Regione (Archivio)

Discarica di Tiedoli in comune di Borgo Val di Taro

Data: 04/05/2015
Numero: 572
Soggetto: ASSESSORATO DIFESA DEL SUOLO E DELLA COSTA, PROTEZIONECIVILE, POLITICHE AMBIENTALI E DELLA MONTAGNA
Data Risposta: 16/06/2015

INTERPELLANZA 

ex articolo 115 Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa dell'Emilia-Romagna.



Per sapere, premesso che:-

la Comunità Montana delle Valli del Taro e del Ceno (in Provincia di Parma) - a seguito di gara pubblica - sottoscriveva in data 17.12.2002 con la ditta Oppimitti Costruzioni Srl, un contratto di Concessione ex art. 86 D.P.R. n. 554/1999 per la progettazione, costruzione e gestione di un impianto di selezione e compostaggio nel comune di Borgo Val di Taro, in Località Tiedoli;

la Comunità Montana effettuava dal 1991 al 2009, tramite il predetto concessionario della discarica, la raccolta dei rifiuti nei comuni di: Bardi, Varsi, Pellegrino, Varano de Melegari, Solignano, Valmozzola e Bercelo, e - per un determinato periodo - per i Comuni di Collecchio, Fidenza e Salsomaggiore;

ispezioni effettuate dal 2007, hanno evidenziato problematiche nelle modalità di gestione della discarica, legate alla mancata aspirazione del biogas nonché ad episodi di dispersioni di percolato. In particolare, nel corso della visita ispettiva eseguita da ARPA il 25/10/2012, comprendente la verifica degli autocontrolli eseguiti dal Gestore nell'anno 2011, veniva rilevata nel sito produttivo la presenza n. 4 piezometri (P1, P2, P3, P8) per il monitoraggio delle acque sotterranee di prima falda. Come del resto negli anni precedenti, le risultanze analitiche sulle acque di falda, confermavano la presenza di elevate concentrazioni di ferro e manganese, sia nei piezometri di monte che in quelli di valle;

per quanto attiene a specifici problemi di fuoriuscita di percolato, dal novembre 2007 a dicembre 2012, la Provincia di Parma emetteva nei confronti del gestore della discarica otto provvedimenti di diffida, trasmessi anche alla Procura della Repubblica. A seguito di dette diffide, la Provincia inviava alla Procura della Repubblica una specifica relazione a cui faceva seguito la trasmissione della documentazione richiesta dalla Procura stessa;

nell'atto di sindacato ispettivo n. 3-00900 presentato alla Camera dei Deputati l'8 febbraio 2010, in ordine alla vicenda che qui interessa, si legge testualmente: "la cattiva gestione durante il periodo in cui la discarica e' stata operativa, il sovrautilizzo della stessa che progettata per centomila tonnellate ha raccolto il quintuplo arrivando ad allocare cinquecentomila tonnellate e la mancata realizzazione delle opere per la messa in sicurezza dei rifiuti necessarie portano ad oggi una situazione ingestibile che minaccia fortemente la salute e l'incolumità dei cittadini";

in forza dei compiti attribuiti dalla legge, Atersir è, tra l'altro, subentrata alla comunità Montana Valli del Taro e del Ceno anche nella competenza ad affidare/concedere la gestione del servizio di trattamento e smaltimento dei rifiuti;


in data 25.02.2014 il Consiglio d'Ambito - Atersir, approvava un "Addendum al contratto di concessione ex art. 96 D.P.R. 554/99 per la costruzione e la gestione di un impianto di selezione e compostaggio in comune di Borgo Val di Taro". Detto atto disponeva alcune modalità organizzative per quanto attiene la gestione del segmento di servizio "smaltimento frazione indifferenziata del rifiuto urbano" nel sub-ambito Montagna ovest della provincia di Parma, individuando, tra l'altro, nuovi corrispettivi del servizio e modalità di pagamento dei medesimi;

