Numero: 5534
Soggetto: Assemblea
Data Risposta: 29/11/2017
OGGETTO 5534
Risoluzione per impegnare la Giunta a porre all'attenzione del governo dello Stato del Paranà, in sede di sottoscrizione del relativo accordo di collaborazione, l'opportunità di intervenire sul governo federale del Brasile affinché sia finalmente data attuazione all'estradizione del criminale Cesare Battisti, attivandosi inoltre presso il Governo italiano perché vengano poste in essere tutte le azioni necessarie affinché il detto pluriomicida sconti finalmente la pena alla quale è stato condannato. A firma del Consigliere: Foti
(Discussione e reiezione)
PRESIDENTE (Rainieri): Passiamo ora all'atto amministrativo 5375: Ratifica, ai sensi dell'articolo 13, comma 2, dello Statuto, dell'Intesa di collaborazione tra la Regione Emilia-Romagna della Repubblica italiana e lo Stato del Paranà della Repubblica Federativa del Brasile circa l'attività di cooperazione nelle aree dello sviluppo istituzionale, umano, economico e dello sviluppo sostenibile. (Richiesta dal Presidente della Giunta regionale in data 6 ottobre 2017).
La Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali ha espresso parere favorevole nella seduta del 31 ottobre 2017 con la seguente votazione: 31 voti a favore, nessun contrario e 6 astenuti.
Abbinata vi è la risoluzione 5534 che impegna la Giunta a porre all'attenzione del governo dello Stato del Paranà, in sede di sottoscrizione del relativo accordo di collaborazione, l'opportunità di intervenire sul governo federale del Brasile affinché sia finalmente data attuazione all'estradizione del criminale Cesare Battisti, attivandosi inoltre presso il Governo italiano perché vengano poste in essere tutte le azioni necessarie affinché il detto pluriomicida ascolti finalmente la pena alla quale è stato condannato, a firma del consigliere Foti.
Passiamo quindi alla discussione generale congiunta sui due provvedimenti, l'atto amministrativo 5375 e la risoluzione 5534. Dieci minuti per ogni Consigliere.
Consigliere Iotti, prego.
IOTTI: Grazie, presidente.
L'oggetto è appunto la ratifica di un'intesa di collaborazione tra la nostra Regione e lo Stato del Paranà. È una attività di collaborazione che non nasce oggi. Già nel 2009 ci fu l'avvio della collaborazione che portò poi a una serie di azioni, in particolare ad un progetto finanziato anche dal Ministero.
Tanto per inquadrare e per dire qualcosa di più: lo Stato del Paranà, Stato federale come il Brasile, è sicuramente una realtà importante in quella nazione. Il Paranà è situato nella parte meridionale del Paese che, a differenza di quello che vale forse per l'Italia, è la parte industrialmente più interessante e significativa. È il quinto Stato nel Brasile, vicino ci sono San Paolo e il Rio Grande do Sul, che insieme fanno il grosso della produzione del Brasile.
Da questo punto di vista, tanto per dare alcuni numeri, possiamo dire che complessivamente l'Italia ha relazioni commerciali che includono circa mille aziende e un fatturato di circa mille miliardi di euro, quindi è un partner importante. Di queste, sicuramente tante sono della nostra Regione. Sono 131 le aziende direttamente interessate alla Camera commerciale italo-brasiliana del Paranà stesso.
Da questo punto di vista, come detto, c'è una collaborazione che investe aziende italiane. Il progetto che citavo precedentemente, chiamato appunto Brasil Proximo, si è caratterizzato, fra le tante cose, nel rafforzamento sia dei rapporti commerciali, in particolare in un settore, quello dell'ortofrutta, assolutamente significativo anche per le nostre produzioni, che ha portato alla realizzazione di una fiera molto simile nell'impostazione alla nostra Macfrut, ma anche all'assistenza tecnica, coinvolgendo imprese soprattutto nel settore agroindustriale.
