Rassegna Stampa

In vista dell'appuntamento con le urne del 17 aprile s'intensificano le prese di posizione

Data: 13/04/2016

IN VISTA DELL'APPUNTAMENTO CON LE URNE DEL 17 APRILE S'INTENSIFICANO LE PRESE DI POSIZIONE

Posizione del no «Andate al mare» 
La linea ufficiale del Pd: astensione 
Bersani, che si recherà a votare, dirà no 

PIACENZA - C'è chi dice no. E chi invita ad andare al mare, domenica. La posizione ufficiale del Partito Democratico, al di là delle pressioni della minoranza Dem, è per l'astensione. Perché sia considerato valido, infatti, il referendum ha bisogno di raggiungere il quorum, cioè serve che vadano a votare il 50 per cento più uno degli aventi diritto al voto. Tra i no o il non voto (alcuni non hanno ancora deciso quale delle due linee) spiccano i consiglieri di Fratelli d Italia-Alleanza Nazionale, Tommaso Foti e Erika Opizzi, oltre ad altri rappresentanti del centrodestra come Gloria Zanardi, consigliera provinciale. Pierluigi Bersani, ex segretario Pd e onorevole piacentino, ha detto che andrà a votare e voterà no. «Prima di tutto, questa non è una scelta a favore o contro una fonte energetica, ma il quesito è relativo alla prorogabilità o meno delle concessioni per i soli impianti estrattivi che sono (dagli anni '70) all'interno delle 12 miglia dalla linea di costa — spiega Giorgio Alessandrini del Pd (e la linea, come riportato lunedì da Libertà, è condivisa dal segretario provinciale Loris Caragnano). Nulla cambierà nelle attuali strategie di approvvigionamento energetico per effetto dell'esito del referendum. Le strategie energetiche nazionali e regionali non dipendono dal quesito posto, ma da una programmazione che abbia capacità di visione di medio e lungo periodo. Con la legge di stabilità 2016 il Governo ha confermato il divieto di ricerca e trivellazione entro le 12 miglia, e abrogato le deroghe in materia introdotte nel 2006 dal 3 governo Berlusconi. Per gli impianti già esistenti, 21 in tutto, si stabilisce che siano "prorogati per la durata utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale". La domanda del referendum riguarda solo e soltanto l'abrogazione di questa ultima frase, e solo e soltanto per i 21 impianti entro le 12 miglia dalla costa. Non inciderà minimamente su quelli oltre le 12 miglia, né su quelli sulla terraferma. Il quesito referendario non migliorerà improvvisamente la qualità dell'ambiente e la salute delle acque. Lo farà invece un'attenta politica di ridefinizione delle strategie energetiche nazionali e regionali». La Regione Emilia-Romagna non è tra le Regioni che hanno proposto il referendum. La sua Assemblea legislativa il 29 settembre 2015 ha votato contro i requisiti referendari dando mandato alla Giunta di lavorare con il Governo per cambiare la legge. «E in questo senso la Giunta e l'Assessorato all' Ambiente della Regione Emilia-Romagna hanno lavorato e stanno lavorando, proseguendo un impegno costante da tempo avviato per il perseguimento e la affermazione della Green Economy come nuovo modello di sviluppo qualificato - precisa Alessandrini -Il fine è quello di ridurre la dipendenza energetica dalle altre aree del mondo e garantire una tendenza all'autosufficienza. In quest'ottica, l'utilizzo del gas estratto in Adriatico è guardato come fonte energetica di transizione a minor costo, e il suo sfruttamento come una risorsa irrinunciabile per poter mantenere gli attuali livelli occupazionali nel settore, mentre si lavora per lo sviluppo dei nuovi. Riteniamo il referendum inefficace nel merito e nel metodo». 

Nel centrosinistra qui i "dissidenti" Montanari (indipendente) e Salotti (Pd): «Votiamo sì per l'interesse dei cittadini» 

