Rassegna Stampa

Sul capogruppo di Liberi il veto di Foti

Data: 25/07/2020

Un braccio di ferro durissimo dietro la commissione Antimafia, con forti tensioni nella maggioranza che hanno messo a prova la tenuta stessa della giunta. Fonti autorevoli tanto del centrodestra quanto dell'opposizione convergono nel descrivere lo scontro andato in scena sulla presidenza del nuovo organismo consiliare. Pesantemente in campo viene indicato l'onorevole Tommaso Foti, indiscusso leader di Fdi, che sarebbe stato irremovibile nello sbarrare la strada a Massimo Trespidi, il candidato dell'opposizione. Ben disposta invece per il disco verde al capogruppo di Liberi, dopo i prolungati fallimenti della maggioranza nel trovare al suo interno un nome condiviso, sarebbe stata la Lega, e in tal senso in effetti andavano le pubbliche dichiarazioni della vigilia del capogruppo Carlo Segalini. Oltretutto, a lavorare per l'ipotesi Trespidi, viene dato soprattutto un leghista che conta come il presidente del consiglio comunale Davide Garilli, che martedì scorso, in un'intervista a "Libertà" dopo la fumata nera della prima seduta e l'indisponibilità di metodo opposta da Christian Fiazza (Pd), aveva speso solide parole per una soluzione unitaria su un esponente della minoranza. E pur rimanendo su Trespidi le ostilità targate Fdi, fino a poco prima dell'inizio ieri della commissione sembrava che il leader di Liberi riuscisse a spuntarla grazie al saldarsi di voti leghisti e di altri del centrodestra con quelli dell'opposizione. In extremis la carta Chiappa che ha ricompattato la maggioranza, facendo convergere sul forzista anche Fdi che avrebbe invece preferito sponsorizzare - rivelano i retroscena - la candidatura di Antonio Levoni (Liberali piacentini).

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