Regione (Archivio)

Comparto delle ceramiche: si chieda proroga dei dazi europei contro importazioni cinesi

Data: 07/12/2015
Numero: 1759
Soggetto: ASSESSORATO ATTIVITA' PRODUTTIVE. PIANO ENERGETICO. ECONOMIA VERDE E RICOSTRUZIONE POST-SISMA
Data Risposta: 23/02/2016

Per sapere, premesso che:- 

nel 2010 il consumo comunitario di piastrelle di ceramica risultava pari a 970 milioni di metri quadrati e le importazioni cinesi avevano raggiunto i 63,8 milioni di metri quadrati, con una quota sul consumo di oltre il 6,5%, in forte crescita nonostante la crisi; 

il 15 settembre 2011 il Consiglio Europeo istituiva, con il regolamento di esecuzione (UE) n. 917/2011, dazi antidumping sulle importazioni di piastrelle di ceramica della Repubblica popolare cinese, con lìapplicazione di un'aliquota unica del dazio fissata al 26,3 % sulle importazioni del prodotto interessato, fabbricato dal seguente gruppo di produttori esportatori: Dongguan City Wonderful Ceramics Industrial Park Co., Ltd e Guangdong Jiamei Ceramics Co. Ltd («il gruppo Wonderful») e Qingyuan Gani Ceramics Co. Ltd e Foshan Gani Ceramics Co. Ltd («il gruppo Gani»). L'aliquota del dazio antidumping definitivo applicabile al prezzo netto franco frontiera dell'Unione, per altri produttori variava dal 29,3% al 69,7%;il delta tra i detti dazi dipendeva dal grado di collaborazione che le varie aziende cinesi avevano reso nel corso dell'effettuazione dell'inchiesta da parte della Commissione Europea; 

l'introduzione dei dazi aveva l'indispensabile funzione di ristabilire un livello leale di confronto, tale da permettere ai produttori comunitari di piastrelle di ceramica di continuare ad essere competitivi in Europa, come accade - con successo - sui mercati esteri. I predetti dazi, oltre a consentire di superare le condizioni che avevano portato alla procedura d'infrazione, determinavano finalmente condizioni di libera competizione tra le parti; 

si avviava quindi la fase, non meno importante, di assicurare la piena efficacia delle misure da attuarsi attraverso un'attenta vigilanza dei flussi di importazione, volti a scongiurare azioni e pratiche illegali finalizzate ad eludere i dazi antidumping; 

dazi e attività di vigilanza hanno dato ottimi frutti se è vero - come è vero - che le importazioni cinesi in Europa sono calate di circa l'80%, passando da circa 65 milioni di metri quadrati (dei quali 20 milioni in Italia) agli attuali 15 milioni; 

pare evidente che senza i dazi, la quantità di importazioni di piastrelle di ceramica cinesi sarebbe aumentata sicuramente in maniera consistente, tant'è che le proiezioni di qualificati centri studi prevedevano che le stesse potessero raggiungere una quota di mercato in Europa del 10% entro il 2014, pari a circa 100 milioni di metri quadrati; 

il Regolamento di esecuzione (UE) n. 2015/409 della Commissione dell'11 marzo 2015 ha modificato il regolamento di esecuzione (UE) n. 917/2011 del Consiglio, cosicché gruppo di esportatori cinesi Qingyuan Gani Ceramics Co. Ltd; Foshan Gani Ceramics Co. Ltd. il dazio applicato è sceso al 13,9 %; 

i dazi introdotti dal Regolamento di esecuzione (UE) n. 917/2011 scadranno nel mese di settembre del 2016 e da quel momento si avrà una nuova invasione di ceramiche cinesi sottocosto se l'Unione Europea non rinnoverà le procedure anti-dumping; 

se e quali iniziative intenda assumere la Giunta Regionale anche nei confronti del Governo Italiano, in considerazione del fondamentale apporto fornito dall'industria delle ceramiche e dall'indotto sotteso al prodotto interno lordo regionale, per ottenere una nuova proroga dei detti dazi la cui introduzione, come detto, ha drasticamente ridotto l'importazione in Europa di ceramiche cinesi sottocosto, liberando importantissime quote di mercato per i produttori europei e, quindi, anche per quelli italiani che rappresentano un importante e qualificato punto di riferimento per il comparto delle ceramiche.

