Rassegna Stampa

Sindaco, perdiamo 11 milioni di euro e Piacenza sta zitta?

Data: 14/09/2018

Pd all'attacco sul bando periferie congelato dal governo: «Tutti i Comuni protestano per lo scippo, perché qui c'è un assordante silenzio?»

Come si spiega «l'assordante silenzio» del sindaco Barbieri e della giunta sul bando periferie? Possibile che lo «scippo» di 11 milioni di euro per «progetti di riqualificazione di importanti aree della città» non faccia scattare una protesta che negli altri Comuni colpiti è stata immediata e politicamente trasversalissima? Basta a spiegarlo l'imbarazzo per avere come componente maggioritaria della coalizione di governo quella Lega che con il Movimento 5 stelle guida la politica nazionale dove lo «scippo» si è consumato? Sono le domande che agli inquilini di Palazzo Mercanti rivolge polemicamente il Pd in una mozione presentata in questi giorni di bufera dopo che, su iniziativa del governo Conte, sono stati congelati fino al 2020 i finanziamenti per 96 città che gli esecutivi Renzi e Gentiloni avevano destinato a progetti di riqualificazione di aree urbane degradate. Il bando periferie per l'appunto, di cui viene salvata una parte relativa ai Comuni in fase già avanzata di progettazione degli interventi, stoppandone invece, per dirottarla allo sblocco degli investimenti dei cosiddetti municipi virtuosi, la seconda tranche che prevedeva in totale 2,1 miliardi di fondi dallo Stato collegati a co-finanziamenti privati per una potenziale erogazione complessiva di risorse calcolata in 3,9 miliardi di euro. Per Piacenza la prospettiva è di perdere i 10,7 milioni di euro - 8,2 dallo Stato, 2,5 dai privati - messi in gioco per la riqualificazione delle aree che comprendono Borgo Faxhall, con l'edificio denominato Berzolla (l'ex rimessa locomotori), e piazza Casali con la zona della chiesa del Carmine e il mercato coperto. «Mentre in tutta Italia sindaci di ogni parte politica si sono alleati per protestare contro il governo, l'amministrazione di Piacenza sta zitta», ha esordito il capogruppo del Pd Stefano Cugini nella conferenza stampa in cui ieri i consiglieri comunali dem hanno illustrato la mozione: «C'è invece da alzare la voce per chiedere al governo di tornare indietro con un prossimo provvedimento normativo, ponendo riparo a un torto, a uno scippo nei confronti del governo locale delle città». Nel sottolineare gli interventi polemici che anche dal centrodestra piacentino (leggi: Tommaso Foti di Fdi) si sono levati in replica a chi nella Lega (leggi: Elena Murelli e Pietro Pisani) ha difeso la scelta del governo Conte, Cugini ha dato voce a un retropensiero sul silenzio di Palazzo Mercanti: «Non vorrei che nascondesse la soddisfazione per vedere scritta la parola fine su qualcosa che porta la firma della precedente amministrazione comunale (la giunta Dosi di centrosinistra, ndr), sarebbe un autogol». Ma Cugini va oltre, il retropensiero non riguarda solo i cantieri di Borgo Faxhall e piazza Casali, ma anche il progetto di recupero del grande comparto del consorzio agrario "Terrepadane" lungo via Colombo, che al bando periferie è collegato e che pure la giunta Barbieri e la sua maggioranza non ha fatto mistero di considerare poco digeribile, tanto che è ancora in stand by: «Perdere quei finanziamenti, o comunque la loro dilazione senza alcuna garanzia di rivederli, non vorrei che finisse per giustificare il taglio anche di altre importanti riqualificazioni urbane che creano imbarazzo politico, e ogni riferimento a "Terrepadane" è voluto». «Qui c'è da tutelare gli interessi di Piacenza a prescindere da quanti esponenti della Lega siedono in consiglio comunale, è inutile fare continuamenti proclami sulla sicurezza se poi lasciamo la città nel degrado», ha rincarato la dose Giorgia Buscarini. «Ci sono in ballo le sorti di una zona, Quartiere Roma, su cui tanto il sindaco e la maggioranza avevano speso parole in campagna elettorale», ha fatto eco Giulia Piroli richiamando il sindaco di Treviso, il leghista Mario Conte, che ha definito «patrimonio della città» i progetti del "suo" bando periferie pur se ereditati dal centrosinistra. «Il sindaco dice che lei non parla, ma fa i fatti? Bene, che batta un colpo», si è indirettamente rivolto Christian Fiazza a Patrizia Barbieri: «C'è di mezzo Piacenza e per Piacenza i pugni bisogna batterli come anche Foti ha fatto, ci aspettiamo che lo faccia pure lei, ma ogni volta che Piacenza deve lottare lei è sempre evaporata per ricomparire quando c'è da mettersi una medaglia»

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