se l'impianto in premessa indicato sia formalmente entrato in fase operativa di gestione "post mortem"e - in caso di risposta negativa - per quali ragioni ciò non sia avvenuto;

quanti controlli risultano effettuati, in periodi successivi a quelli sopra indicati, alfine di verificare l'eventuale a fuoriuscita laterale di percolato, e quali ne sono i risultati;

quali sono i risultati delle periodiche campagne di misura delle acque dei piezometri per la verifica della tenuta verticale (fase post mortem);

se e quali urgenti iniziative intenda assumere la Giunta regionale al riguardo per concorrere alla risoluzione della problematica sopra esposta ed evitare gravi danni ai cittadini, che continuano a subire una situazione inaccettabile. In particolare, se non intenda valutare la possibilità di richiedere al Governo di inserire l'area ove e' ubicata la discarica di Tiedoli tra i siti da bonificare di interesse nazionale.

OGGETTO 572 Interpellanza per sapere quali iniziative intenda assumere la Giunta regionale per affrontare la situazione creatasi nel Comune di Borgo Val di Taro, in località Tiedoli, a seguito di contratto di concessione con una ditta per la gestione di un impianto di selezione e compostaggio. A firma del Consigliere: Foti (Svolgimento) 

ILLUSTRAZIONE

FOTI: Grazie, presidente. Attendo la risposta, presidente. 

RISPOSTA

GAZZOLO, assessore: 

