Camera

Compatibilita' urbanistica dell'uso delle sedi impiegate dalle associazioni di promozione sociale - Dibattito e rinvio

Data: 13/07/2022
Numero: 725
Soggetto: Camera dei Deputati

Proposta di legge: Foti ed altri: Modifica all'articolo 71 del codice del Terzo settore, di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, in materia di compatibilità urbanistica dell'uso delle sedi e dei locali impiegati dalle associazioni di promozione sociale per le loro attività (A.C. 1059-A/R) (Seguito della discussione)

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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Sull'ordine dei lavori, immagino, presidente Foti. Ne ha facoltà. 

TOMMASO FOTI (FDI). Sì, Presidente, chiedevo, anche se so che probabilmente si passerà alla discussione delle dimissioni dell'onorevole Vito, se potessimo già stabilire per oggi pomeriggio il rinvio del punto che avremmo dovuto affrontare adesso, ossia la proposta di legge sul Terzo settore. 

PRESIDENTE. Mi pare che ci sia l'onorevole Fiano che chiede di intervenire. Ho capito male? Giusto per capire, un attimo, la proposta del presidente Foti. Intende un rinvio al pomeriggio, ad altra data? Non abbiamo capito bene, presidente, mi perdoni. 

TOMMASO FOTI (FDI). Al pomeriggio sarebbe nei fatti, intendevo alla prossima settimana, però, se non c'è problema; se c'è opposizione, la facciamo oggi pomeriggio, ci mancherebbe. 

PRESIDENTE. Così abbiamo chiarito bene la dinamica. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà. 

EMANUELE FIANO (PD). Grazie, Presidente. Per il suo tramite, ieri c'è stata una riunione informale, presente anche il delegato d'Aula di Fratelli d'Italia, e avevamo messo il provvedimento all'ordine del giorno. Adesso non so se ci siano motivi particolari, però, onestamente, noi vorremmo proseguire, sempre nell'intesa. Peraltro, era un accordo che accoglieva varie istanze di tutti i gruppi e ci era stata presentata proprio questa istanza, di metterla all'ordine dei lavori. 

PRESIDENTE. Onorevole Foti, prego. 

TOMMASO FOTI (FDI). Va bene, ritiro la proposta e ci vediamo alle 17,30. 

PRESIDENTE. Allora, intanto, mi pare che non ci siano novità, quindi, proseguo con l'osservazione che facevo: essendo giunti alle ore 12,15, dobbiamo attendere le ore 12,30 per la votazione sulle dimissioni dell'onorevole Vito. Quindi, sospendo la seduta fino alle 12,30.

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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà. 

EMANUELE FIANO (PD). Presidente, a parte esprimere il personale rammarico per le dimissioni del collega Elio Vito, prima di questa votazione, il collega Foti aveva chiesto il rinvio alla prossima settimana del provvedimento a prima firma dello stesso collega Foti, del gruppo di Fratelli d'Italia, sulle questioni del Terzo settore. Volevamo avere un chiarimento sulle motivazioni, ma avendo, per unanime consenso di tutti i gruppi, valutato la questione, noi siamo favorevoli, tutti i gruppi sono favorevoli al rinvio di quel punto all'ordine dei lavori come da richiesta del collega Foti. 

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, rimane stabilito che è rinviato alla settimana prossima. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ziello. Ne ha facoltà. 

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Premesso che bisognerebbe fare una valutazione un po' più approfondita, magari sfruttando anche questo periodo di sospensione della seduta e anche il question time per verificare quale possa essere l'articolazione dei lavori migliore anche rispetto alla fascia pomeridiana, direi, comunque sia, di posticipare la decisione a un momento successivo e non adesso. 

PRESIDENTE. Prendo atto della posizione del gruppo della Lega. Ha chiesto di parlare l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà. 

ANDREA COLLETTI (MISTO-A). Sì, Presidente. Appoggio, in realtà, quanto detto dal deputato della Lega, anche perché, posticipando queste votazioni, ho paura che il nostro calendario della settimana sia miserabilmente vuoto e magari, anche per rispetto di coloro che sono fuori da questo Parlamento, noi dovremmo lavorare di più, non di meno. 

