macchine sono replicabili, uguali a se stesse nel tempo, l'essere umano è irripetibile, come la sua mente, bisogna difendere, da parte di ciascuno, questa unicità». Contro il conformismo dei social, anzitutto. Attenzione anche a ciò che ci circonda, alla rappresentazione dei fatti a volte condizionati dagli interessi di chi li espone, da qui, ancora una volta, l'invito «a pensare in proprio». E' sigillo al festival. Prima dell'arrivo del presidente si è però celebrata una vera festa degli studenti e del loro lavoro al festival. Nove le scuole piacentine che hanno seguito il percorso "Immaginare il contemporaneo" (i licei Colombini, Cassinari, Respighi, Gioia e il Polo Volta, l'Isii Marconi, gli istituti Da Vinci, Raineri-Marcora e Mattei), scrivendo otto "lettere di futuro" indirizzate al Capo dello Stato, fra cui le quattro portate alla sua attenzione: "Meraviglia delle Emozioni", "Meraviglia Ecologica", "Meraviglia Tecnologica" e "Meraviglia Civica". Hanno condiviso l'onore e l'emozione dell'incontro con il presidente della Repubblica, oltre agli istituti secondari di 2° grado del territorio le rappresentanze delle primarie Due Giugno e Caduti sul Lavoro, Taverna e Pezzani, istituto Casali. Non mancavano gli allievi dell'Orchestra Cinque Quarti che hanno accompagnato, con le loro note, la cerimonia di apertura del Programma Scuole. I laboratori hanno impegnato 200 studenti e 80 tra docenti, dirigenti e personale scolastico. In primo piano al Gotico anche la dimensione sportiva, con la prima edizione della "Volley& Data Cup" dedicata alla pallavolo maschile e il primo Giro d'Europa della scuola italiana: 48 studenti chiamati a progettare una corsa ciclistica agonistica che connette Piacenza a otto capitali europee. Mattarella era atterrato all'Arena Daturi nel pomeriggio sull'elicottero presidenziale, accolto dal prefetto Paolo Ponta, la sindaca Katia Tarasconi, la presidente della Regione Emilia Romagna Irene Priolo e la presidente della Provincia Monica Patelli, non mancavano gli onorevoli Elena Murelli e Tommaso Foti.
Libertà