Rassegna Stampa

La mafia nigeriana radicata in citta'

Data: 17/02/2019

L'INCONTRO PROMOSSO DA FRATELLI D'ITALIA 
«La mafia nigeriana radicata in città» DONNARUMMA 

EMERGENZA CRIMINALITA «Mafia nigeriana,siamo nella morsa» Fratelli d'Italia lancia l'allarme: «Colpa del buonismo della sinistra» 

IL CRIMINOLOGO MELUZZI «I profughi che diventano criminali sono sei volte di più rispetto agli italiani» 

LA MAFIA nigeriana non è più solo un luogo comune. A seguito dell'ennesimo arresto per droga ai danni di due giovani nigeriani, avvenuto qualche giorno fa in un appartamento di via Gallucci, il gruppo `Fratelli di Italia' ha deciso di organizzare ieri un momento di dialogo con la cittadinanza, moderato dalla deputata Ylenja Lucaselli, in cui si parlato principalmente di sicurezza. «E evidente che l'attuale amministrazione ha sottovalutato il problema — ha spiegato Stefano Prampolini, candidato sindaco alle elezioni per il centro destra — siamo arrivati ad un punto in cui non possiamo più permetterci di `tollerare' la criminalità. Fondamentale è incrementare il numero di telecamere e procedere ad illuminare tutte le zone più buie della città, utile deterrente per le attività criminose». Della stessa opinione anche Michele Barcaiuolo, coordinatore regionale di `Fratelli di Italia': «Parlare di mafia nigeriana significare parlare anche della sicurez?a e serenità delle nostre famiglie. Dopo 74 anni di lavoro, è ora che il Pd ci lasci il posto e vada in pensione». La conferenza però non è stata solo un'occasione per fare campagna elettorale ma anche un'opportunità per ascoltare le voci dello psichiatra Alessandro Meluzzi e dell'onorevole Wanda Ferro, esperti in materia di criminologia e mafia. «Il problema della mafia nigeriana è di sovranità nazionale e profondamente legato alle migrazioni — ha dichiarato il professor Meluzzi — i dati dimostrano che i profughi arrivati in Italia che approdano al crimine sono sei volte in più degli italiani. Feroce nel comportamento — ha continuato il criminologo — la criminalità nigeriana non è più tributaria della mafia nazionale a livello di rifornimento di stupefacenti o controllo della prostituzione. È una mafia che comincia a muoversi autonomamente, per questo è fondamentale intervenire anche da un punto di vista politico. La colpa è anche del buonismo della sinistra che sta causando il tramonto della legalità». Un attacco alla negligenza della sinistra non è mancato nemmeno da parte di Tommaso Foti, capogruppo alla camera di `Fratelli d'Italia che ha ribadito quanto le risorse economiche del triangolo industriale Modena-Bologna-Reggio Emilia siano state un boccone succulento per la mafia nigeriana: «Dai dati che possediamo pare che siano circa 100 mila gli affiliati alla mafia nigeriana in Italia, un numero che equivale circa all'intera città di Piacenza — ha spiegato Foti — occorre aprire gli occhi su un fenomeno di cui si era iniziato a parlare già nel 1996, quando facevo parte della prima legislatura della commissione antimafia. Tutta l'Emilia Romagna ne è coinvolta, compresa la città di Ferrara dove la sinistra rischia di perdere le elezioni proprio per aver gestito male il problema della sicurezza». La struttura verticistica dell'organizzazione e la mancanza di pentiti non agevola la lotta contro il crimine nigeriano. Per questa ragione per contrastare la mafia nigeriana «è fondamentale non solo la presenza di figure competenti ma anche parlarne, e parlarne tanto perchè — ha concluso l'onorevole Wanda Ferro — la mafia uccide tanto quanto il silenzio». 

GLI AFFILIATI NEL PAESE Sono circa 100 mila gli affiliati in Italia alla mafia nigeriana, numero che equivale agli abitanti di una città grande più o meno come Piacenza 

LE CITTÀ COINVOLTE Modena, Bologna, Ferrara e Reggio Emilia sono i principali centri della regione in cui sono presenti nuclei di mafia nigeriana

Resto del Carlino Modena

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