PRESIDENTE. Allora, cerco di fare sintesi. Proporrei, a questo punto, di affrontare la questione alla fine dell'intervento del Ministro Patuanelli, così la dirimiamo, passa anche qualche ora e, magari, qualche interlocuzione favorisce la scelta finale. Sospendo la seduta per qualche minuto, così possiamo procedere alla commemorazione dell'onorevole Nucara.

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PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 1059-A/R: Modifica all'articolo 71 del codice del Terzo settore, di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, in materia di compatibilità urbanistica dell'uso delle sedi e dei locali impiegati dalle associazioni di promozione sociale per le loro attività. Ricordo che, nella seduta del 12 ottobre 2021, il provvedimento è stato rinviato in Commissione. 

(Esame dell'articolo unico - A.C. 1059-A/R) 

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico della proposta di legge, della quale la Commissione propone la reiezione, e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).

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TOMMASO FOTI, Relatore di minoranza. Presidente, ovviamente i pareri sono esattamente opposti a quelli espressi dalla relatrice per la maggioranza: parere contrario sull'emendamento Federico 1.1; favorevole sugli identici Foti 1.5 e Lucchini 1.10. Chiedo anche se in questo momento posso fare l'intervento come relatore. 

PRESIDENTE. Certamente, può motivare i pareri. 

