Rassegna Stampa

'Dialogo con la sindaca - Piacenza deve ripartire Io vice? Fuori agenda'

Data: 22/11/2021

L'INTERVISTA MASSIMO TRESPIDI / CONSIGLIERE COMUNALE

IL LEADER DI LIBERI VERSO L'INTESA ELETTORALE COL CENTRODESTRA «NEL DOPO-COVID VA INVERTITA LA STAGNAZIONE DI QUESTI ANNI»

C'è chi lo dà vicino, vicinissimo. Anzi, per alcuni sarebbe già fatto l'accordo elettorale tra Liberi di Massimo Trespidi e il centrodestra di Patrizia Barbieri. Nega l'interessato, parla di confronto avviato ma ancora in corso. E taglia corto sulle indiscrezioni che, in caso di vittoria alle urne del 2022, danno lui come promesso vicesindaco della Barbieri, il suo braccio destro Mauro Monti assessore all'istruzione, e altri di Liberi aspiranti al consiglio comunale in una lista civica ispirata alla candidata sindaca. «Temi al momento non in discussione», li liquida Trespidi in questa intervista a "Libertà" in cui fa il punto su quello che per lui - classe 1960, professore di italiano e filosofia al liceo Colombini - dopo un mandato all'opposizione sarebbe politicamente un ritorno a casa visto il suo cursus honorum nel centrodestra locale da dirigente di Cdu, Udc, Forza Italia, Pdl e da presidente della Provincia dal 2009 al 2014.

Liberi alle elezioni del 2017 si prentava da sola con lei candidato sindaco e prese quasi il 14%. C'è molto interesse su come vi posizionerete alle prossime comunali. 
«E' avviato con la sindaca Barbieri e il centrodestra un dialogo su basi amministrative dopo che due settimane fa l'assemblea di Liberi all'unanimità mi ha dato mandato per approfondire questo confronto».  

Quali condizioni ponete al centrodestra perché il confronto vada a buon fine? 
«La nuova amministrazione credo dovrà affrontare un'epoca nuova della storia di Piacenza, l'epoca della post pandemia. Sarà una sfida enorme, per i piacentini e per i loro amministratori, i fondi del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza, ndr) saranno decisivi per invertire la tendenza alla stagnazione che ha caratterizzato Piacenza in questi anni. Occorre farsi trovare pronti in termini di idee di sviluppo e di progetti mettendo mano alla struttura comunale che deve far camminare i programmi. Sotto questo punto di vista è importante comprendere la necessità di un salto di qualità nell'azione amministrativa, nello sviluppo dei processi decisionali, così come anche la sindaca Barbieri ha ricordato. Servizi alla persona, welfare rivisitato, ambiente e decoro urbano, sviluppo delle potenzialità turistiche e dei giovani, parlando del loro presente e non del loro futuro: questi sono i punti su cui a nostro avviso dovrà incardinarsi il prossimo programma amministrativo. E sarà fondamentale ampliare la strategia di collaborazione con la Fondazione sotto la presidenza Reggi»

In caso di esito positivo del confronto, Liberi si presenterebbe con una propria lista o confluirebbe in una civica a sostegno della Barbieri? 
«Liberi, se sarà positivo il confronto, metterà a disposizione persone competenti, qualificate, con esperienza e talento amministrativo, e soprattutto con una passione e un cuore che batte per Piacenza. Ciò avverrà nelle forme e modalità che decideremo insieme».  

E' vero che lei, Trespidi, non sarebbe candidato, ma le si riserverebbe il posto da vicesindaco? 
«Di organigrammi non abbiamo parlato, anzi, la mia esperienza politica ritiene che sia opportuno parlarne dopo le elezioni e non prima. Chi mi conosce sa che la politica non è mai stata nella mia vita tutto, e gli interessi culturali sociali e sportivi che mi hanno sempre caratterizzato continueranno a farlo, oltre a una professione che amo».  

Sempre nello scenario di alleanza con il centrodestra, come spiegare quattro anni e mezzo di opposizione alla giunta, spesso molto dura, che ha caratterizzato la linea di Liberi? Pensiamo alla gestione del verde o alle polemiche sul deficit di capacità progettuale di uffici e amministrazione, senza dimenticare lo scontro al calor bianco alla vigilia delle scorse elezioni sulla scelta del candidato del centodestra. 
«Noi abbiamo fatto un'opposizione chiara ma sempre propositiva, che ha avuto come obiettivo quello di stimolare a compiere un'analisi anche autocritica in chi ha la responsabilità di governare, mettendo in luce ciò che non va bene - ricordo anche una politica di bilancio che non ci ha soddisfatto -, fornendo però sempre una proposta di soluzione. A tale riguardo rimarco il sostegno di Liberi alle misure di aiuto ai piacentini e alle categorie economiche con i fondi Covid provenienti dal governo, anche proponendo dove trovare i soldi del Comune per incrementare questi aiuti. Riteniamo che il principio di sussidiarietà sia la stella polare dell'azione amministrativa. E' nell'identità di Liberi e nel significato della sua presenza quello di ottenere sempre il massimo da un'amministrazione, per questo noi pensiamo che si tratti di un nuovo inizio. Ho ascoltato l'intervento di Tommaso Foti al meeting di Fratelli d'Italia e condivido l'analisi compiuta, cioè un centrodestra che non deve essere autoreferenziale. E valuto positivo il richiamo al dialogo con le componenti civiche di cui Liberi è espressione e che può rappresentare un importante valore aggiunto. Il dialogo tra me e la sindaca Barbieri in questi anni non si è mai interrotto, posso d'altronde ricordare l'efficace collaborazione che mi ha dato durante la mia presidenza della Provincia, abbiamo lavorato insieme e bene».

Se invece il negoziato non andasse in porto, è immaginabile che Liberi dia vita a un raggruppamento di centro, magari con lei ancora candidato sindaco? 
«Al momento non esistono altre ipotesi. Dovremmo tornare nell'assemblea di Liberi e decidere il da farsi».

Avete avuto contatti con il centrosinistra? 
«No, quelli che ci hanno cercato sono Barbieri e il centrodestra». 

In questo mandato sono state comunque numerose le battaglie che hanno visto Liberi e il centrosinistra di comune accordo, ad esempio quella per il nuovo asilo di Borgotrebbia e in generale sulle politiche scolastiche. Significa che, comunque vadano le manovre elettorali, il vostro movimento sarà un fattore di moderazione rispetto agli opposti estremismi che da tempo segnano la politica in Italia? 
«Sì, Liberi è un movimento civico che raccoglie persone provenienti da schieramenti diversi, che ha fatto dell'interesse per il bene comune e la crescita della città l'obiettivo principale e ha adottato il dialogo come strumento di confronto politico a 360 gradi. Perché riteniamo che in questa fase sia richiesto a tutti il massimo dell'efficacia, adeguata alla sfida dei tempi». 

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