L'altra, credo significativa, è proprio quella della creazione di una garanzia di accesso al credito che aiuta i rapporti commerciali. Da questo punto di vista, la proposta di oggi va in una direzione di rafforzamento e di un'ulteriore evoluzione da quello che è stato il primo avvio della collaborazione, proprio perché in questa proposta, oltre ad ampliare e approfondire le relazioni, si punta esplicitamente allo sviluppo sostenibile, in quel contesto sicuramente significativo, piuttosto che il tema della resilienza, su cui stiamo cominciando a lavorare, ma soprattutto si incoraggiano gli attori socioeconomici, di fatto supportando tutto quello che riguarda i nostri settori commerciali e i nostri settori produttivi.
Cito alcune delle nuove linee di sviluppo su cui si fonderà l'intesa che riguardano la formazione, tema estremamente importante anche negli scambi. Ricordo che nel solo settore dell'information technology sono 241 le aziende attive in questi scambi, quindi formazione, cultura, ricerca e tecnologia, ma soprattutto l'introduzione di temi come il commercio, il turismo e le filiere agroalimentari e industriali.
Da tutto questo punto di vista, credo che sia una proposta assolutamente da portare avanti e da rafforzare, intendendo con questo anche andare nella linea della proposta di intesa sulle autonomie che abbiamo fatto e che portiamo avanti con il nostro Governo nazionale che prevede anche il commercio estero e l'internazionalizzazione delle imprese. Quindi, tutte queste sono azioni che rafforzano la nostra visione e che vanno in questa direzione.
PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Iotti.
Consigliere Foti, prego.
FOTI: Signor presidente, non ho molte cose da dire relativamente a questo accordo, perché in realtà il testo della proposta in esame e di intesa di collaborazione è necessariamente stringato, così come deve essere quando non si vogliono dire cose troppo specifiche, ma sostanzialmente a me pare di rilevare una cosa fondamentale: che giustamente ci si preoccupa di creare dei canali, perché vi sia un reciproco e mutuo interesse tra la Regione Emilia-Romagna e, nel caso di specie, lo Stato del Paranà.
Ciò che, invece, io ritengo troppo spesso si dimentica è che politica e affari sono una cosa, ma non per questo i diritti e il rispetto dei diritti civili sono un'altra.
Mi riferisco all'atteggiamento che, da anni, ha assunto il Brasile nei confronti della vicenda di Cesare Battisti, che, ahimè, non è un personaggio qualunque. È un pluriomicida condannato con sentenze passate in giudicato, che ancora di recente, quando è stato fermato, quasi sbeffeggiava giornalisti e interlocutori vari, ritenendo di essere legibus solutus e quindi di poter comunque fare ciò che intende continuare a fare, cioè non scontare la pena a cui è stato condannato per il semplice motivo di poter godere di protezioni di tipo politico.
Senza voler creare incidenti diplomatici, io non penso che dopo tutti i gradi di giudizio si possa ritenere che Cesare Battisti è un perseguitato politico. Mi pare che la sua fedina penale, le vicende processuali, le motivazioni delle condanne ci dicano, a tutti gli effetti, che è un assassino latitante, che è cosa diversa da un prigioniero politico, come vorrebbe o si vorrebbe far passare, o da un perseguitato politico, come vorrebbe e forse qualcuno ha ritenuto di poter far passare.
Proprio per queste ragioni io penso che non essendosi ancora definita una vicenda che anche recentemente era stata data come imminente nella sua decisione, non essendo state ancora attivate in quello Stato tutte le procedure necessarie per accogliere la richiesta di estradizione presentata dal Governo italiano, e non essendo pensabile che si possano fare affari con uno Stato il cui presidente, oggi decaduto, pensa di poter comminare un'amnistia rispetto a sentenze di altro Stato, perché non spetta a lui comminare un'amnistia…
Tutt'al più, se proprio si volesse guardare meglio, se si volesse andare ad una forma che io non condividerò mai, ma comunque a una forma di reintegro nella società italiana del reo, sarebbe il presidente della Repubblica a dover assumere un procedimento ad hoc attraverso la grazia per la quale mi pare oggi non occorra neanche più se non la relazione del Ministero di giustizia.