TOMMASO FOTI, Relatore di minoranza. Ho sentito delle critiche abbastanza inopinate a questa proposta di legge. Vorrei far presente a chi è intervenuto pensando di aver capito tutto il significato della proposta di legge che, in realtà, è stata esaminata, discussa e valutata quanto non è mai stata valutata una proposta di legge di un solo articolo in quest'ambito. Dirò di più. Quando è stato richiesto il rinvio in Commissione, collega del gruppo Italia Viva, è stato richiesto per un unico motivo: perché era stato presentato un emendamento non dal gruppo di Fratelli d'Italia, ma dal gruppo della Lega, che era diverso dal soppressivo, e la relatrice, ricorderà bene la situazione, disse: su questo nuovo emendamento noi chiediamo che si pronunci la Commissione di merito, atteso che sugli emendamenti non si era pronunciata, perché con il soppressivo non c'era bisogno che altre Commissioni si pronunciassero. Bene, la Commissione di merito si è pronunciata sull'emendamento soppressivo e se qualcuno ha avuto la compiacenza di leggere il parere della I Commissione, dopo la citazione della giurisprudenza (penso che il relatore fosse un costituzionalista che non vorrei che qualcuno volesse censurare per il suo parere), vedrà che il Comitato ha concluso con questo parere - evito di leggere tutte le premesse cito testualmente - di esprimere parere favorevole alla proposta con la seguente condizione: «alla luce della giurisprudenza costituzionale richiamata in premessa, provveda la Commissione di merito a rivedere la formulazione del provvedimento, stabilendo che la prevista esclusione dell'applicazione dell'articolo 71, comma 1, del codice del Terzo settore, per le associazioni di promozione sociale che svolgono - anche occasionalmente - attività di culto, non costituisca una regola generale assoluta, ma sia prevista in casi puntuali e tassativi, specificatamente motivati come necessari ai fini della tutela di beni pubblici fondamentali». Se chi è intervenuto così diffusamente e dottamente sulla proposta in esame si fosse quantomeno peritato di leggere gli atti della Commissione (Commenti) …bisogna andare a capirli, il problema è che si possono leggere ma bisogna capirli (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! La Commissione ha fatto un duplice discorso. Il primo discorso è stato quello della relatrice che ha dichiarato la sua impossibilità di individuare un elenco specifico di norme che consentissero di accogliere la condizione formulata dal Comitato. La seconda tesi, me ne potrà dare atto la collega relatrice di maggioranza, è stata quella di dire: noi pensiamo che una modifica quale quella apportata dagli emendamenti identici 1.5 e 1.10 possa di per sé accogliere e sicuramente dare ampia attuazione alla richiesta della Commissione, atteso che viene aggiunta l'espressione "di confessioni religiose che non hanno stipulato intese ai sensi del terzo comma dell'articolo 8 della Costituzione". Ora si potrà dire che questo emendamento non soddisfa la richiesta della I Commissione, ma non si può dire che vi è stata un'inadempienza nel voler cercare di andare incontro al parere del Comitato, atteso che il principio a cui ci si è attenuti è stato quello dell'emendamento soppressivo. Quindi, è inutile fare degli emendamenti modificativi, occuparsi molto di più di emendamenti modificativi, se la tesi che viene privilegiata dalla relatrice è quella della soppressione, perché se si sopprime la proposta di legge non si vede come si possa andare avanti con l'emendamento. Ma voglio ricordare che, per gli edifici religiosi, è prevista specificatamente una norma che prevede che essi debbano essere individuati negli ex piani regolatori - chiamateli piani strutturali, chiamateli PUG, chiamateli con le sigle che volete -, negli strumenti urbanistici dei singoli comuni. Dico di più: la distinzione fatta dal legislatore è una distinzione talmente puntuale, che egli neppure si preoccupa di vedere se la confessione religiosa in argomento abbia chiesto, o meno, il riconoscimento ai sensi dell'articolo della Costituzione appena citato. È una individuazione urbanistica sic et simpliciter, al punto che anche la confessione cattolica non può aprire una chiesa se non è previsto nello strumento urbanistico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e al punto che, in numerosi casi, non essendo stato previsto lo strumento urbanistico, si è ricorsi alla variante allo strumento urbanistico per consentire di dar luogo alla richiesta che era stata formulata. Allora, parliamoci chiaro: non io, ma centinaia di sindaci in Italia hanno sollevato il problema delle cosiddette moschee abusive (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia); non io, ma decine di sindaci hanno chiesto al legislatore una norma senza la quale erano costretti ad esprimere dinieghi, impugnati sistematicamente davanti al giudice amministrativo, con ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato inframmezzati dalle sospensive. Io capisco le posizioni politiche - posso comprenderle - ma non si dica che giuridicamente il problema non esiste. Voi state negando che esista un problema giuridico con una speciosa argomentazione politica (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), mentre si doveva fare tutt'altro: negare, con una speciosa argomentazione giuridica, quello che era il vostro credo politico. Allora, Presidente, penso di poter dire che io, il collega Butti e il collega Zucconi, firmatari di questa proposta, abbiamo pazientato oltre ogni limite. Vorrei ricordare che questa proposta è stata incardinata - tanto per essere chiari - con la presenza del Governo giallo-verde, poi è stata rinviata con il Governo giallo-rosso e oggi la discutiamo con il Governo di larghe intese. Quindi, non si dica che non c'è stato il tempo per esaminarla! Mi darà atto la relatrice che più volte ho dovuto sollevare la questione dell'iscrizione della proposta all'ordine del giorno della Commissione, al punto tale che si è dovuti intervenire più volte sulla Commissione affari costituzionali, nella seconda fase del provvedimento, perché esprimesse il parere richiesto, ben sapendo che - se si vuole - si può procedere anche senza il parere della Commissione, perché la Commissione non è obbligata necessariamente ad esprimerlo. Allora, tanto per essere chiari, se vi fosse stata la volontà da parte della maggioranza di porsi il tema che qui ho posto, perché - mi chiedo - non si è preso quanto aveva scritto il relatore del Comitato presso la I Commissione e non si è peritato di scrivere un emendamento molto migliore di quello che abbiamo presentato, pur con firme distinte, la collega Lucchini ed io? Non capisco perché non si sia accettata questa impostazione e se ne sia adottata un'altra, nel senso semplicemente di dire: "noi avanziamo questa proposta modificativa che, a nostro avviso, assolve e risolve la questione". Mi darete atto che, se la proposta invece è quella soppressiva, si tratta di un argomento ancora diverso perché - vede signor Presidente - se qualche collega oggi interviene, lo fa solo sull'argomento soppressivo, perché altro non gli è consentito di fare. 

PRESIDENTE. La invito a concludere cortesemente, onorevole, perché ha esaurito tutto il tempo a disposizione. 

TOMMASO FOTI, Relatore di minoranza. Non ho più tempo come relatore? 

PRESIDENTE. No. 

TOMMASO FOTI, Relatore di minoranza. Allora, vado alla conclusione, semplicemente osservando che il relatore di minoranza ha espresso parere contrario sull'emendamento soppressivo, mentre sarebbe stato sicuramente favorevole ad esaminare altri emendamenti, che non sono stati minimamente posti alla nostra attenzione. Questo è un emendamento votato da una parte della maggioranza perché poi - dobbiamo dirla tutta - non l'ha votato tutta la maggioranza in Commissione; una parte della maggioranza ha votato a favore dell'emendamento soppressivo, anche chiudendo la bocca a quell'altra parte di maggioranza che probabilmente avrebbe potuto argomentare in modo diverso l'emendamento "modificazioni" (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). 

