La proposta di Fdi passa in commissione. Ok della giunta, vanno superate le criticità ravvisate dagli uffici. Verso gli emendamenti
Il "baratto amministrativo"
passa il primo scoglio. Ieri la
commissione ha dato il via libera alla misura che prevede
sconti tributari e tariffari in
cambio di lavori di pubblica
utilità. Come tenere pulite le
aree verdi, contribuire al decoro urbano di strade e piazze,
compiti di interventi di recupero e riuso e via discorrendo.
Tutta la maggioranza e il gruppo misto hanno espresso parere favorevole alla proposta di
regolamento griffata Fratelli
d'Italia mentre le opposizioni
hanno votato contro (Pc in Comune) o non hanno partecipato al voto (Pd, Pc OLtre, Liberi,
M5s).
Verso gli emendamenti
Per la verità tutti d'accordo in
linea di principio a uno strumento dalla indubbia «vocazione civica», tra l'altro già sperimentato con successo in altri
comuni d'Italia (anche a Castelsangiovanni). A patto, però,
che nella prossima seduta di
consiglio comunale (forse già
lunedì) il testo di Fdi possa essere migliorato con una serie di
emendamenti. Modifiche che andrebbero a sanare le criticità ravvisate nei tre pareri resi
dagli uffici sulla pratica in oggetto: quelli del dirigente della
segreteria organi istituzionali,
Ermanno Lorenzetti, e del suo
collega del servizio risorse economiche Vittorio Boccaletti
(pareri giunti tra novembre e
dicembre 2018); ma anche
quello recapitato soltanto ieri
dalla dirigente del servizio tributi, Monica Savi.
Le criticità
Secondo gli uffici i difetti
dell'ipotesi originaria riguardano anzitutto la necessità di distinguere il "baratto amministrativo" dal "volontariato civico" (entrambe contenute nella
proposta); poi la mancata specificazione delle entrate tariffarie dal momento che la misura
non sarebbe applicabile a quelle extratributarie; alla necessità di chiarire i criteri e le condizioni in base alle quali i cittadini possono candidarsi; non ultimo, l'esigenza che l'introduzione del baratto garantisca per
l'ente un equilibrio finanziario
tra minori entrate e minori spese.
L'ok della giunta
Correttivi che i consiglieri di
Fdi, Gianluca Migli e Nicola
Domeneghetti, si sono impegnati a portare in aula sottoforma di emendamenti in consiglio comunale. Forti anche del
parere favorevole espresso dalla giunta che, con l'assessore al
bilancio Paolo Passoni, ha spiegato come il baratto amministrativo fosse contenuto «nel
nostro programma elettorale e
che sia stato inserito nel Dup
(documento unico di programmazione)».
L'attacco di Trespidi
Ha mantenuto quindi un atteggiamento attendista Massimo
Trespidi (Liberi) che tuttavia
non ha risparmiato critiche sulla gestione dell'intera partita. Il provvedimento giaceva infatti
nei meandri degli uffici comunali fin dal lontano luglio del
2017 ma sbarca in aula solo oggi, guarda caso dopo la sfuriata notturna del consigliere
Tommaso Foti (Fdi) avvenuta
la scorsa settimana durante
l'esame del bilancio. Così Trespidi ha chiesto le ragioni di
questa lunga gestazione: «Perché il silenzio per 17 mesi? Tutto ciò denota l'incapacità, il
pressapochismo e l'inadeguatezza di questa giunta e degli uffici» ha tuonato il capogruppo
di Liberi aggiungendo: «Sono
pronto a votarlo, ma vanno superati i pareri tecnici».
Posizioni di attesa anche per
Christian Fiazza (Pd), Roberto
Colla (Pc Oltre), Andrea Pugni
e Sergio Dagnino (M5s) i quali
hanno invitato a superare le lacune presenti. Il più critico è
stato Luigi Rabuffi (Pc in Comune) il quale, pur lodandolo in
generale come «uno strumento di equità sociale», ha invitato maggioranza e opposizioni
«a redigere un testo condiviso».
Un plauso alla proposta del baratto amministrativo è stato invece rivolto da Lorella Cappucciati (Lega), da Antonio Levoni
(Liberali piacentini), da Sergio
Pecorara (FI) e da Michele
Giardino (misto).
Libertà