Tommaso Foti

DIBATTITO INTEGRALE IN ASSEMBLEA LEGISLATIVA

OGGETTO 1759

Interpellanza circa le iniziative che si intendono assumere per la proroga dei dazi antidumping sulle importazioni di piastrelle in ceramica cinesi. A firma del Consigliere: Foti

(Svolgimento)

 

PRESIDENTE (Saliera): Proseguiamo con l'oggetto 1759: Interpellanza circa le iniziative che si intendono assumere per la proroga dei dazi antidumping sulle importazioni di piastrelle in ceramica cinesi.

L'interpellanza è a firma del consigliere Foti. 

Risponderà l'assessore Costi.

La parola al consigliere Foti per illustrare l'interpellanza in oggetto. Prego.

 

FOTI: Grazie, presidente.

Com'è noto alla signora assessora, il problema dei dazi antidumping è un problema molto serio per quanto riguarda la possibilità di competere in Europa da parte delle imprese che producono ceramica. Lei sa meglio di me che nel 2010 il consumo comunitario di piastrelle di ceramica era pari a 970 milioni di metri quadrati, ma vi era stata una quota di mercato ormai raggiunta di circa il 7 per cento da parte del materiale di importazione della Repubblica popolare cinese.

Il 15 settembre del 2011 il Consiglio d'Europa ha istituito questi dazi antidumping che hanno avuto una prima collocazione in una fascia pari al 26,3 per cento per un insieme di produttori, quelli che avevano collaborato all'indagine dell'Unione europea, mentre quei produttori che non avevano neppure collaborato all'indagine dell'Unione europea avevano applicato un dazio antidumping che andava dal 30 per cento a circa il 70 per cento. I dati ci hanno dimostrato che l'applicazione di questi dazi ha effettivamente riequilibrato le condizioni del mercato, tanto è vero che oggi, se prendiamo i dati di questi periodi, le importazioni cinesi sono diminuite dell'80 per cento e quindi sono passate da 65 milioni di metri quadrati, dei quali 20 erano importati in Italia, a complessivamente 15 milioni di metri quadrati.

Come le sarà noto, i dazi introdotti dal Regolamento di esecuzione n. 917 del 2011 scadranno nel prossimo mese di settembre e quindi è probabile che dal mese di settembre o comunque dai mesi successivi si riapra l'invasione di piastrelle di provenienza cinese che indubbiamente finirebbe per alterare, per l'ennesima volta, quello che era un equilibrio ad oggi raggiunto in termini di mercato sia in Italia che nell'Unione europea.

Alla luce di tutto ciò, pur nelle competenze ristrette della Regione, io ritengo sia auspicabile un intervento diretto anche nei confronti del Governo affinché, in sede europea, si possano ripristinare o comunque prolungare quei dazi che hanno, nei fatti, dimostrato di essere particolarmente utili per il caso di specie.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.

La parola all'assessore Costi per la risposta. Prego.

 

COSTIassessore: Ricordo che stiamo parlando di una competenza che la Costituzione ha sempre affidato allo Stato e oggi a questa competenza è subentrata quella comunitaria, per cui le Regioni non hanno voce diretta in capitolo. È vero che quello che possiamo fare e che stiamo cercando di fare è esercitare un ruolo di affiancamento, di appoggio politico, di attivazione di politiche industriali oltre chiaramente che di elaborazioni nostre, di proposte e di analisi.

Ricordo anche che la Regione Emilia-Romagna per quanto riguarda il settore ceramico è in stretto contatto con i vertici di Confindustria Ceramica, sia per quanto attiene alle politiche industriali che fanno capo proprio alle nostre competenze, sia rispetto alla realizzazione di opere fondamentali, opere logistiche, che sono per quel distretto di fondamentale importanza. Anche rispetto ai rischi rappresentati dalla competizione internazionale, in modo particolare da quella cinese, la nostra attenzione è massima e anche noi concordiamo con quanto ha affermato il presidente di Confindustria Ceramica, ovvero che la richiesta, soprattutto su un tema enorme che si sta aprendo e che rischia di mettere in discussione chiaramente non solo questo comparto, ma tutto il resto, che è quella della richiesta da parte della Cina di ottenere lo stato di economia di mercato, contrasta con le evidenze che quotidianamente ci troviamo ad affrontare.

La nostra Regione è attenta anche a un altro obiettivo sul quale dobbiamo sempre stare attenti e non dimenticare mai, che è quello dell'apertura economica della Regione e del rispetto della massima libertà economica. Da questo aspetto noi abbiamo sempre tratto e continuiamo a trarre particolare utile.