Grazie, presidente. La discarica nei Piani di Tiedoli in comune Borgo Val di Taro risulta formalmente chiusa con decreto n. 1329 del 25 giugno 2014, come da documentazione pubblicata sul portale https Emilia-Romagna. È attualmente in regime di AIA per la gestione post mortem a seguito di riesame rilasciato con decreto n. 408 del 26 febbraio 2015 dopo la chiusura stessa. In relazione alla gestione della fase post operativa e quindi anche al monitoraggio del sistema di captazione del percolato, dal 2013 sono stati effettuati presso la discarica 8 controlli da parte di ARPA Emilia-Romagna. Nell'ispezione effettuata il 10 aprile 2013 sono state riscontrate irregolarità in merito al sistema di captazione del percolato e conseguente fuoriuscita dalla vasca di stoccaggio. La situazione rilevata è stata risolta già in fase della stessa ispezione e nel contempo sono iniziati i lavori di potenziamento del parco serbatoi di stoccaggio del percolato, che si sono conclusi nel corso dell'anno 2013. Nel merito della situazione riscontrata, ARPA ha proceduto a relazionare alla Provincia e ad informare l'Autorità giudiziaria per la violazione delle condizioni di autorizzazione. Successivamente, e precisamente in data 28 agosto 2013 e 1 ottobre 2013, sono state eseguite ispezioni sul posizionamento dei nuovi piezometri e campionamenti in contraddittorio sulle acque sotterranee. La visita ispettiva programmata AIA eseguita il 13 novembre 2013 ha evidenziato una situazione di criticità presente sulle acque sotterranee. Le ispezioni eseguite nel 2014, rispettivamente il 7 febbraio 2014 e il 31 luglio 2014, richieste dalla Provincia di Parma, sono state finalizzate alla verifica di problematiche puntuali legate alla gestione dell'impianto (torcia per la combustione del biogas e presenza di una vasca interrata). La visita ispettiva programmata AIA eseguita in data 7 novembre 2014 ha confermato la situazione di criticità delle acque sotterranee, motivo per il quale sono stati previsti ulteriori controlli in contraddittorio nel corso del corrente anno. L'ultima ispezione, eseguita in data 7 maggio 2015, non ha evidenziato irregolarità. Per quanto sopra esposto, a parte la situazione di irregolarità riscontrata nel corso dell'anno 2013 relativa allo sversamento di percolato, ARPA ritiene che siano state osservate le prescrizioni di AIA imposte dalla Provincia di Parma eseguendo i monitoraggi previsti. Tuttavia i risultati dei monitoraggi evidenziano una situazione di criticità presente nelle acque sotterranee. In relazione alle campagne periodiche di misura delle acque dei piezometri, si informa che nel sito dell'impianto sono presenti 4 piezometri per il monitoraggio delle acque sotterranee di prima falda, sui quali sono eseguiti semestralmente autocontrolli come prescritto dall'AIA n. 36/97 del 30.10.2007. I dati rilevati sono trasmessi entro il 30 aprile dell'anno successivo ad ARPA e controllati dalla sezione ARPA di Parma in occasione della visita ispettiva annuale. Le risultanze analitiche confermano, come negli anni precedenti, elevate concentrazioni di ferro e manganese sia nei piezometri di monte che in quelli di valle. Si rileva, inoltre, il persistere di una conducibilità e un contenuto di ammoniaca decisamente elevato nel piezometro P3 posto a valle della discarica. Nel 2013 è stata eseguita da ARPA una campagna di controlli in contraddittorio con il gestore della discarica. I dati ottenuti hanno confermato il peggioramento dei dati di qualità del piezometro P3 rispetto agli altri. In particolare si sono attestati in entrambe le campagne (estiva e invernale) valori molto elevati di cloruri (conducibilità ed ossidabilità) sintomatici di ingressi anomali nel piezometro. Infatti l'analisi eseguita da ARPA in data 16 ottobre 2013 sul piezometro P3 ha confermato gli elevati valori di conducibilità e ossidabilità rilevati dal gestore, ma ha anche rilevato valori piuttosto elevati di ammoniaca, molto superiori rispetto a quelli misurati dal gestore. Nonostante la differenza dai dati di conducibilità ed ossidabilità ai cloruri, sono stati confermati segnali di una possibile contaminazione del piezometro dal percolato, situazione già ipotizzata nell'anno 2012 e per la quale si era pensato di realizzare un piezometro più a valle per controllare l'andamento della falda. È stato quindi prescritto di estendere l'indagine più a valle della discarica con la realizzazione di un ulteriore piezometro, che è stato posato nel febbraio 2014 in prossimità del cancello d'ingresso. I dati di monitoraggio del 2014 del nuovo piezometro hanno confermato problemi di alta conducibilità e ossidabilità ai cloruri, associati alla presenza di alte concentrazioni di azoto nitrico, soprattutto nella prima campagna estiva, per poi migliorare in quella invernale. Per poter disporre di elementi di maggiore chiarezza sulla situazione ambientale in essere, in occasione della prima campagna di monitoraggio del 2015 ARPA presenzierà ai controlli ed eseguirà alcuni campioni di acqua di falda in contraddittorio, anche in considerazione del fatto che gli indicatori ambientali rilevati sulla parte delle acque sotterranee mettono in evidenza una situazione che va attentamente monitorata. In relazione, quindi, all'ultimo quesito, si evidenzia che non risultando attivata alcuna procedura di bonifica, non è possibile procedere con la proposta di richiesta al Governo di inserimento della discarica fra i siti di bonifica di interesse nazionale, ai sensi della Parte IV, Titolo V, del decreto legislativo n. 152/2006. Si fa presente, inoltre, che la Regione Emilia-Romagna non ha ruolo nell'ambito dei procedimenti di bonifica in quanto, a seguito dell'emanazione della legge regionale n. 5 dell'1 giugno 2006, ha conferito alle Province e ai Comuni le funzioni in materia ambientale, definendo in particolare che spettano alle Province le funzioni regionali in materia di bonifica dei siti contaminati (articolo 5, comma 1). Grazie.

