Regione (Archivio)

Piano di Venturi di soppressione della guardia medica, Foti: 'un'idea scellerata che non tiene conto delle esigenze di territori ed operatori'

Data: 29/08/2016
Numero: 3136
Soggetto: ASSESSORATO POLITICHE PER LA SALUTE
Data Risposta: 18/10/2016

Per sapere, premesso che:- 

secondo quanto annunciato ai media della Regione, l'assessore alla salute avrebbe intenzione di riformare, o meglio sopprimere, il servizio di guardia medica nelle ore notturne (lasciando l'incombenza relativa dell'intervento al 118), così da poter aumentare il numero di camici bianchi negli ambulatori, insieme ai medici di famiglia, dalla mattina fino alla mezzanotte; 

le categorie sindacali Fimmg, Cisl Medici, Cimo, Fials, Anaao, Snami e Sumai hanno chiarito, in modo efficace, la loro posizione al riguardo: il "taglio" della continuità assistenziale nella fascia oraria compresa tra le 24 le 8 non può non essere preceduto da un accurato confronto e dall'individuazione di una programmazione condivisa che consenta di limitarne l'impatto sui cittadini e sulle strutture dell'emergenza urgenza territoriale e ospedaliera. Nei fatti, infatti, le strutture dell'emergenza-urgenza sono oltre misura già utilizzate, con il personale che legittimamente denuncia l'effettuazione di turni massacranti e conseguenti carichi insostenibili di lavoro, cui va aggiunta l'enorme difficoltà delle Ausl a reclutare personale da destinare ad un contesto lavorativo dal quale, appena possibile, si scappa; 

appare fin troppo evidente che la funzione della guardia medica assume un ruolo del tutto particolare e determinante nelle aree pedecollinari e di montagna, laddove - per di più - si concentra la presenza di un elevato numero di persone anziane; 

vibrate proteste si registrano, nelle aree di montagna della provincia di Piacenza, da parte dei sindaci di quei territori i quali, per altro, mettono giustamente in evidenza che un siffatto disegno (quello della soppressione della guardia medica nelle ore notturne) confligge con le rassicurazioni più volte rese loro sul mantenimento del detto servizio da parte del direttore generale dell'Asul;

l'eliminazione del servizio notturno di guardia medica, soprattutto in alcune aree del territorio emiliano-romagnolo, appare illogica ed inutile, mentre appare ragionevole ed utile una riorganizzazione del servizio in questione; 

se, anche alla luce delle negative reazioni all'ipotesi di soppressione del servizio di guardia medica, così come paventata dall'assessore Venturi, la Giunta Regionale intenda - con l'urgenza che il caso conclama - chiarire senza equivoci e senza infingimenti quali siano le reali intenzioni che la stessa intende perseguire.

Tommaso Foti

RISPOSTA

Riguardo all'interrogazione specificata in oggetto si comunica quanto segue. 

Una rilevazione condotta nelle Aziende Usl della Regione nel corso di quest'anno (i dati definitivi sono in fase di elaborazione) ha evidenziato come l'attività dei medici di continuità assistenziale (ex guardia medica) sia concentrata soprattutto nelle ore diurne (dalle 8 alle 20 nei giorni festivi e prefestivi) con circa 25 prestazioni per turno e sede di guardia medica. Nelle ore notturne (tutti i giorni da mezzanotte alle 8) il numero di prestazioni erogate scende a circa 2 per turno e sede di guardia medica, un carico di attività (visite domiciliari, ambulatoriali e consigli telefonici) particolarmente basso per i sanitari della continuità assistenziale. 

Questo andamento è sostanzialmente sovrapponibile a quello osservato per gli accessi ai servizi di emergenza-urgenza (Pronto soccorso, Punti di primo intervento): indipendentemente dalla gravità, la maggior parte degli accessi si concentra infatti nella fascia oraria compresa tra le 8 del mattino e le 20 (circa il 70% degli accessi). Al contrario, nella fascia notturna il volume di accessi è di poco superiore al 12% del totale. l dati di accesso al Pronto soccorso sono rilevati mensilmente dal Servizio Informativo Sanità e Politiche Sociali di questo Assessorato. 

Questi dati legittimano, come previsto anche dalle indicazioni del Comitato di Settore Regioni-Sanità alla Struttura lnterregionale Sanitari Convenzionati (Sisac) - delegazione di parte pubblica per il rinnovo degli accordi riguardanti il personale sanitario a rapporto convenzionale - l'avvio di un processo di riorganizzazione della disponibilità dei medici del ruolo unico di cure primarie (attualmente assistenza primaria e continuità assistenziale) per il servizio di continuità assistenziale. L'obiettivo di questa riorganizzazione sarà il rafforzamento dell'assistenza territoriale e, contestualmente, la riduzione della pressione inappropriata sulle strutture di emergenza ad alta intensità (Pronto soccorso e punti di primo intervento) particolarmente evidente in alcune fasce diurne e sino alle 24.

L'atto di indirizzo per il rinnovo del contratto di lavoro dei medici di medicina generale prevede infatti che i medici del ruolo unico di cure primarie e i pediatri di libera scelta assicurino l'accessibilità di tutti gli assistiti, articolando l'apertura degli studi dalle 8:00 alle 20:00 dei giorni feriali. l medici di cure primarie a rapporto orario (ex medici di guardia medica), invece, nell'ambito dell'organizzazione distrettuale dovranno assicurare prioritariamente la loro attività tutti i giorni dalle 20 alle 24, e nei giorni di sabato e festivi dalle ore 8 alle ore 24, garantendo comunque la copertura anche nelle ore notturne secondo una programmazione che tenga conto del reale bisogno espresso dalla popolazione. Questo per realizzare pienamente la continuità dell'assistenza in favore di tutti i cittadini, garantendo un riferimento preciso cui rivolgersi quando lo studio del proprio medico è chiuso. 

La bozza di accordo collettivo nazionale attualmente in discussione a livello nazionale ha recepito alcune indicazioni della Regione Emilia-Romagna sulla necessità di riorganizzare il servizio tenendo conto delle differenze territoriali per evitare carenze assistenziali, in particolare per le aree metropolitane ad alta densità abitativa, isole minori e zone disagiate. In tale bozza viene inoltre specificato che spetta alle Aziende Usl valutare i termini di modulazione della continuità assistenziale per garantire un supporto ai servizi di emergenza nelle fasce orarie di maggior pressione. 

Anche il Presidente del Comitato di Settore Regioni-Sanità, in una nota del 1 o giugno 2016 indirizzata al Ministero della Salute, ha ribadito che "...in particolari situazioni l'Azienda possa valutare l'attivazione del servizio di continuità assistenziale in ulteriori fasce orarie rispetto a quelle individuate con il documento integrativo dell'Atto di indirizzo...". 

Questo Assessorato non ha alcuna intenzione di sopprimere il servizio di continuità assistenziale nelle ore notturne. Sulla base degli esiti della discussione in corso a livello nazionale il servizio potrà essere diversificato al fine di definire un migliore assetto in grado di assicurare ai cittadini la continuità dell'assistenza nell'arco delle ventiquattro ore. La trasformazione terrà conto delle valutazioni delle parti interessate, a partire dai professionisti e dalle loro rappresentanze.

Sergio Venturi

facebbok

Rassegna Stampa

TommasoFoti
powered by Blacklemon Srl