La Regione Emilia-Romagna si sta muovendo su due elementi per noi fondamentali. In primo luogo, continuare a dedicare un'attenzione particolare alle azioni da portare avanti affinché il nostro sistema produttivo sia sempre più competitivo. Credo che questo sia uno dei temi che, dazi o non dazi, dobbiamo assolutamente tenere sempre presente. Per noi, dunque, si tratta di lavorare sempre sul tema della formazione, dell'innovazione e della ricerca, della costruzione delle infrastrutture adeguate, dell'identificazione e del perseguimento delle strategie commerciali raffinate non solo ricercando l'introduzione di norme protettive, che sono importanti certamente in alcuni casi. In questo caso, lo sono state. Ricordiamoci, però, che in alcuni Paesi questo gioca contro le nostre imprese, essendo noi imprese fortemente esportatrici.

Sono trascorsi cinque anni di protezione dall'imposizione delle misure (il secondo elemento è questo), durante i quali − come prevede la norma europea − si sarebbe dovuto permettere la ripresa di condizioni di libera competizione tra le parti, superando altresì le condizioni che hanno portato alla procedura. Condivido i dati su cui lavoriamo tutti: vi è un 80 per cento di calo delle esportazioni, 20 milioni in Italia (gli attuali 15 milioni). Dobbiamo, però, tenere conto che parliamo del periodo nel corso del quale vi è stato il massimo crollo del settore abitativo. Dobbiamo sempre ricordarci che in Cina sono assenti i grandi brand e numerosi studi evidenziano che oltre il 70 per cento della produzione cinese è realizzata in nome e per conto dei marchi occidentali. Si tratta di uno strumento, quindi, ma dobbiamo sapere anche che ci sono altri meccanismi che possono creare problemi.

Vorrei anche ricordare l'aspetto che maggiormente insidia le nostre produzioni. I cinesi oggi detengono circa il 5 per cento della quota di mercato europea. Dobbiamo sempre avere una visione a trecentosessanta gradi. I mercati che insidiano maggiormente le nostre produzioni sono quelli spagnoli. Inoltre, ci sono la Turchia, il Brasile e gli Emirati Arabi. Vi sono una serie di Paesi con i quali non ci sono elementi di protezione, ma che rischiano di avere influenze molto forti rispetto a questo settore. Devo dire, però, che l'industria italiana dei materiali ceramici, in questi anni, ha portato avanti operazioni davvero eccezionali. È migliorata, è riuscita a competere attraverso l'innovazione e la qualità di produzione e di stile. Forse rimane ancora aperto il tema, soprattutto per il mercato interno, di immettere prodotti a costi accessibili per tutte le fasce di mercato, se consideriamo necessario aumentare la parte che riguarda le costruzioni, le nostre aziende hanno svolto un lavoro straordinario.

Dall'altro lato, noi stiamo seguendo quello che sta facendo l'Unione europea, in quanto questa è la parte di sua competenza. Ricordo che l'Unione europea e la Cina sono le due principali aree commerciali al mondo. La Cina oggi è diventato il secondo partner commerciale dell'Unione europea, dopo gli Stati Uniti. La UE è il primo per la Cina e ogni giorno questi due grandi mercati si scambiano beni per circa 1 miliardo. È un dato importante. L'Unione europea ha un obiettivo finale, al di là delle operazioni transitorie che sono state adottate correttamente, comprese quelle dei dazi e di aprirsi al commercio cinese, ma solo dopo aver verificato che questo sia corretto. In questo senso, vi sono regole che devono essere rispettate, in modo particolare il rispetto di tutti gli obblighi dati dall'appartenenza al WTO. Vi sono negoziazioni in atto, che noi stiamo cercando di seguire, per la parte di nostra competenza, assieme al Governo.

Noi continueremo a lavorare sulle due parti. Per una Regione come la nostra, che esporta per 55 miliardi l'anno, il fatto di avere una libertà di scambio rimane fondamentale perché è ciò che ci permette, oggi, di avere benessere e, credo, una crescita economica. Le misure protettive, che in certi casi si sono rese necessarie, devono essere accompagnate da azioni che nel tempo permettano, però, di superarle. Noi lavoreremo esclusivamente per essere coerenti rispetto a questo tema. Permettere, con regole condivise, la libertà di scambio, per una Regione come la nostra, è fondamentale. Proprio per questo motivo, come Regione, continueremo le due azioni, quindi saremo al fianco dei nostri produttori del sistema ceramico, in costante contatto anche con l'associazione.

