Rassegna Stampa

Tei era infastidito da sciatteria e superficialita'

Data: 04/11/2018

Domani alle 15 intitolazione della sala-giunta al segretario che ha segnato un'epoca

Domani alle 15, sarà scoperta in Municipio dal sindaco Patrizia Barbieri, la targa a ricordo dell'ex segretario generale del Comune, Franco Tei, cui sarà dedicata la sala della Giunta municipale. L'iniziativa che ha come promotori ex amministratori quali Aldo Lanati, Carlo Mazza e Stefano Pareti, intende ricordare una figura di primo piano nell'ambito della gestione e della direzione della macchina comunale. Interverrà, per ricordare la figura e l'attività di questo segretario generale che ha segnato un'epoca per le varie Amministrazioni che si sono succedute dalla metà degli anni Sessanta alla fine degli anni Novanta, l'onorevole Tommaso Foti che, ventenne, entrò per la prima volta in Consiglio comunale nel 1980, e tra normative ed atti deliberativi ebbe modo di instaurare con Tei una sincera amicizia. Un breve ricordo sarà tracciato anche da Carlo Mazza, già presidente del Consiglio Comunale dal 1994 al 2002 e dal 1985 consigliere comunale, ma soprattutto amico di Tei e da Stefano Pareti, sindaco dal 1980 al 1985 e assessore all'Urbanistica dal 1975 al 1980 (fu anche assessore alla Cultura dal 2002 al 2004), che ha avuto modo di apprezzare le qualità di Tei e con il quale ha avuto un amicizia cordiale. Dovrebbero essere presenti, oltre gli attuali amministratori, anche ex consiglieri ed ex dirigenti e dipendenti comunali che hanno avuto modo di collaborare con Tei nel corso degli anni. Nella lettera in cui promuovevano l'iniziativa, Mazza, Pareti e Lanati scrivevano: «Per Tei lo studio della dottrina giuridica e dell'evoluzione legislativa era una passione con la quale sapeva fornire agli amministratori comunali un quadro di certezze a prova di contestazioni e ricorsi. Era per ciò un riferimento insostituibile di Giunta e Consiglio, compresi i consiglieri di minoranza cui attribuiva un legittimo rango di effettiva componente istituzionale». E ancora: «La sua linea di condotta era infatti improntata alla tutela dell'ente, dei suoi rappresentanti e funzionari, ed era infastidito da ogni sciatteria e pressapochismo».

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