Rassegna Stampa

Legge sotto i piedi pur di criticarmi - Lettera di Foti a Liberta'

Data: 01/12/2021

Lettera aperta del deputato di Fratelli d'Italia Tommaso Foti al quotidiano Libertà

LE MOTIVAZIONI-LEVANTE

Signor direttore, dandosi di gomito, alcuni miei contraddittori segnalano la propria stonata partecipazione al "festival" delle parole in libertà, non avendo - come noto - la libertà di parola nulla a che spartire con la licenza di denigrare, oltretutto senza sapere. C'è chi - novello emulo del commissario Lo Gatto - collega, ovviamente senza neppure averne letto il contenuto originale, l'interpellanza parlamentare da me presentata alle imminenti consultazioni elettorali nel capoluogo. Tesi di rara acutezza ed originalità atteso che - se accolta - conculcherebbe ai parlamentari il diritto di presentare ogni atto di sindacato ispettivo, essendo come noto i cittadini - per un motivo o per un altro - chiamati al voto ogni anno. C'e' chi, per non essere da meno, sostiene che, nella motivazione della sentenza in discussione, il magistrato ha "solo espresso un parere professionale" in ragione dello "studio di carte" a cui non ho accesso, quasi che invece che ai miei detrattori ciò sia stato consentito. E pensare che, agli organi di informazione, non di certo chi scrive ma qualche interessata e professionale "manina" ha fatto avere lo stralcio delle motivazioni stese dal giudice, oggetto in seguito di discussione. Ma se tutto ciò può ascriversi alla fisiologica necessità di colpire - a prescindere - l'avversario politico, appare ben più che irrituale che attivi censori sostengano - con sfregio dell'articolo 105 della Costituzione, oltre che nell'evidente ignoranza di quanto disposto dall'articolo 12 del decreto legislativo n. 109/2006 - che la richiesta dello scrivente al ministro di Giustizia affinché valuti se sussistano le ragioni per l'esercizio dell'azione disciplinare nei confronti del magistrato, attenti l'indipendenza del potere giudiziario. Verrebbe da dire: "beata ignoranza", se non fosse che concreto è il rischio di vedere radicarsi tanto interessate - quanto errate - convinzioni, frutto avvelenato dell'insipienza di chi le manifesta. A fronte di assordanti silenzi (silenzio-assenso o silenzio-rifiuto?) non posso al riguardo non evidenziare che la legge - altro che la polvere - viene messa sotto il tappeto (o sotto i piedi?) in certi interventi pubblicati su Libertà di parola. 
Tommaso Foti 
deputato di Fratelli d'Italia  

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