La leader di Fratelli d'Italia in piazza Cavalli «2020 l'anno della democrazia: vinciamo qui e poi subito al voto per riprenderci il Paese»
«Giorgia, Giorgia, Giorgia...».
Accoglienza da popstar per Giorgia Meloni ieri mattina a Piacenza. A una settimana dal voto, la
leader di Fratelli d'Italia ha invitato i piacentini «a non lasciarsi
sfuggire l'occasione storica di
mandare a casa la sinistra dalla
Regione Emilia Romagna». «Spero che il 2020 possa essere l'anno
del ritorno della democrazia e
della libertà in Italia, con i cittadini liberi di scegliere da chi farsi rappresentare - ha detto la Meloni -. In Emilia Romagna ci sono ottime chance di vittoria. E se
vinciamo qui, mandiamo a casa
anche il governo Conte».
Tricolori e Inno di Mameli
Circa 2mila i presenti in piazza
Cavalli nonostante la pioggia e il
freddo pungente. Gli ingredienti della casa per riscaldare il clima:
tricolori issati al cielo e inno di
Mameli cantato dal soprano di
Castellarquato Ilaria Freppoli.
«Fdi crescerà»
Dopo la calorosa introduzione
del parlamentare piacentino
Tommaso Foti (sul palco era presente anche il senatore ed ex ministro Ignazio La Russa), la Meloni si è subito detta sicura che «in
queste elezioni Fratelli d'Italia
avrà una crescita di consensi, che
potrà fare la differenza in una Regione come questa. Ma che già si
parli di un testa a testa dimostra
in ogni caso che la sinistra ha fallito. Fino a 5 anni fa questo dibattito non si sarebbe mai aperto,
neanche nei sogni più avveniristici. Non c'era proprio partita.
Forse la sinistra dovrebbe interrogarsi su cosa ha sbagliato in
questi anni».
«Locomotiva ma...»
Poi il primo dei tanti attacchi al
centrosinistra e al candidato Stefano Bonaccini: «L'Emilia Romagna può avere molto di più. E' vero che è la regione locomotiva
d'Italia. Ma lo è non grazie al Pd,
bensì nonostante il Pd» ha spiegato ripetendo un mantra molto
caro anche a Salvini. «Caro Bonaccini, raccontaci cosa hai fatto
per questa regione invece di parlare solo dell'opposizione, raccontaci delle 800 imprese artigiane chiuse». E poi giù altre bordate che non hanno risparmiato
nemmeno il governo Conte:
«Uno Stato che fa il forte con i deboli, che attua politiche lontane
da chi produce. Prendete questa
storia dello scontrino fiscale: un
modo per fare cassa per pagare i
redditi di cittadinanza. Sono soldi degli italiani buttati».
Tasse e lavoro
Applausi anche dalle retrovie dove erano presenti i quattro candidati di Fdi della circoscrizione
piacentina: il capolista Giancarlo Tagliaferri, Gloria Zanardi, Fabio Callori e Paola Campopiano.
«Lo Stato deve garantire lavoro,
invece riesce solo a tutelare le imprese straniere, quelle cinesi che
poi non pagano le tasse qui e portano ricchezza altrove. Avevamo proposto una caparra di 30mila
euro per l'imprenditore straniero che vuole aprire un'attività da
noi, ma ce l'hanno bocciata. Sapete quando si verifica l'unica
volta in cui il Pd e la sinistra dicono "prima gli italiani"? Quando
c'è da pagare le tasse».
«Bibbiano, Pd si scusi»
Ha poi citato il recente intervento sulla statale E45 all'altezza di Cesena: «Un cantiere fantasma
per anni dove c'era un cavalcavia crollato, poi quando abbiamo annunciato di voler organizzare un flash mob hanno mandato in fretta e furia gli operai e
in pochi giorni è stato sistemato
tutto.
Questa è la sinistra che in questa
regione si è convinta che non
c'era nemmeno bisogno di governare per vincere, ma la democrazia è un'altra cosa e il 26 gennaio glielo dimostreremo». E poi
altri temi, come l'emergenza demografica, la famglia, l'immancabile Bibbiano: «Il Pd deve chiedere scusa».
«Vittoria qui e subito
voto»
L'ex ministro per la Gioventù ha
poi svelato la sua strategia futura
e la volontà di sfrattare Conte: «Se
dovessimo vincere in Emilia-Romagna e in Calabria, chiederemo
immediatamente il voto».
Anche perché se la sinistra dovesse perdere la sua storica roccaforte «sarà evidente che la distanza
è siderale».
«Vigilate sullo spoglio»
Ha poi invitato a prestare attenzione alle fasi dello spoglio evocando
quasi un rischio di brogli: «Votate
bene e mandiamo i nostri rappresentanti di lista per difendere i nostri voti». La concorrenza con Salvini per la leadership del centrodestra? «Un'invenzione giornalistica, si sono resi conto che siamo
troppo forti e c'è chi cerca di divaricare». Poi l'appello finale prima
dei canonici selfie: «Non votateci
per interesse, nel caso abbiate un
cugino in odore di diventare primario bussate alle porte del Pd;
non votateci per rabbia, in quello
gli specialisti sono i 5 Stelle; ma se
vi muove l'amore per la vostra terra, allora sì, votate Fratelli d'Italia.
Di noi ci si può fidare».
«Destra sarà decisiva»
In apertura Foti si era compiaciuto della piazza piena: «La destra
porterà il centrodestra alla vittoria, con in testa gli amici e le amiche di Piacenza. Al di là di quello
che pensano, nel segreto dell'urna Dio ti vede, Bonaccini no e Foti lo sa».
Libertà