Data: 22/06/2012
Che rimanesse in consiglio comunale molti non se l'auguravano, soprattutto nella maggioranza. Perché è un fatto - lo scriviamo senza piaggeria - che Tommaso Foti il suo lavoro lo sa fare, eccome. Non gli è occorso molto a dimostrarlo anche ai neo consiglieri che, ai suoi primi interventi sui banchi del consiglio, lo guardavano ora con una punta d'invidia, ora di ammirazione. Tant'è che, come ci conferma Foti, qualcuno di loro, al termine della seduta, è andato a fargli i complimenti. "Chi?", chiediamo noi. "Nomi non ne faccio, perché - afferma l'esponente azzurro - non voglio rovinare la carriera a nessuno. Ma è vero che apprezzamenti me li hanno fatti anche consiglieri di maggioranza".
Pochi giorni dopo l'insediamento del consiglio, Foti tira fuori la bomba su Iren. A dire il vero si limita a porre, in una dettagliata interrogazione, domande maliziose al sindaco e all'assessore delegato sull'andamento della multiutility partecipata anche dal Comune di Piacenza, forte di un articolo non propriamente esaltante che Il Sole 24 ore ha riservato, a tutta pagina, alla stessa.
"E' inutile - dice Foti - girarci attorno per fare finta di non vedere la realtà: Iren ha fatto il passo più lungo della gamba in un momento in cui il mercato era maturo. E adesso paga il conto con un indebitamento che non può non preoccupare, cui si tenta di porre freno attraverso la cessione di importanti asset, che pure dovrebbe preoccupare "
Scelte manageriali sbagliate? - incalziamo noi.
"Dire che Iren abbia avuto dei manager mi pare dirla grossa. Certamente, afferma Foti, c'è stato chi - ogni riferimento ai Comuni di Torino e Genova è voluto - ha blindato una parte della governace , pretendendo con il 33,3% d'azioni, di comandare. Chi ha dormito sono stati gli altri". "Non ci vuole molto per avere la controprova di quanto affermo. Si è mai visto, si chiede il consigliere del PdL, che in una società pubblica un socio (il Comune di Torino) abbia 250 milioni di debiti verso la stessa, dei quali 240 imputabili a bollette scadute, e nessuno altro socio si lamenti? Che facciamo noi, paghiamo gli interessi sul debito che il Comune di Torino non paga? Mah, robe da matti".
Ma Iren è una società quotata in Borsa. Non pensa - chiediamo noi - che sia un vantaggio per gli azionisti?
"Per come va la borsa oggi direi proprio di no, poi bisognerebbe vedere se e quali effettivi vantaggi abbiamo avuto noi con il concambio. In ogni caso nell'ultimo anno il titolo ha perso il 74% del suo valore: se tutta la borsa italiana avesse seguito un andamento così nefasto, altro che crisi del '29..."
Il parlamentare piacentino, ora è un fiume in piena: "Iren, comunque, è la punta di un iceberg che riguarda le modalità con cui si amministrano i soldi dei cittadini. Pensiamo all'idea di costruire un nuovo palazzo per gli uffici comunali a Piacenza. Tutti sappiamo che, nel futuro, sempre più servizi dovranno essere esternalizzati e, quindi, l'Ente avrà sempre un numero minore di dipendenti; per non dire del telelavoro che in Europa è una realtà e fatalmente lo sarà anche da noi. Non ci si preoccupa di costruire, dunque, un nuovo palazzo degli uffici verificando prima se serve ai cittadini, ma unicamente per fare contento qualche costruttore, o meglio la Lega delle Cooperative."
Insomma, Foti, sbagliamo noi o per lei l'opposizione la si fa alla vecchia maniera?
"Iniziamo col dire - si accalora l'esponente del PdL - che l'opposizione logora chi non la fa. L'opinione pubblica è stufa sia di false promesse, sia di altrettanto false e ripetitive denunce. O sai di cosa parli, conosci la materia, ti spieghi chiaramente o la gente non ti capisce, ma soprattutto non ti segue più. Fare opposizione non vuol dire chiedere un giorni sì e l'altro pure le dimissioni di chi è stato eletto con migliaia di voti. Fare opposizione vuol dire mettere in piazza tutto ciò che una maggioranza di negativo fa."
Che ci dice della giunta Dosi?"
"Non si è mai visto uno spettacolo così penoso come la nascita di questa giunta. Altro che prima repubblica: se questo è il nuovo, viva il vecchio; se questo è il sindaco buono, viva il sindaco cattivo."
Siamo alla fine della chiacchierata, stiamo per salutarci, ma Foti non demorde, riservando a Dosi ("dicono abbia fatto l'assessore alla cultura, in passato" , ironizza il consigliere pidiellino) un " studia il passo, o mio figlio... usciam da queste tenèbre' preso in prestito dal Macbeth e che suona già come una pesante bocciatura.
da corriere padano