PRESIDENTE. Abbiamo in sospeso l'espressione del parere da parte del Governo sugli emendamenti. Qual è il parere del Governo? 

ROSSELLA ACCOTO, Sottosegretaria di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Parere conforme alla relatrice di maggioranza. 

PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.1 Federico. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ceccanti. Ne ha facoltà. 

STEFANO CECCANTI (PD). Al netto di tutte le altre osservazioni, intervengo per lasciare agli atti che non si possono discriminare le religioni con intesa da quelle senza intesa. La giurisprudenza costituzionale è chiarissima sul punto. Le intese servono ad adeguare l'ordinamento alle caratteristiche specifiche di ogni singola confessione, ma non servono a determinare delle confessioni di serie A o B, rispetto ad altre di classe inferiore. Quindi, quello che dice il relatore di minoranza è assolutamente incompatibile con quello che la nostra Corte Costituzionale ha stabilito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti del deputato Foti). 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sarro. Ne ha facoltà. 

CARLO SARRO (FI). Grazie, Presidente. Le questioni che sono state sollevate da questo provvedimento involgono molti aspetti, innanzitutto quelli costituzionali di più alto livello sulla libertà di culto e sulla libertà di iniziativa delle singole associazioni, soprattutto di quelle che godono di uno status differenziato. Ma l'incidenza specifica di questo provvedimento è naturalmente destinata alla materia urbanistica, edilizio-urbanistica che - come sappiamo -, nel riparto delle attribuzioni da parte della Costituzione, è riservata alle regioni e ai comuni che in forma concorrente danno luogo alla regolazione e al governo del territorio. Riteniamo pertanto che la strada maestra da seguire per una corretta attività legislativa debba essere quella di intervenire direttamente sulla materia urbanistica, non solo sul testo unico, ma anche sulla possibilità - riconosciuta attualmente agli enti locali e in particolar modo ai comuni e alle regioni, che sono i primi e più diretti titolari della potestà di governo del territorio - di regolazione urbanistica del territorio specifico e di poter introdurre norme limitative, non solo in ordine alla destinazione riservata a determinate aree e quindi al rispetto degli standard - tra i quali è utile ricordare rientrano anche gli edifici di culto - ma anche rispetto alle deroghe in ordine alla legittimazione, come previsto nella norma in discussione che consente, in deroga, la possibilità di formalizzare richieste tese all'ottenimento dei titoli abilitativi edilizi, in questo caso anche ad associazioni che operano appunto nel Terzo settore. In forza di queste argomentazioni e, soprattutto, del profilo specifico relativo ad una corretta attività di normazione della materia, ritenendo che altra debba essere la sede nella quale disciplinare questo problema, che oggettivamente esiste e rispetto al quale Forza Italia non manca di avere attenzione e sensibilità, riteniamo, immaginando, appunto, una diversa fonte normativa e regolamentare, di astenerci sul provvedimento. Quindi, Forza Italia voterà, in ordine all'emendamento soppressivo, in termini di astensione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). 

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per un richiamo sull'ordine dei lavori, il deputato Ziello. Ne ha facoltà. 

EDOARDO ZIELLO (LEGA). Grazie, Presidente. Sull'ordine dei lavori, per chiedere una breve sospensione, di 5 minuti, per accordarci circa il seguito dei lavori di questa seduta. 

PRESIDENTE. Pare che siano tutti d'accordo su tale richiesta. Quindi, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 19,16. 

La seduta, sospesa alle 19,11, è ripresa alle 19,29. 

Sui lavori dell'Assemblea. 

PRESIDENTE. Colleghi deputati, se riprendiamo posto, proviamo a fare ordine sul prosieguo dei nostri lavori. Secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, interrompiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento. Sempre secondo le medesime intese, all'ordine del giorno della seduta di martedì 19 luglio saranno iscritti, quale primo argomento, l'esame delle mozioni concernenti iniziative per sopperire alla carenza di personale nei servizi del turismo e dell'agricoltura e, quale secondo argomento, il seguito dell'esame della proposta di legge costituzionale in materia di ordinamento e poteri della Città di Roma Capitale. Seguiranno gli altri argomenti già contemplati dal vigente calendario dei lavori nell'ordine previsto.

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