Lettera aperta del deputato di Fratelli d'Italia Tommaso Foti al quotidiano Libertà
Signor direttore,
dandosi di gomito, alcuni miei contraddittori segnalano la propria stonata partecipazione al "festival" delle parole in libertà, non
avendo - come noto - la libertà di parola nulla a che spartire con la licenza di denigrare,
oltretutto senza sapere. C'è chi - novello
emulo del commissario Lo Gatto - collega,
ovviamente senza neppure averne letto il
contenuto originale, l'interpellanza parlamentare da me presentata alle imminenti
consultazioni elettorali nel capoluogo. Tesi
di rara acutezza ed originalità atteso che - se
accolta - conculcherebbe ai parlamentari il
diritto di presentare ogni atto di sindacato
ispettivo, essendo come noto i cittadini - per
un motivo o per un altro - chiamati al voto
ogni anno.
C'e' chi, per non essere da meno, sostiene
che, nella motivazione della sentenza in discussione, il magistrato ha "solo espresso un
parere professionale" in ragione dello "studio di carte" a cui non ho accesso, quasi che
invece che ai miei detrattori ciò sia stato consentito. E pensare che, agli organi di informazione, non di certo chi scrive ma qualche interessata e professionale "manina" ha
fatto avere lo stralcio delle motivazioni stese dal giudice, oggetto in seguito di discussione.
Ma se tutto ciò può ascriversi alla fisiologica necessità di colpire - a prescindere - l'avversario politico, appare ben più che irrituale che attivi censori sostengano - con sfregio
dell'articolo 105 della Costituzione, oltre che
nell'evidente ignoranza di quanto disposto
dall'articolo 12 del decreto legislativo n.
109/2006 - che la richiesta dello scrivente al
ministro di Giustizia affinché valuti se sussistano le ragioni per l'esercizio dell'azione
disciplinare nei confronti del magistrato, attenti l'indipendenza del potere giudiziario.
Verrebbe da dire: "beata ignoranza", se non
fosse che concreto è il rischio di vedere radicarsi tanto interessate - quanto errate -
convinzioni, frutto avvelenato dell'insipienza di chi le manifesta.
A fronte di assordanti silenzi (silenzio-assenso o silenzio-rifiuto?) non posso al riguardo non evidenziare che la legge - altro
che la polvere - viene messa sotto il tappeto (o sotto i piedi?) in certi interventi pubblicati su Libertà di parola.
Tommaso Foti
deputato di Fratelli d'Italia