Questo è il quadro corretto di questa vicenda, non il fatto che tutti fanno finta di non sapere una vicenda che ha seminato lutti tra persone il più delle volte del tutto estranee persino alla vita politica. Alla fine è stato carnefice di un agente di PS, di un militante missino – ma non ve lo cito, perché tanto uccidere un fascista non era reato e quindi per quello sarà stato sicuramente amnistiato – di un gioielliere durante una rapina. Di che cosa stiamo parlando? Se uno di noi avesse commesso un centesimo dei reati di Cesare Battisti, che fine avrebbe fatto? Per quale arcano motivo noi non dobbiamo legittimamente almeno lasciare a verbale e richiedere che si faccia comunque tutto il possibile rispetto a quanto sino ad oggi è stato fatto, ma evidentemente con scarsi risultati perché chi si è macchiato di crimini orrendi altro non debba fare che rispondere degli atti per i quali è stato condannato?
Qui non siamo in una fase processuale dove si potrebbe dire che non torna in Italia, perché sennò lo arrestano, ma in realtà lui non aveva commesso nulla. Lui questi reati li ha commessi tutti, e non perché lo dice Tommaso Foti, ma perché lo dicono le sentenze dei tribunali che lo hanno condannato con sentenza passata in giudicato. Tra l'altro, non mi risulta neanche che abbia chiesto la revisione dei processi, evidentemente ritenendo la giustizia italiana non meritoria della sua attenzione, perché, torno a ripetere, ritiene di non dover rispondere dei suoi atti pur commessi in Italia.
Per cui, io mi auguro che questa Assemblea legislativa, che giustamente si deve occupare anche e soprattutto di rendere migliori le condizioni per il nostro popolo e quindi, giustamente, sottoscrivere anche intese che hanno valenza di natura economica, non dimentichi di richiedere il rispetto della sovranità del nostro Stato, che è stata in più occasioni oggetto di formale e sostanziale atteggiamento di disprezzo da parte di Battisti e sicuramente di scarsa attenzione da parte del Brasile.
PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Foti.
Consigliere Torri, prego.
TORRI: Grazie, presidente.
Riguardo l'accordo in oggetto, partendo dai contenuti, dai termini e dalla storia che questo rapporto ha e che veniva richiamata dal collega Iotti, non possiamo dirci contrari. Del valore economico e della valenza economica riportata anche negli articoli e nella prefazione dell'accordo ha già parlato il collega del PD, consigliere Iotti.
Ci sono alcune cose a favore di questo rapporto che vorrei dire e che riguardano soprattutto altri aspetti, sempre richiamati, come la cultura e il rapporto tra l'Università di Ferrara e quella di Curitiba, in particolare per l'architettura e così anche gli aspetti sociali e di cooperazione che hanno dato frutti con il programma Brasil Proximo, soprattutto in ordine al coinvolgimento di realtà sociali attive in quella regione, oltre che a scambi e a un tentativo almeno di riduzione delle diseguaglianze.
Sono aspetti che credo vadano sottolineati tanto e forse più di quelli strettamente economici e imprenditoriali che venivano richiamati prima, sia per la natura di questi accordi, sia perché le occasioni di scambio sono occasioni prima di tutto sociali, sia per la particolare realtà che il Brasile sta vivendo.
Questo è il motivo per cui noi siamo favorevoli a questo accordo, dal momento che è preferibile, vista la complessità della realtà che sta vivendo il Brasile, evitare forme di isolamento e di interruzione traumatica dei rapporti. Non possiamo nascondere che l'attuale Governo federale del Brasile è salito in carica a seguito di un impeachment alla presidente precedente, discusso da più parti, da alcuni partiti politici definito "golpe istituzionale", seguito a una seduta del Parlamento in cui sono stati evocati i capi militari del precedente regime e addirittura l'ufficiale responsabile delle torture alla presidente Dilma Rousseff e che questo Governo, quando si è insediato, ha riprodotto plasticamente una linea politica che poi si è tradotta nei fatti, presentando soltanto uomini al Governo, soltanto bianchi e grandi industriali. Ha tagliato i fondi alla cultura, come prima cosa, ha introdotto forme di austerità e blocco delle pensioni nella Costituzione come seconda, ha aumentato le diseguaglianze nel Paese e ora sta introducendo legislazioni restrittive anche per quanto riguarda i diritti prima di tutto delle minoranze non rappresentate più nel Governo, nonostante la Costituzione brasiliana lo preveda espressamente, e riguardo anche alla situazione femminile, con alcuni ministri che si permettono di dire che le donne inventano malattie perché stanno troppo tempo a casa dal momento che non lavorano, in quanto la situazione occupazionale è complessa.