REPLICA

FOTI: Grazie, presidente. Ringrazio l'assessore per la risposta. Mi è noto che la competenza sul punto è della Provincia, tuttavia, come non sarà sfuggito all'assessore, i vari interventi di ARPA che si sono succeduti, anche con risultati quantomeno problematici, suggeriscono e mi hanno suggerito di porre la questione anche alla sua attenzione. Lo dico anche in ragione del fatto che per troppo tempo sulla vicenda mi pare che vi sia stata una posizione molto rigida da parte dei gestori della discarica e al tempo stesso una posizione da parte dell'Amministrazione provinciale di Parma fatta, sì, di prescrizioni, ma che nei fatti non hanno raggiunto lo scopo che si erano prefisse. Noi dobbiamo pensare che stiamo parlando di una zona di montagna, della montagna della provincia di Parma, dove, tra l'altro, come l'assessore ha letto nel rapporto, in più occasioni il problema del livello della qualità delle acque e dell'infiltrazione da parte del percolato nelle acque desta e provoca situazioni di allarme. E' pur vero che non stiamo parlando di veleni in assoluto, però la presenza oltre limiti ragionevoli di ammoniaca e tutte le presenze cui ella ha fatto riferimento, assessore, dimostrano che si tratta di una vicenda che non solo deve essere attenzionata, ma sulla quale a mio avviso ad una soluzione bisogna anche arrivare. E' indubbio che ARPA non abbia solo questa discarica della provincia di Parma da curare. Avesse solo questa, avrebbe comunque già da lavorare, ma è ovvio che un'Agenzia non si può concentrare solo ed esclusivamente su un impianto. E' vero, però, che da tutti i monitoraggi effettuati e delle cui risultanze lei ci ha reso edotti, e per questo la ringrazio, risulta chiaramente che vi è una situazione a dire poco contraddittoria, comunque una situazione che dimostra come nei fatti la discarica ha una problematica e si tira dietro una problematica ormai annosa che non viene risolta. Dico annosa perché sul punto, come lei ben sa, assessore, sono stati in molti ad intervenire. Addirittura l'attuale ministro dell'ambiente allora parlamentare, nell'interrogazione dell'8 febbraio 2010 alla Camera dei Deputati denunciava che "la cattiva gestione durante il periodo in cui la discarica è stata operativa, il sovrautilizzo della stessa, che, progettata per 100 mila tonnellate, ha raccolto il quintuplo arrivando ad allocare 500 mila tonnellate, e la mancata realizzazione delle opere per la messa in sicurezza dei rifiuti necessarie portano ad oggi ad una situazione ingestibile che minaccia fortemente la salute e l'incolumità dei cittadini". Ora, a fronte di questa situazione debbo anche aggiungere che l'addendum al contratto di concessione per la costruzione e la realizzazione dell'impianto che qui interessa ha rappresentato indubbiamente un qualcosa in più rispetto a quello che si doveva fare, perché eravamo nel 2014, dovevamo avere una situazione di un territorio bonificato e il consiglio d'ambito d'ATERSIR invece approva un atto con il quale si decide di conferire ugualmente del materiale in questa discarica. A me pare, lo dico sinceramente, che sia un po' poco avveduta la decisione di ATERSIR sul punto e proprio per questo ho voluto sottolineare come, indipendentemente dal fatto che la discarica oggi sia entrata in una fase operativa di gestione post mortem, i fatti ci dimostrano che l'attività operativa gestionale sarà post mortem ma in realtà i problemi sono tutti inter vivos perché mai come in questo momento debbo dire che noi ci stiamo facendo carico di una situazione che altri avrebbero, e per tempo, dovuto risolvere. In conclusione, ringrazio l'assessore per la risposta e mi auguro che l'attenzione sul punto, al di là della stretta competenza regionale, non venga meno, ma soprattutto che l'assessore, anche in ragione dei periodici incontri che avrà con gli attuali amministratori della Provincia di Parma (che poi, con la Riforma Delrio, in realtà sono solo il sindaco di Salsomaggiore come presidente della Provincia), si attivi e tenga monitorata la situazione al fine di arrivare ad una gestione post mortem dell'impianto che non porti danni inter vivos.


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