Numero: 6200
Soggetto: Assemblea
Per sapere, premesso che: -
all'interrogante risulta che fin dall'anno 2014 sarebbero state ripetutamente formulate da parte di un collaboratore regionale, una serie di segnalazioni tipo whistleblowing in merito a supposte irregolarità di gestione della LR 28/98, reiterate negli anni;
la natura delle irregolarità nella gestione dei bandi dedicati alla ricerca e sperimentazione in agricoltura ai sensi di LR 28/98, se confermata, sarebbe decisamente grave, svariando da favoritismi nei confronti di alcuni beneficiari all'assenza sistematica dei controlli ex-ante/ex-post annualmente previsti sui titoli di spesa detenuti dai beneficiari dei progetti. Si sarebbe arrivati anche alla manipolazione di un bando di gara;
le segnalazioni sarebbero state formulate in più riprese a partire dal 2014 e con diverse modalità a più figure istituzionali a partire dal Responsabile per l'anticorruzione regionale, per giungere al Direttore generale agricoltura e agli Assessori regionali competenti che si sono susseguiti nel corso delle legislature;
fino al novembre 2016 non sarebbero state attivate procedure per verificare i fatti segnalati e l'unica azione di risposta registrata corrisponderebbe dapprima al demansionamento, seguito addirittura dal trasferimento coatto dell'autore della segnalazione ad altra sede, fatti che hanno determinato il sorgere di un conflitto sindacale;
al novembre 2016, solo dopo la segnalazione agli assessori, finalmente l'Autorità anticorruzione regionale ha avviato un'indagine interna che a tutt'oggi sarebbe stata limitata alla sola audizione di due dei dirigenti interessati (tra i quali il Direttore generale agricoltura) i quali si sarebbero limitati a smentire i fatti segnalati senza peraltro produrre a sostegno elementi concreti;
stranamente non si sarebbe mai proceduto a richiedere al segnalante l'esibizione degli elementi probatori che egli dichiara di poter produrre, né a convocarlo in nessun altro modo per chiarimenti o approfondimenti;
per quali ragioni, a distanza di più di un anno, l'indagine interna avviata a novembre 2016 non ha ancora avuto il dovuto impegno né sarebbero stati fissati limiti temporali per la conclusione della stessa;
le ragioni per le quali l'indagine interna ancora in corso si è concentrata su una sola delle tipologie di anomalie segnalate ignorando di approfondire la sussistenza delle altre;
se è stata presa in considerazione l'ipotesi che l'ingiustificabile dilatazione dei tempi possa non essere casuale ma funzionale a far sopraggiungere i tempi di prescrizione nei confronti di eventuali reati che l'intervento della magistratura potrebbe contestare;
i motivi per cui, fin dalle prime segnalazioni del 2014, nessuno dei funzionari preposti si sia attivato per verificare i fatti e se la Giunta regionale intenda accertare eventuali cause e responsabilità a riguardo;
se la Giunta regionale ritenga coerente con le disposizioni vigenti all'epoca, e con quelle recentemente approvate dal Parlamento in tema di whistleblowing, che il segnalante sia stato oggetto (e tuttora sia) di discriminazioni, demansionamento e addirittura di trasferimento d'ufficio, in particolare alla luce del fatto che il trasferimento risulta sottoscritto da chi potrebbe avere responsabilità;
se la Giunta regionale intenda di dover approfondire modalità e consistenza delle supposte penalizzazioni subite dal segnalante ed eventualmente porvi rimedio, anche allo scopo di fornire un esempio virtuoso che possa promuovere e stimolare la cultura del whistleblowing all'interno dell'amministrazione regionale;
se la Giunta regionale ritenga appropriato il fatto che nel corso dell'indagine i soggetti interni preposti non abbiano - allo stato - voluto acquisire alcun elemento probatorio che il segnalatore dichiara di potere fornire.
Tommaso Foti