Pd all'attacco sul bando periferie congelato dal governo: «Tutti i Comuni protestano per lo scippo, perché qui c'è un assordante silenzio?»
Come si spiega «l'assordante silenzio»
del sindaco Barbieri e della
giunta sul bando periferie? Possibile
che lo «scippo» di 11 milioni di euro
per «progetti di riqualificazione
di importanti aree della città» non
faccia scattare una protesta che negli
altri Comuni colpiti è stata immediata
e politicamente trasversalissima?
Basta a spiegarlo l'imbarazzo
per avere come componente maggioritaria
della coalizione di governo
quella Lega che con il Movimento
5 stelle guida la politica nazionale
dove lo «scippo» si è consumato?
Sono le domande che agli inquilini
di Palazzo Mercanti rivolge polemicamente
il Pd in una mozione presentata
in questi giorni di bufera dopo
che, su iniziativa del governo
Conte, sono stati congelati fino al
2020 i finanziamenti per 96 città che
gli esecutivi Renzi e Gentiloni avevano destinato a progetti di riqualificazione
di aree urbane degradate.
Il bando periferie per l'appunto, di
cui viene salvata una parte relativa
ai Comuni in fase già avanzata di
progettazione degli interventi, stoppandone
invece, per dirottarla allo
sblocco degli investimenti dei cosiddetti
municipi virtuosi, la seconda
tranche che prevedeva in totale
2,1 miliardi di fondi dallo Stato collegati
a co-finanziamenti privati per
una potenziale erogazione complessiva
di risorse calcolata in 3,9 miliardi
di euro.
Per Piacenza la prospettiva è di perdere
i 10,7 milioni di euro - 8,2 dallo
Stato, 2,5 dai privati - messi in gioco
per la riqualificazione delle aree
che comprendono Borgo Faxhall,
con l'edificio denominato Berzolla
(l'ex rimessa locomotori), e piazza
Casali con la zona della chiesa del
Carmine e il mercato coperto.
«Mentre in tutta Italia sindaci di ogni
parte politica si sono alleati per protestare
contro il governo, l'amministrazione
di Piacenza sta zitta», ha
esordito il capogruppo del Pd Stefano
Cugini nella conferenza stampa
in cui ieri i consiglieri comunali dem
hanno illustrato la mozione: «C'è invece
da alzare la voce per chiedere
al governo di tornare indietro con
un prossimo provvedimento normativo,
ponendo riparo a un torto,
a uno scippo nei confronti del governo
locale delle città».
Nel sottolineare gli interventi polemici che anche dal centrodestra piacentino
(leggi: Tommaso Foti di Fdi)
si sono levati in replica a chi nella Lega
(leggi: Elena Murelli e Pietro Pisani)
ha difeso la scelta del governo
Conte, Cugini ha dato voce a un retropensiero
sul silenzio di Palazzo
Mercanti: «Non vorrei che nascondesse
la soddisfazione per vedere
scritta la parola fine su qualcosa che
porta la firma della precedente amministrazione
comunale (la giunta
Dosi di centrosinistra, ndr), sarebbe
un autogol». Ma Cugini va oltre,
il retropensiero non riguarda solo i
cantieri di Borgo Faxhall e piazza Casali,
ma anche il progetto di recupero
del grande comparto del consorzio
agrario "Terrepadane" lungo via
Colombo, che al bando periferie è
collegato e che pure la giunta Barbieri
e la sua maggioranza non ha
fatto mistero di considerare poco digeribile,
tanto che è ancora in stand
by: «Perdere quei finanziamenti, o
comunque la loro dilazione senza
alcuna garanzia di rivederli, non
vorrei che finisse per giustificare il
taglio anche di altre importanti riqualificazioni
urbane che creano imbarazzo politico, e ogni riferimento
a "Terrepadane" è voluto».
«Qui c'è da tutelare gli interessi di
Piacenza a prescindere da quanti
esponenti della Lega siedono in
consiglio comunale, è inutile fare
continuamenti proclami sulla sicurezza
se poi lasciamo la città nel degrado»,
ha rincarato la dose Giorgia
Buscarini. «Ci sono in ballo le sorti
di una zona, Quartiere Roma, su cui
tanto il sindaco e la maggioranza
avevano speso parole in campagna
elettorale», ha fatto eco Giulia Piroli
richiamando il sindaco di Treviso,
il leghista Mario Conte, che ha definito
«patrimonio della città» i progetti
del "suo" bando periferie pur
se ereditati dal centrosinistra.
«Il sindaco dice che lei non parla,
ma fa i fatti? Bene, che batta un colpo»,
si è indirettamente rivolto Christian
Fiazza a Patrizia Barbieri: «C'è
di mezzo Piacenza e per Piacenza i
pugni bisogna batterli come anche
Foti ha fatto, ci aspettiamo che lo faccia
pure lei, ma ogni volta che Piacenza
deve lottare lei è sempre evaporata
per ricomparire quando c'è
da mettersi una medaglia»
Libertà