L'INTERVISTA MASSIMO TRESPIDI / CONSIGLIERE COMUNALE
IL LEADER DI LIBERI VERSO L'INTESA ELETTORALE COL CENTRODESTRA
«NEL DOPO-COVID VA INVERTITA LA STAGNAZIONE DI QUESTI ANNI»
C'è chi lo dà vicino, vicinissimo.
Anzi, per alcuni sarebbe già fatto
l'accordo elettorale tra Liberi di
Massimo Trespidi e il centrodestra
di Patrizia Barbieri. Nega l'interessato, parla di confronto avviato ma
ancora in corso. E taglia corto sulle
indiscrezioni che, in caso di vittoria
alle urne del 2022, danno lui come
promesso vicesindaco della Barbieri, il suo braccio destro Mauro Monti assessore all'istruzione, e altri di
Liberi aspiranti al consiglio comunale in una lista civica ispirata alla
candidata sindaca.
«Temi al momento non in discussione», li liquida Trespidi in questa
intervista a "Libertà" in cui fa il punto su quello che per lui - classe 1960,
professore di italiano e filosofia al liceo Colombini - dopo un mandato
all'opposizione sarebbe politicamente un ritorno a casa visto il suo
cursus honorum nel centrodestra
locale da dirigente di Cdu, Udc, Forza Italia, Pdl e da presidente della
Provincia dal 2009 al 2014.
Liberi alle elezioni del 2017 si prentava da sola con lei candidato sindaco
e prese quasi il 14%. C'è molto interesse su come vi posizionerete alle
prossime comunali.
«E' avviato con la sindaca Barbieri e
il centrodestra un dialogo su basi
amministrative dopo che due settimane fa l'assemblea di Liberi
all'unanimità mi ha dato mandato
per approfondire questo confronto».
Quali condizioni ponete al centrodestra perché il confronto vada a buon
fine?
«La nuova amministrazione credo
dovrà affrontare un'epoca nuova
della storia di Piacenza, l'epoca della post pandemia. Sarà una sfida
enorme, per i piacentini e per i loro
amministratori, i fondi del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza,
ndr) saranno decisivi per invertire la
tendenza alla stagnazione che ha caratterizzato Piacenza in questi anni.
Occorre farsi trovare pronti in termini di idee di sviluppo e di progetti
mettendo mano alla struttura comunale che deve far camminare i programmi. Sotto questo punto di vista
è importante comprendere la necessità di un salto di qualità nell'azione
amministrativa, nello sviluppo dei
processi decisionali, così come anche la sindaca Barbieri ha ricordato.
Servizi alla persona, welfare rivisitato, ambiente e decoro urbano, sviluppo delle potenzialità turistiche e
dei giovani, parlando del loro presente e non del loro futuro: questi sono i punti su cui a nostro avviso dovrà incardinarsi il prossimo programma amministrativo. E sarà fondamentale ampliare la strategia di
collaborazione con la Fondazione
sotto la presidenza Reggi»
In caso di esito positivo del confronto, Liberi si presenterebbe con una
propria lista o confluirebbe in una civica a sostegno della Barbieri?
«Liberi, se sarà positivo il confronto,
metterà a disposizione persone
competenti, qualificate, con esperienza e talento amministrativo, e soprattutto con una passione e un cuore che batte per Piacenza. Ciò avverrà nelle forme e modalità che decideremo insieme».
E' vero che lei, Trespidi, non sarebbe
candidato, ma le si riserverebbe il posto da vicesindaco?
«Di organigrammi non abbiamo
parlato, anzi, la mia esperienza politica ritiene che sia opportuno parlarne dopo le elezioni e non prima.
Chi mi conosce sa che la politica non
è mai stata nella mia vita tutto, e gli
interessi culturali sociali e sportivi
che mi hanno sempre caratterizzato continueranno a farlo, oltre a una
professione che amo».
Sempre nello scenario di alleanza con
il centrodestra, come spiegare quattro anni e mezzo di opposizione alla
giunta, spesso molto dura, che ha caratterizzato la linea di Liberi? Pensiamo alla gestione del verde o alle polemiche sul deficit di capacità progettuale di uffici e amministrazione, senza dimenticare lo scontro al calor
bianco alla vigilia delle scorse elezioni sulla scelta del candidato del centodestra.
«Noi abbiamo fatto un'opposizione
chiara ma sempre propositiva, che
ha avuto come obiettivo quello di stimolare a compiere un'analisi anche
autocritica in chi ha la responsabilità di governare, mettendo in luce ciò
che non va bene - ricordo anche una
politica di bilancio che non ci ha soddisfatto -, fornendo però sempre una
proposta di soluzione. A tale riguardo rimarco il sostegno di Liberi alle
misure di aiuto ai piacentini e alle categorie economiche con i fondi Covid provenienti dal governo, anche
proponendo dove trovare i soldi del
Comune per incrementare questi
aiuti. Riteniamo che il principio di
sussidiarietà sia la stella polare
dell'azione amministrativa. E'
nell'identità di Liberi e nel significato della sua presenza quello di ottenere sempre il massimo da un'amministrazione, per questo noi pensiamo che si tratti di un nuovo inizio.
Ho ascoltato l'intervento di Tommaso Foti al meeting di Fratelli d'Italia
e condivido l'analisi compiuta, cioè
un centrodestra che non deve essere autoreferenziale. E valuto positivo il richiamo al dialogo con le componenti civiche di cui Liberi è espressione e che può rappresentare un
importante valore aggiunto. Il dialogo tra me e la sindaca Barbieri in
questi anni non si è mai interrotto,
posso d'altronde ricordare l'efficace
collaborazione che mi ha dato durante la mia presidenza della Provincia, abbiamo lavorato insieme e bene».
Se invece il negoziato non andasse in
porto, è immaginabile che Liberi dia
vita a un raggruppamento di centro,
magari con lei ancora candidato sindaco?
«Al momento non esistono altre ipotesi. Dovremmo tornare nell'assemblea di Liberi e decidere il da farsi».
Avete avuto contatti con il centrosinistra?
«No, quelli che ci hanno cercato sono Barbieri e il centrodestra».
In questo mandato sono state comunque numerose le battaglie che
hanno visto Liberi e il centrosinistra
di comune accordo, ad esempio quella per il nuovo asilo di Borgotrebbia
e in generale sulle politiche scolastiche. Significa che, comunque vadano
le manovre elettorali, il vostro movimento sarà un fattore di moderazione rispetto agli opposti estremismi
che da tempo segnano la politica in
Italia?
«Sì, Liberi è un movimento civico
che raccoglie persone provenienti
da schieramenti diversi, che ha fatto dell'interesse per il bene comune
e la crescita della città l'obiettivo principale e ha adottato il dialogo come
strumento di confronto politico a
360 gradi. Perché riteniamo che in
questa fase sia richiesto a tutti il massimo dell'efficacia, adeguata alla sfida dei tempi».
Libertà