Lo dico perché sono realtà che per quanto riguardino aspetti complessivi del Brasile, riguardano anche lo Stato del Paranà, che, pur essendo uno dei più ricchi, vede aumentare queste diseguaglianze. Pur avendo una popolazione principalmente bianca e di origine europea, non è al riparo da queste forme di discriminazione. Vede il crescere di movimenti come quello dei lavoratori senza casa che vengono, in alcuni casi, repressi anche con la forza.
Proprio per contrastare questi aspetti e anche queste politiche di chiusura da parte del Governo federale rispetto a principi come quelli di uguaglianza sociale e di diffusione culturale e rispetto per le minoranze, crediamo che sia utile insistere in questo tipo di accordi, ma saremo anche attentissimi nel vigilare quali programmi saranno poi intrapresi per dare corpo a questo accordo, proprio perché rispettino quei principi che dicevo poc'anzi e che non riguardino, invece, soltanto le minoranze ricche e circoli ristretti.
In quel caso verremmo meno alla funzione che ha questo tipo di accordo e andremmo, invece, a rafforzare una politica che non si può in nessun modo condividere. Questo perché, rispetto al 2009, quando iniziarono questi rapporti, le condizioni generali sono cambiate e queste condizioni generali, anche in uno Stato federale, in cui ogni Stato, ogni singolo Stato ha la propria autonomia, si riflettono a cascata.
Visto che sono nelle nostre politiche delle priorità, quella della riduzione delle diseguaglianze e del rispetto delle minoranze, riteniamo che nel momento in cui si fanno relazioni e non si isola debbano essere quelle le priorità. Verificheremo questo. Quindi, votiamo a favore dell'accordo, ma staremo attentissimi alla sua applicazione.
Come ho già fatto in un'interrogazione dello scorso anno, oltre a verificare puntualmente l'attuazione di questo accordo, chiederò anche che vengano presi provvedimenti nel caso in cui la politica brasiliana prosegua sulla strada che dicevo prima. Penso sia giusto, per il valore che hanno le aule rappresentative e per il valore politico che hanno i nostri interventi qui, accompagnare al nostro voto favorevole questo tipo di intervento, la nostra valutazione su una situazione politica straniera, che va oltre la Regione con cui abbiamo rapporti, ma che il Governo di questa Regione comunque rappresenta tanto quanto quello nazionale, per dire di tenere alta l'attenzione, per dire che certe tendenze e richiami a epoche che non possono essere ripetute e che non vogliamo vedere ripetute devono essere fatti qui e anche per esprimere solidarietà ad una presidente che è stata destituita senza che siano state dimostrate effettive responsabilità delle accuse che le venivano rivolte e con i toni che dicevo prima, che, per quanto ci riguarda, restano inaccettabili. Grazie.
PRESIDENTE (Rainieri): Grazie, consigliere Torri.
Consigliere Iotti, prego. Ha cinque minuti.
IOTTI: Molto brevemente.
Sulla proposta di risoluzione del collega Foti, con molta chiarezza, si ritiene assolutamente che la questione Battisti vada affrontata così come realmente si presenta. Battisti è un criminale, nel senso che ha commesso un crimine. È condannato all'ergastolo. Noi siamo perché la giustizia vada rispettata e quindi non c'è in nessun modo nulla che possa pensare ad altro o all'idea che questo sia un perseguitato politico.
Il Brasile negli ultimi decenni, ma anche dal dopoguerra, è stato tristemente noto per essere un terreno e un territorio molto libero nell'accogliere terroristi di tutti i colori, e questa credo sia una caratteristica che si sperava fosse superata.
Oggi esistono una serie di discussioni, su cui non mi dilungo, relative alla vicenda. Credo che il Governo italiano, per bocca del ministro Alfano, ma anche dell'allora presidente Renzi, sia stato netto nell'andare a chiedere, con grande forza, di rispettare la richiesta di estradizione, chiarendo anche che questo procedimento è in regola con il procedimento giuridico brasiliano.
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