Il commento del parlamentare: «Come partito a Piacenza siamo 5 punti sopra la media regionale. Merito di una lista competitiva»
Con il 13,7% su base provinciale (14,7% nel comune capoluogo)
Piacenza si conferma uno scrigno
di voti di grande peso per Fratelli
d'Italia. Per il partito della Meloni
quello piacentino è il risultato più
alto in regione, di gran lunga superiore alla media regionale
(8,5%). Comprensibile che il parlamentare Tommaso Foti non nasconda la propria soddisfazione:
«Non era assolutamente scontato, merito di una lista molto competitiva e di candidati di grande
profilo che ringrazio uno a uno per
l'impegno che hanno profuso in
questa campagna elettorale» dice.
Alla fine però ha vinto Bonaccini e
non c'è stato il ribaltone. La stupisce che il margine di distacco dalla
candidata del centrodestra sia stato decisamente più ampio rispetto
al testa testa che in molti pronosticavano?
«Spesso e volentieri si parla più per
emozione che attraverso la ragione. Chiunque conosce l'Emilia
Romagna sa che c'è una sinistra
sommersa che, non sentendosi
più rappresentata negli anni scorsi, ha scelto la strada dell'astensionismo, come è accaduto anche nel
2014. Se però si alzano i toni dello
scontro politico e lo si radicalizza,
è vero che si polarizza l'attenzione degli elettori, ma è altrettanto
vero che puoi indurre quella stessa sinistra sommersa a risvegliarsi. Resta però un fatto...».
Quale?
«La performance del centrodestra
resta comunque storica. Questo
risultato dice che, a prescindere
dalla sconfitta, per la sinistra non
sarà mai più come prima. Non esistono più i monopoli politici e tutto il centrosinistra deve riflettere
su questo».
Piacenza ne ricava una conferma: il
suo cuore batte a destra.
«Il risultato ottenuto a livello provinciale non è stato, per me, una sorpresa. Chi frequenta il territorio sa da che parte batte il vento, e
quali sono le opinioni dei piacentini. A livello regionale, invece, c'è
da dire che Bonaccini ha condotto una campagna elettorale coraggiosa, mettendosi la faccia fino in
fondo nobilitando e galvanizzando nuovamente una piazza, quella della sinistra, che non era più
abituata a questo impegno. E' stato anche molto astuto a sfruttare
in suo favore un certo movimentalismo e questo ha pagato».
Qualcosa da recriminare in questa
campagna elettorale? Imputa qualche errore a Salvini?
«Non mi permetto di dire chi ha sbagliato. Ma premesso che la
missione si poteva considerare
quasi impossibile, c'è stato un momento in cui la vittoria era a portata di mano. A quel punto bisognava azionare certe leve».
Vuole dire che lei non sarebbe andato a citofonare a nessuno?
«Dico che più che alzare i toni della contesa era forse il momento di
sventolare il nostro programma di
idee, di puntare sul nostro manifesto ed evitare così di dare la stura alla reazione del mondo della
sinistra».
Forse qualche errore l'ha commesso anche Lucia Borgonzoni?
«Non vedo particolari colpe da
parte sua. Una candidata fa quello che le si lascia fare. Quando si
perde è troppo comodo additare
il candidato. Se poi si punta su una
donna e la si tiene nascosta...».
Dicono che da questa sconfitta di
Salvini, o mancato decollo veda lei,
Fratelli d'Italia possa trarre vantaggio e che in fondo Fdi non si sta
stracciando le vesti. E' così?
«In politica si ottengono successi
se uno investe in se stesso, nelle
proprie idee e nella coerenza. Non
sulle eventuali disgrazie altrui».
Comunque resta il fatto che Fratelli d'Italia si consolida.
«Direi che migliora. Siamo il secondo partito della coalizione, il
terzo in Regione. E a Piacenza siamo andati benissimo, cinque punti sopra la media regionale»
Il centrodestra è andato meglio in
provincia che in città. Qualcuno legge in questo risultato l'inefficacia
dell'azione amministrativa della
giunta Barbieri. Potranno esserci ripercussioni sul governo del Comune? Eventuali rimpasti?
«Sono intenzionato a sedermi a
un tavolo e discutere se ci sono
parti del programma da ricalibrare o se ci sono iniziative da assumere per dare nuovo slancio
all'azione amministrativa. Ma di
cucina poltronaia non mi occupo».
Libertà