Rassegna Stampa

'Leso il nome della Thailandia' - Bilardelli condannato a 8 mesi

Data: 31/10/2019

Processo al 19enne detenuto a Bangkok Vittima risarcita e disposta a ritirare la querela ma il giudice non concede la condizionale

Non sono bastate le parole di pentimento dell'imputato. E nemmeno che la vittima abbia accettato il denaro del risarcimento implorando il giudice di essere clemente «perché - ha fatto presente - in fondo è un ragazzo giovane». Gianluca Bilardelli, il 19enne piacentino detenuto in carcere a Bangkok dal 29 agosto scorso, è stato condannato a otto mesi di reclusione senza sospensione condizionale. Il giudice ha ritenuto che il ragazzo si sia macchiato di un reato gravissimo: il furto di una valigia in un luogo pubblico come un aeroporto ha leso gravemente l'immagine della Thailandia agli occhi dei turisti. Niente espulsione o estradizione in Italia, dunque. Bilardelli, che soffre di asma e necessita di particolari medicinali, dovrà scontare l'intera pena in una struttura le cui condizioni detentive sembra destano perplessità in quanto a rispetto dei diritti del prigioniero. L'esito dell'udienza di conciliazione (simile alla nostra udienza preliminare) dell'altro giorno è stato comunicato dall'ambasciata all'avvocato piacentino Roberto Bernocchi che da diverse settimane si sta occupando del caso sempre in stretto contatto con la diplomazia italiana in Thailandia e con il collega del posto, l'avvocato Thamerak. E dire che nei giorni scorsi filtrava ottimismo circa un esito positivo del processo e un rientro immediato in Italia del ragazzo. E non solo perché il benefattore Antonino Corti ha mantenuto la sua promessa mettendo a disposizione dell'ambasciata una somma di 3.400 euro. «Abbiamo fatto tutto quel che potevamo - ha spiegato ieri Bernocchi - è stato trovato un accordo con la vittima del furto (la moglie di un generale) per un risarcimento di 2.600 euro con quest'ultima che in aula si è anche detta disposta a ritirare la querela. Diciamo che nella peggiore delle ipotesi ci aspettavamo una condanna, anche di entità lieve, ma con la concessione della sospensione condizionale». E invece la sentenza è stata una doccia fredda. Con il giudice che ha considerato prevalenti le aggravanti del furto. Ha cioè ritenuto che il comportamento del giovane italiano abbia leso l'immagine della Thailandia, paese che vive di turismo e che potrebbe risentire di pubblicità negativa. Niente sospensione condizionale della pena, dunque. Il pronunciamento dell'autorità di giustizia thailandese ha gettato nello sconforto il ragazzo e il padre Alessandro. Questo ultimo, che stava per partire convinto di andarsi a riprendere il figlio, ieri in lacrime ha chiesto aiuto alle autorità italiane. «Otto mesi in quel carcere sono troppi, non ce la può fare chiuso là dentro. E' già dimagrito di 15 chili. Non si può far marcire un ragazzo in galera». L'avvocato Bernocchi ha spiegato che verranno presto inviati all'ambasciata tutti i verificati medici sulla patologia del giovane nella speranza che possano indurre l'amministrazione penitenziaria thailandese a valutare l'incompatibilità con una lunga detenzione. L'altra speranza è legata alla possibilità di beneficiare col tempo di sconti di pena per buona condotta. Del caso di Bilardelli, va ricordato, si era interessato anche il parlamentare di Fdi Tommaso Foti con un'interrogazione al ministro dell'Interno. 

Libertà 

facebbok

Rassegna Stampa

TommasoFoti
powered by Blacklemon Srl