Il partito torna sulla polemica nel centrodestra. Fdi: «Va tolto il rincaro anche nel 2020-21»
Blocco dell'aumento dell'addizionale Irpef, la discussione è rinviata al 27 dicembre in consiglio comunale. Ma nel frattempo Fratelli
d'Italia preannuncia la presentazione di un emendamento per evitare
il caro-addizionale per il 2020 e il
2021 che l'amministrazione ha invece fatto sapere di mantenere come clausola di salvaguardia contabile il giorno in cui ha dato notizia
della decisione di sospenderlo per
il 2019. E con un analogo emendamento od ordine del giorno intende procedere anche la minoranza.
E' quanto emerso martedì dalla
commissione consiliare uno che ha
analizzato la proposta della giunta
di mantenere le attuali aliquote
dell'imposta per il 2019. Le dure polemiche dei giorni scorsi nel centrodestra non hanno trovato posto
nel dibattito, così la commissione è
terminata con il sì della maggioranza (astenuto Michele Giardino del gruppo misto, l'opposizione non ha
partecipato al voto) allo stop
dell'aumento Irpef previsto dalla
giunta Dosi sempre come clausola
di salvaguardia (il gettito stimato è
di 2,6 milioni di euro all'anno).
«Abbiamo scelto la strada più in salita cercando di mantenere le attuali aliquote prestabilite con delibera
del 10 dicembre 2012, noi lavoreremo per evitare l'applicazione
dell'addizionale nel 2020 e nel 2021
ma anche qui il percorso è duro: occorrerà impegnarsi molto iniziando già il prossimo anno», ha spiegato l'assessore al bilancio Paolo Passoni che sarà veromilmente
quello messo più a dura prova, se
passasse la revoca del rincaro
dell'imposta nel successivo biennio, dovendo fin d'ora trovare un'alternativa al fabbisogno di cassa.
Del resto è stato chiaro il capogruppo di Fdi, Giancarlo Migli: «Presenteremo un emendamento per evitare l'applicazione dell'addizionale per il 2020 e il 2021». Emendamento che Nelio Pavesi (Lega) già
si è detto disposto a votare. Ma non
è il solo: anche Lugii Rabuffi (Piacenza in Comune) ha annunciato
l'intenzione di «presentare come minoranza un ordine del giorno al
riguardo».
Particolarmente critico è apparso
Giardino («Non vorrei che il coraggio di una giunta di rottura si limitasse all'abrogazione del Festival del
Diritto»), mentre secondo Antonio
Levoni (Liberali) e Lorella Cappucciati (Lega) «occorreva che il Comune comunicasse ai cittadini i vantaggi di un rincaro dell'Irpef».
A tornare sulle polemiche nel centrodestra, è stata ieri Forza Italia, il
cui coordinamento ha diffuso una
nota in cui viene in sostanza sconfessato l'atto di scusa che il capogruppo Sergio Pecorara ha rivolto
lunedì in consiglio comunale a Tommaso Foti (Fdi) che era stato uno
dei protagonisti del ruvido botta e
risposta a mezzo stampa con il vicesegretario azzurro Antonio Agogliati su chi avesse o meno preferito toccare l'addizionale Irpef.
«La paternità del rifiuto di ogni ipotesi di aumento» dell'imposta «è innazitutto da ascrivere a merito di
Forza Italia», si legge nella nota. E
se viene salutato con favre che
«questa decisione è condivisa da
tutte le forze» della coalzione, è da
precisare che Fdi, «o forse solo qualche suo esponente, ha invece ritenuto, del tutto legittimamente, di
chiedere inizialmente una valutazione in ordine a tale possible aumento», ipotesi che «si è rivelata rapidamente non percorribile».
Escluso ogni intento polemico, Fi
censura «il tono della reazione» di
Foti che «pare francamente eccessivo». Una polemica «pretestuosa
tale da avere indotto» Pecorara «a
dichiarazioni che, se correttamente riportate, paiono giustificabili solo con la peoccupazione di tutelare la maggioranza e l'amministrazione». Perché «Forza Italia non deve scusarsi con nessuno!», conclude orgogliosamente la nota.
Libertà