Ricordo che il presidente Bonaccini ha partecipato, proprio il 1° dicembre scorso, al "Ceramic Days" a Bruxelles, con l'intergruppo parlamentare dedicato alle piastrelle. In occasione del prossimo evento sarà presente anche l'USA. Continueremo questo nostro lavoro, sia rispetto ai dazi sia rispetto alla parte che bisogna assolutamente mettere in campo per superarli con regole condivise con la Commissione europea, per garantire un posizionamento più competitivo sul mercato nazionale e internazionale delle piastrelle. Questo lo abbiamo sempre fatto e lo continueremo a fare, assieme al Governo e alla Commissione europea.

Termino dicendo che lo stesso impegno noi lo stiamo mettendo per rendere più competitivo il nostro sistema. Lo dico perché, anche nell'ultimo bando di ricerca, quello sui laboratori, i progetti innovativi per la ceramica sono stati molto importanti. Credo che, lavorando sui due assi, potremo assicurare a questo nostro importante comparto prospettive molto più positive.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, assessore Costi.

La parola al consigliere Foti. Ha quattro minuti. Prego.

 

FOTI: Assessore, penso che nessuno oggi voglia sospendere o chiedere di sospendere la libertà di mercato. Il problema, come lei sa, è che l'intervento dell'Unione europea è servito, a suo tempo, anche per realizzare proprio quanto entrambi siamo consapevoli servisse, ossia offrire la possibilità alle imprese italiane − soprattutto le imprese di questo distretto l'hanno sfruttata appieno – di una rigenerazione, quasi, della loro attività produttiva.

Indubbiamente, i passi in avanti compiuti sono stati significativi e, forse, fondamentali per salvare quelle imprese e quelle aziende da una sorte che pareva segnata. Sotto questo profilo, è evidente che il sistema Italia − e, nella fattispecie, quello dei produttori di ceramica − ha dimostrato di avere una tempestività di azione, dopo l'introduzione dei dazi, che altri settori di altri comparti produttivi non hanno avuto, nonostante l'Europa avesse lasciato ampi spazi per provvedere.

Ciò detto, rimane una situazione di medio periodo, però. Purtroppo, questa è la conseguenza, forse, dei dazi antidumping, che hanno un ottimo effetto quando vengono introdotti, ma hanno anche, ovviamente, aspetti negativi quando vengono tolti del tutto. Una soluzione auspicabile è quella di un periodo transitorio prima di arrivare a ciò che lei diceva, ossia alla possibilità di una competizione in un mercato libero, anche se lei, con me, vorrà convenire che può reclamare il mercato libero chi, poi, all'interno del proprio territorio pratica il mercato libero. Se andassimo a vedere le pastoie burocratiche che riescono a impedire alle aziende italiane non di insediarsi in Cina, perché forse lì è molto facile, bensì di essere imprese italiane in Cina, che è cosa ben diversa, faremmo interessanti scoperte. Del resto, per essere chiari, la difficoltà oggi di molte imprese italiane è dover andare in Cina e diventare cinesi nei fatti, non rimanere imprese italiane. E la Regione in questo può avere un ruolo di supporto notevole, soprattutto la nostra Regione, avendo un distretto delle ceramiche che penso sia invidiato da molte regioni, non solo italiane ma anche europee.

Ebbene, proprio per le ragioni a cui lei faceva riferimento, vale a dire che noi come italiani abbiamo una concorrenza che non è solo cinese ma anche in parte europea e in parte extraeuropea, con la quale sicuramente non possiamo pensare di confrontarci attraverso dazi e antidumping, io penso a maggior ragione che sia utile che la Regione sostenga una posizione di una proroga dei dazi che porti a una loro estinzione nel tempo, ma con effetti graduali, andando così incontro a coloro i quali oggi marginalmente non hanno ancora provveduto a raggiungere quel livello qualitativo di produzione che la gran parte dei produttori ha raggiunto. Naturalmente, condivido perfettamente che rispetto agli ultimi otto-dieci anni abbiamo compiuto passi in questi settori inimmaginabili, apprezzati anche dal consumatore interno nonostante la crisi, perché è un settore che meglio di altri ha retto alla crisi edilizia.

In conclusione, se si realizzassero tutti questi fattori, io penso che avremmo quantomeno consentito a una eccellenza di questo territorio di avere una proiezione futura migliore di quella che, se dovessero decadere i dazi sic et simpliciter nel mese di settembre, probabilmente potrebbero avere.

 

PRESIDENTE (Saliera): Grazie, consigliere Foti.



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