La maggior parte dei partiti di opposizione al Governo ha detto che voterà "Sì", cioè chiederà che gli impianti di estrazione già presenti entro le 12 miglia dalle coste concludano le trivellazioni una volta scadute le licenze e non quando il giacimento sarà esaunto. A favore del "SI" ci sono partiti diversissimi tra loro, che vanno da Sel e Rifondazione a Movimento Cinque Stelle, Forza Italia, Forza Nuova e Lega Nord, oltre a Fratelli d'Italia (che a livello locale invece si schiera per il "No"). Allineati con il "si", anche "Possibile" di Civati e associazioni non solo ambientaliste, come Legambiente, ma anche libera e Arci. Alcuni esponenti del Pd voteranno si, a Piacenza, nonostante l'indicazione di astensione dettata dal leader Matteo Renzi: tra chi andrà contro corrente, potrebbero esserci motti -si dice la maggioranza - dei Giovani Democratici. Dalle fila del centrosinistra, Davide Montanari (indipendente) e Fabio Salotti (Pd) spiegano le ragioni del voto, dopo gli interventi già pubblicati da parte di altri partiti lunedì su Libertà: «Non solo domenica 17 andrò a votare ma lo farò con piacere - dice Montanari -. L'esercizio di voto fa parte dei doveri di ogni cittadino. E a me, che sono cresciuto sulle feste dell'Unità, l'apologia dell'astensione dà molto fastidio, da qualunque parte essa provenga. Andrò a votare per il SI perché non ritengo giusto che l'Italia regali ai petrolieri la possibilità di estrarre petrolio a vita sulle nostre coste, invece che discuterne con le Regioni le modalità a scadenza delle concessioni come avveniva prima». E Salotti aggiunge: «Al di là del tema referendario io sono rimasto al Signor G. quando cantava che la libertà di una persona non è stare sopra un albero ma la libertà è partecipazione. Per questo domenica 17 andrò a votare e voterò SI, anche perché la legge da abrogare attribuisce al concessionario margini di libertà nello sfruttamento incompatibili con gli interessi connessi alla difesa dell'ambiente e dei cittadini». Il Comitato provinciale unitario per il "Sì" al referendum del prossimo 17 aprile ha organizzato una serie di flash mob e iniziative, che riferiamo in pagina: «Votare è importante, la gente è stufa di essere delegittimata, anche a Piacenza ci sono nuove sensibilità ambientaliste, di rispetto di quello che ci circonda - spiega Laura Chiappa -. Vogliamo dare una scelta di indirizzo energetico e dire all'Italia e al Governo attuale che la strada da perseguire è quella delle rinnovabili e dell'efficienza energetica. Saremo in piazza, nelle strade, faremo sentire la nostra voce e distribuiremo volantini, fino a venerdì. La vittoria del referendum cancellerà l'ennesimo regalo fatto alle compagnie petrolifere grazie all'approvazione della Legge di Stabilità 2016, che permette loro di estrarre petrolio e gas nei nostri mari entro le 12 miglia, senza alcun limite di tempo. Non rinunciamo a una risorsa strategica - precisa -. Il contributo delle attività estrattive entro le 12 miglia sono pari al 3% dei nostri consumi di gas e meno del l'l% di petrolio: quantitativi ridicoli per i nostri fini energetici - conclude -, a fronte di rischi incalcolabili». 

Gli ultimi giorni prima del referendum sono i più intensi, anche se ad oggi a scatenarsi in piazza e in strada sembrano essere solo i No-Triv. Nonostante infatti siano state interpellate le diverse sensibilità anche a favore del "no" al referendum del 17 aprile, non risultano ad oggi eventi in programma per la promozione del voto negativo (invitiamo a segnarle alla mail cronaca@liberta.it nel caso ve ne fossero in programma). II comitato referendario a sostegno del si, invece, presenta le nuove iniziative: stasera, alle 21, nella sede di Spazio 2 di via XXIV Maggio 51, VegeJoy organizzano un incontro informativo ("Stop trivelle, l'importanza di votare si") sul tema. Saranno presenti Laura Chiappa e Paolo Lega di Legambiente. Domani e venerdì, il Comitato farà un blitz pacifico a sorpresa, in giro per Piacenza, dalle 17 alle 19. Si tratta di un flash mob, quindi gli organizzatori non hanno voluto rivelare altri dettagli. Domani sera, alle 21, nell'ex cinema Smeraldo di Ziano, è previsto l'incontro con Gaetano Subacchi. 

Pochi eventi previsti per il No 
In vista nuove iniziative per il Si 
E' scontro sui social network, volantini a sostegno dell'astensione (presidente di Energetica), organizzato da Immagina Ziano e Legambiente. Sul social network, a differenza di quanto accade pubblicamente, i toni si stanno intanto alzando ed è scontro più diretto tra le diverse posizioni che emergono sui profili dei piacentini. Circola anche un volantino che ricorda come "l'astensione sia legittima e prevista dalla Costituzione. Non vuole restare muto, ma intende dire sì, il pesciolino "Arturo", il testimonial scelto da Enpa per la campagna a favore del Si al referendum del 17 aprile. "Non resto muto" è infatti lo slogan che accompagna il curioso pesciolino dalla livrea color oro e argento. « ampiamente dimostrato - scrive l'Enpa in un comunicato - che le trivelle rappresentano un serio pericolo per la vita degli animali marini, non solo a causa dell'estrazione degli idrocarburi e del rischio di sversamenti ad essa connessi, come testimoniato dal disastro del 2010 nel Golfo del Messico, ma anche per le attività di ricerca dei giacimenti. 

"Il 17 aprile non andate a votare, non sprecate la vostra energia", alludendo all'uso di gas e petrolio. Il referendum per decidere se abrogare una norma che permette di estendere le concessioni per estrarre gas o petrolio da piattaforme offshore entro 12 miglia dalla costa fino all'esaurimento del giacimento è stato comunemente definito "il referendum sulle trivelle", ma, si ricorda, non riguarda le concessioni per nuove trivellazioni, già vietate entro le 12 miglia, ma la possibilità per gli impianti esistenti di proseguire le attività estrattive in corso finché i giacimenti non saranno esauriti. Le concessioni per le trivelle attive in Italia sono oggi 31, di cui 5 non produttive nel 2015. 
Infatti il vero e proprio martellamento connesso alle attività 

«Rischio di sversamenti e per viti di prospezione dei fondali mani manda i cetacei in tilt» 

I fragili sistemi di orientamento dei cetacei, che finiscono inevitabilmente per spiaggiarsi sulle coste. Gli idrocarburi appartengono al nostro passato - conclude Enpa nella nota -. Il futuro, l'economia e l'occupazione sono oramai legati allo sviluppo delle energie verdi. Il "SI" è un voto per il progresso e per la scienza; un voto per mettere fuori gioco gruppi di potere lobby ancorati ad una visione del mondo vecchia e spesso protagonisti in negativo della nostra scena politica».

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